DARK NIGHT | L’incubo americano in un brillante racconto per immagini

È complicato parlare delle sparatorie di massa nel Nord America. Complicato perché la ferocia ma soprattutto la frequenza con cui questi episodi si abbattono sul suolo statunitense hanno del diabolico, e solo pochi giorni fa ne abbiamo avuto la riprova in Florida. Eppure, nonostante gli accesi dibattiti che seguono queste stragi, constatiamo con malcelata rassegnazione quanto esse vadano solo ad infoltire una folle lista di statistiche alla quale risulta difficile porre fine. Per smuovere qualcosa, perché evidentemente ce n’è bisogno, ci viene in soccorso l’arte cinematografica. Dark Night, terzo lungometraggio diretto da Tim Sutton e vincitore del Premio Lanterna Magica alla 73° Mostra del Cinema di Venezia, racconta la tragedia che ebbe luogo nel 2012 ad Aurora, in Colorado. James Holmes entrò armato in un cinema dove si stava svolgendo la proiezione di The Dark Knight Rises, aprendo il fuoco sul pubblico: uccise 12 persone, ferendone altre 70.
Ciò che stupisce di Dark Night e in un certo qual modo affascina lo spettatore è lo stile di Sutton. Il regista non cerca di ricostruire pedissequamente gli eventi che portarono alla tragedia, né si preoccupa di sviluppare un filo narrativo che lo spettatore meno attento possa seguire in tranquillità. Un linguaggio cinematografico di alto livello costruisce un racconto per immagini immersivo e ben strutturato, nel quale la gestione dei tempi prolungati ricopre un ruolo fondamentale. Sutton fotografa i sei protagonisti, compreso l’attentatore, nella loro vacua quotidianità: al disagio esistenziale fa da contraltare la bellezza degli ambienti e di alcuni paesaggi, nei quali i giovani si muovono come spiriti senza meta. Le vite piatte dei ragazzi restano intrappolate nei campi lunghi che il regista dedica loro, ai quali fanno si contrappongono i primi piani stretti negli interni delle loro abitazioni, le gabbie in cui maturano le ossessioni più perverse.
Lo spettatore respira a pieni polmoni il nuovo incubo americano. Dark Night invita a riflettere sulle motivazioni che spingono un essere umano a compiere un massacro così terribile. Un atto del genere non può essere semplificato e risolto con l’infermità mentale: certi disturbi nascono da cause ben precise. Il contesto ambientale in cui sia le vittime sia il killer sono immerse va analizzato e compreso, ed è importante notare come durante il film si faccia fatica ad individuare chi tra i protagonisti possa essere il vero attentatore. Quello che emerge da Dark Night è un panorama fatto di alienazione e disturbo sociale, anaffettività e malessere che gli abitanti della periferia americana sono costretti ad affrontare quotidianamente. Gli individui galleggiano in un vuoto di relazioni, e l’atmosfera eterea e sospesa che si viene a creare è sottolineata dall’ipnotica colonna sonora curata dalla musicista canadese Maica Armata (la quale fornisce una versione di You Are My Sunshine incredibilmente spiazzante).
Tim Sutton sceglie di non mostrare la violenza per tutta la durata del film, costruendo in tal modo una spirale di tensione incredibilmente potente. Tuttavia, il fatto che lo spettatore in Dark Night riesca a percepire così distintamente l’orrore non esplicitato dalle immagini deve far riflettere sull’assuefazione a cui siamo ridotti al giorno d’oggi.
Accuratezza e fotografia, oltre ai temi forti, hanno spinto Mariposa Cinematografica a puntare tantissimo su questo prodotto, facendolo arrivare nelle sale cinematografiche italiane. Ottimo segnale per il panorama indie nazionale e internazionale.
VOTO 7,5
Dati tecnici di Dark Night
TITOLO: Dark Night
USCITA: 1 marzo 2018
REGIA: Tim Sutton
SCENEGGIATURA: Tim Sutton
DURATA: 85’ minuti
GENERE: drammatico
PAESE: Stati Uniti d’America, 2016
CASA DI PRODUZIONE: Ringling College Studio Labs, Film Factory
DISTRIBUZIONE (ITALIA): Mariposa Cinematografica, 30 Holding
FOTOGRAFIA: Hélène Louvart
MUSICHE: Maica Armata
MONTAGGIO: Jeanne Applegate
CAST: Eddie Cacciola, Aaron Purvis, Shawn Cacciola, Anna Rose Hopkins, Robert Jumper, Karina Macias, Conor A. Murphy, Rosie Rodriguez, Kirk S. Wildasin