WAJIB | L’immenso valore della tradizione in un paese a pezzi

L’invito al matrimonio nella tradizione palestinese è un impegno sociale imprescindibile. Il padre della sposa deve consegnare personalmente le partecipazioni alle nozze, accompagnato dai figli. Se questo non dovesse avvenire, tale gesto verrebbe considerato una mancanza di rispetto gravissima. Questa usanza è il Wajib, letteralmente “dovere sociale”, e da qui prende il nome il film della regista palestinese Annemarie Jacir. Una tradizione fondamentale nella società, ma che diventa anche occasione di confronto per un padre e per suo figlio, emigrato da tempo e abituato ad una vita completamente diversa da quella che ha lasciato in patria.
Abu Shadi, stimato insegnante di 65 anni, vive a Nazareth e ha cresciuto da solo due figli, dopo che la moglie l’aveva abbandonato per fuggire in America. Ora però l’uomo si appresta a vivere uno dei giorni più importanti della sua vita: il matrimonio della figlia. Per la gioiosa occasione e per aiutarlo nei preparativi, suo figlio Shadi, che vive da tempo in Italia, ha fatto ritorno nella città natale. Nonostante gli anni passati all’estero, Shadi non si sottrae al rispetto della consuetudine locale che prevede il “wajib”, accompagnando dunque suo padre nella consegna degli inviti. Di quartiere in quartiere, di casa in casa, di salotto in salotto, i due uomini compiono impeccabilmente il loro dovere. Ma durante il viaggio a bordo della sgangherata Volvo di Abu Shadi, la diversa visione della vita e dei valori affiora man mano in superficie, costringendo padre e figlio ad un inevitabile confronto.
Mentre sullo sfondo scorre la città di Nazareth, padre e figlio dialogano liberamente di ciò che è stato e di ciò che sarà. Gli studi di Shadi, le rinunce di Abu Shadi, le sofferenze subite in una terra natia che da settant’anni è territorio di uno dei conflitti più sanguinosi della storia. Un uomo che ha vissuto l’età della maturazione mentale all’estero, cambiando drasticamente il suo modo di pensare e di rapportarsi con l’altro, si scopre straniero in patria. Eppure, di fronte a quel wajib così importante per il proprio popolo, anche “l’occidentale” Shadi è costretto a rivedere le sue certezze. E lo stesso fa suo padre, che dopo una vita passata a combattere per la propria indipendenza ha finalmente la consapevolezza necessaria per disinnescare. Per flettersi senza spezzarsi, per sorridere e imparare ad apprezzare i valori che ogni giorno rischiamo di disonorare con i nostri sciocchi errori.
Oltre ad essere una commedia delicata e raffinata, Wajib rappresenta una testimonianza di estremo valore. Un film ricco di dialoghi, ma in cui a fare la differenza sono le parole che non erano mai state dette. L’incontro tra due generazioni di palestinesi così lontane fra di loro, che si ritrovano unite in una tradizione antica ma fondamentale nel rinnovare un legame di amore infinito: quello tra un vecchio padre e il suo impetuoso figlio.
Curiosità: Il film narra la storia di un padre e un figlio, interpretati da un padre e un figlio realmente nella vita e doppiati, nella versione italiana, da un padre e un figlio (Andrea e Marco Mete).
VOTO 7,5
Dati tecnici di Wajib
TITOLO: Wajib – Invito al matrimonio
TITOLO ORIGINALE: Wajib
USCITA: 19 aprile 2018
REGIA: Annemarie Jacir
SCENEGGIATURA: Annemarie Jacir
DURATA: 96’ minuti
GENERE: commedia, drammatico
PAESE: Palestina, 2017
CASA DI PRODUZIONE: Philistine Films
DISTRIBUZIONE (ITALIA): Satine Film
FOTOGRAFIA: Antoine Héberlé
MUSICHE: Koo Abuali
MONTAGGIO: Jacques Comets
CAST: Mohammed Bakri, Saleh Bakri, Maria Zreik, Rana Alamuddin