Le nuove Br appoggiano i No Tav e sfidano il Viminale. Alfano: ‘La Tav si farà’.
In Val di Susa continua il braccio di ferrò fra No Tav e Governo per il proseguimento dei lavori del treno ad altra velocità che dovrebbe collegare Torino a Lione. Nelle ultime ore lo scontro si è fatto ancora più accesso dopo che due militanti delle ‘Nuove Brigate Rosse‘, Alfredo Davanzo e Vincenzo Sisi, direttamente dal carcere, hanno chiesto ai militanti No Tav di:
«compiere un altro salto in avanti, politico-organizzativo, assumendone anche le conseguenze, o arretrare».
I due militanti hanno lanciato l’appello mediante un documento, dal titolo “Contro la repressione, nuova determinazione”, pubblicato su internet e che presto a fato il giro del web.
Sisi e Davanzo, che vennero arrestati nel 2007 con l’accusa di far parte del Pcpm – Partito comunista politico-militare, hanno inoltre sottolineato “la valenza antagonista di portata generale” del Movimento No Tav, trovando delle “simpatiche consonanze” fra i No Tav imputati nel maxi processo di Torino e: «la nostra dimensione di prigionieri rivoluzionari e dei nostri processi politici».
Nel testo viene quindi chiaramente apprezzato il fare del movimento No Tav da parte delle Nuove Brigate Rosse.
I militanti No Tav però hanno subito respinto ogni accostamento ed attraverso un comunicato, firmato dal Comitato di lotta popolare di Bussoleno, nel quale hanno dichiarato:
«E’ una provocazione che respingiamo con forza. Facciamo fatica a trovarlo sui siti internet, anche quelli di movimento ma comunque lo rispediamo al mittente».
Intanto il nuovo prefetto di Torino, Paola Basilone, ha annunciato lo schieramento di altri 200 soldati (che si vanno ad aggiungere ai 215 già presenti) a difesa dei cantieri della Tav in Val di Susa.
Il ministro degli Interni, Angelino Alfano, ha spiegato che la Tav si farà: «Lo Stato fa lo Stato. La Tav si farà. Delinquenti e bombaroli si rassegnino. Rafforziamo i contingenti che proteggeranno l’avvio dei lavori della talpa. Dopo un’approfondita analisi delle manifestazioni di protesta e dei recenti episodi di danneggiamento a carico di alcune imprese, legati alla realizzazione della Tav Torino-Lione il Comitato, nell’evidenziare la necessità di tenere alto il livello di attenzione e vigilanza, ha deliberato, attraverso una rimodulazione del Piano di impiego dei militari nel controllo degli obiettivi a rischio, l’invio di ulteriori 200 unità per le esigenze di sicurezza del cantiere».
Enrico Ferdinandi
(@FerdinandiE)
21 settembre 2013