Manifestazione a Niscemi contro il MUOS della base americana

Alte antenne si innalzano artificialmente come alberi di ferro e lamiere dall’antico suolo siciliano, protette e recintate dal filo spinato della base americana di contrada Ulmo presso Niscemi, la terza comunità per abitanti della provincia di Caltanissetta. Sospesi a decine di metri d’altezza, come abili acrobati, dieci attivisti si sono arrampicati, tra la notte di ieri e la mattinata odierna, sulle arboree strutture metalliche, eludendo la sorveglianza della base militare americana e protestando contro le 46 installazioni del progetto MUOS. Il Mobile User Objective System, acronimo MUOS, è il sistema di telecomunicazione in fase di sviluppo della marina militare americana, il quale gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, prevede la messa in orbita di 5 satelliti geostazionari e la realizzazione di quattro stazioni di terra, tra cui rientra la base di Niscemi. Obiettivo è la creazione di un sistema di comunicazione ad altissima frequenza il quale permetterà l’integrazione e il coordinamento di tutti i sistemi militari americani. Il gesto di protesta è da ricondurre al movimento “NO MUOS”, che nella giornata odierna ha indetto una manifestazione nazionale contro le installazioni americane nella base di Niscemi, ricevendo adesioni oltre che dalle associazioni ambientaliste, che si stanno battendo contro il rischio di un possibile degrado del territorio, anche da esponenti del PD e del M5S e da 20 importanti intellettuali americani contrari al progetto del Dipartimento della difesa, tra cui Noam Chomsky.
Il fronte “NO MUOS” sostiene la pericolosità delle installazioni, le quali avrebbero gravi ripercussioni sulla salute degli abitanti dell’area e della stessa Niscemi, con la registrazione di un aumento sensibile di tumori e ricoveri ospedalieri. Proteste in difesa dell’ambiente sono legate al possibile impatto negativo dell’opera sul territorio e in particolar modo il rischio di degrado della vicina riserva naturale orientata Sughereta di Niscemi, protetta dalle Regione Sicilia dal 1997. Proprio per questioni di carattere ambientale nel 2012 la Procura di Caltagirone decise la sospensione dei lavori e il sequestro del MUOS, per violazioni della prescrizione fissata dal decreto istitutivo relativa all’area protetta. Sequestro successivamente annullato dal Tribunale di Catania, che impose la ripresa dei lavori. Il braccio di ferro tra le autorità locali e il MUOS non si è arrestato e il 29 Marzo del 2013 la Regione Sicilia sancisce la revoca in via definitiva della costruzione della stazione di telecomunicazione statunitense, inutile il ricorso da parte del Ministero della difesa al Tar di Palermo, con la richiesta dell’annullamento della sentenza e il pagamento da parte della Regione Sicilia di un risarcimento danni. Il Tar decide il 9 Luglio 2013 lo stop dei lavori, che rimangono bloccati vista la necessità di assicurare con certezza l’assenza di nocività del MUOS. Il recente parere positivo dell’Istituto superiore di Sanità, il quale ha assicurato il rispetto dei limiti previsti dalla legge in materia di protezione della salute dai campi elettromagnetici, ha portato ad un nuovo colpo di scena, con la decisione da parte della Regione Sicilia di annullare i provvedimenti con i quali aveva revocato le autorizzazioni per la costruzione del Muos. La posizione assunta della Regione, la quale è tornata indietro sui propri passi iniziali, ha alimentato le nuove proteste degli attivisti, pronti ad far valere le proprie idee con la grande manifestazione odierna.
Damiano Rossi (redazione Roma)
9 agosto 2013