Ilva di Taranto, chiuse le indagini: 50 indagati fra cui Nichi Vendola per concussione

Taranto, città baciata da un Sole che troppo spesso non arriva sul volto di chi vi abita a causa dei fumi e dello smog del complesso industriale, in primis l’acciaieria dell’Ilva.
Nella ‘città d’acciaio’ così definita per via delle polveri che si depositano ovunque (polveri causate dalla produzione d’acciaio mal gestita dell’Ilva), secondo dati diffusi recentemente dal Policlinico di Bari, una coppia su quattro soffre di infertilità, il 26% dello donne di menopausa precoce ed i dati sul tasso di morti per tumori sono da capogiro, i più alti in Italia.
Dati alla mano è evidente quanto il disastro ambientale causato dall’Ilva sia grave e come sia necessario correre ai ripari quanto prima per far si che la città d’acciaio non diventi la città fantasma.
Oggi si sono concluse le indagini preliminari su questo disastro ambientale, un’inchiesta il cui nome spiega già tutto “Ambiente svenduto“. La guardia di Finanza di Taranto ha così diramato le prime notifiche, che riguardano oltre 50 persone, fra questi dirigenti, funzionari, politici, appartenenti non solo alla regione Puglia. I reati contestati variano dall’associazione a delinquere, finalizzata al disastro ambientale, all’emissione di sostanze inquinanti con violazione delle normative a tutela dell’ambiente.
Fra i nomi illustri compare anche quello del governatore della Puglia, Nichi Vendola, per concussione. Secondo gli atti d’accusa, avrebbe cercato di “far fuori” il dg di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, dopo che questi aveva rifiutato di non usare la linea morbida sul siderurgico tarantino. Accusati di disastro ambientale e sanitario Emilio, Nicola e Fabio Riva, ovvero i vertici dirigenziali dell’Ilva.
Nel registro degli indagati sono finiti, con l’accusa di favoreggiamento nei confronti nei confronti di Vendola anche l’assessore regionale all’ambiente ex magistrato, Lorenzo Nicastro, l’ex assessore alle politiche giovanili Nicola Fratoianni, il direttore generale dell’Arpa Assennato e il direttore scientifico Massimo Blonda.
Enrico Ferdinandi
30 ottobre 2013