Christiania: caos o anarchia?

A due passi dal parlamento danese e dall’Operaen, teatro dell’opera di Copenaghen, ci si può trovare nell’unico territorio anarchico al mondo: Christiania, nota anche come Città Libera di Christiania. Composta da più di cinquanta collettivi, mille abitanti in totale, suddivisi in quindici zone completamente indipendenti che organizzano riunioni comuni dove si discute di ogni questione amministrativa, dall’ organizzazioni di eventi culturali all’edilizia.
Le origini di Christiania
Nel 1971, il giornale anarchico Hovedbladet, proclamò la nascita della Città Libera di Christiania. In quel periodo, Copenhagen viveva una grossa crisi immobiliari e tantissimi giovani si trovarono in difficoltà nel trovare casa. Perciò, un grande gruppo di hippies decise di occupare una vecchia base militare, ormai abbandonata. Era una comunità libera, ma con pochissime regole: niente violenza, niente armi, niente fuochi d’artificio e soprattutto niente droghe pesanti. Al contrario, l’uso delle droghe leggere è sempre stato ampiamente accettato a Christiania, basti pensare alla celebre Pusher Street nel cuore del quartiere. Lo stato cercò di contrastare la comunità, ma fallì per l’agglomerato di persone presente. Copenaghen incominciò una causa legale contro Christiania il 1 aprile 1976, confermata dalla Corte Suprema il 2 febbraio 1978 dove ordinarono lo sgombro immediato.
Nonostante fossero proibite le droghe pesanti, il consumo era alto. In un anno morirono di overdose dieci persone. Gli abitanti del quartiere si accordarono con le autorità per il “blocco della droga”. Per quaranta giorni e quaranta notti girarono per il quartiere pattuglie di abitanti alla ricerca degli spacciatori locali al fine di cacciarli e diedero assistenza ai tossicodipendenti in gravi condizioni. Alla fine degli anni ‘80, la Città Libera di Christiania divenne legale.
La fine di Pusher Street
Christiania è ancora celebre per la sua Pusher Street, dove si trafficavano droghe alla luce del giorno. Tuttavia, è stata smantellata a seguito di un tragico incidente il 2 settembre 2016. Il 31 agosto dello stesso anno la polizia ferma un 25enne bosniaco per sospetti legati alla vendita di cannabis, questo ha causato una sparatoria dove un agente è stato gravemente ferito alla testa. Poco dopo, l’artefice è stato ritrovato nel sobborgo di Kastrup ed è avvenuto un secondo scontro a fuoco con la polizia che ha ferito gravemente l’uomo facendolo morire successivamente in ospedale. Era noto alle autorità per violenza e traffico di droga, ed era anche un simpatizzante dell’estremismo islamico, ma non si ritiene che ciò abbia motivato l’attacco. L’evento ha scosso il Paese, poiché episodi simili sono molto rari in Danimarca.
Gli abitanti di Christiania oltre a chiudere le bancarelle per la vendita di cannabis, hanno smantellato i sanpietrini della strada per chiuderla definitivamente.
Christiania oggi
Attualmente è la quarta attrazione turistica di Copenaghen per la sua eccezionale vitalità. Infatti, a Christiania si possono trovare negozi artigianali, luoghi di spettacolo, bar, luoghi di restauro, ristoranti e ospita diversi eventi culturali per la città. Ad esempio, c’è il cinema Byens Lys dove ogni martedì propongono “Science & Cocktails”, dove esperti del campo scientifico raccontano le proprie scoperte di fronte a un drink. Christiania è certamente un luogo su cui si accendono dibattiti, alcuni lo ritengono lo sbando della società ed altri ci trovano l’utopia del libero arbitrio, senza dubbi è il più grande esperimento sociale mai riuscito. Sarà una “città invisibile” per lo stato, ma vivissima per la gente che ci ha trovato un luogo di pace