Arrestato l’ “arbitro della mafia”: in manette il fratello di Riina

di Federico Cirillo
L’operazione “Apice”, contro i presunti vertici del mandamento di Corleone, ha messo a segno, ieri nella notte, un importante colpo: dietro le sbarre, infatti, è finito Gaetano Riina, fratello del più famoso Totò, il “capo dei capi”. Secondo gli inquirenti, che hanno fermato Gaetano a Mazara del Vallo insieme ad altre due persone (arrestate tra Bagheria e Corleone), sarebbe lui il nuovo reggente e riorganizzatore del suddetto mandamento. Così, a 18 anni dall’arresto di “Totò o’curtu”, la famiglia Riina continuava a governare la testa della mafia: un semplice passaggio di testimone tra fratelli “padrini”, dal maggiore al minore. Gaetano Riina, già tenuto sotto stretta osservazione dal 2008 durante una riunione di mafia, presenziata anche da un emissario dell’inafferrabile Matteo Messina Denaro, è stato tratto in arresto nella sua abitazione, senza opporre alcuna resistenza, con l’accusa di associazione mafiosa ed estorsione (la stessa delle altre due persone finite in cella).
Il ruolo di Gaetano conferma, dunque, la preminente importanza e il ruolo centrale che il mandamento di Corleone, seppur decimato negli anni dagli arresti eccellenti di Totò Riina e di Provenzano, aveva mantenuto negli equilibri di Cosa Nostra. Un’attività investigativa durata circa 3 anni, che ha permesso, infine, di delineare questo nuovo ordine mafioso: nuovo ordine, vecchi nomi, anzi, cognomi. Secondo i magistrati, comunque, a capo di Cosa Nostra, ci sarebbe sempre Totò che, attraverso il fratello, ritenuto il maggior uomo di fiducia per garantire una forte predominanza, continuava a gestire gli affari e l’organizzazione stessa, insieme al suo principale pupillo, Matteo Messina Denaro, per l’appunto, l’imprendibile.