THE PARTY| Una festa tragica
Scegliere dei personaggi per festeggiare l’elezione di un’amica come Ministro della Salute di un governo ombra, riunire le loro idee, i loro segreti, farli convergere in un’esplosione di verità che distruggerà irreversibilmente l’equilibrio iniziale, decretando la crisi di alcuni di loro e del sistema di valori a cui si riferiscono. Questo è “The Party”, nuovo film, firmato Sally Potter, fuori nelle sale l’8 Febbraio. Scrittrice e regista del film, la Potter, racchiude in una modesta abitazione inglese l’insolvibile nodo di coerenza tra pensiero, azione e la sottomessa verità. Un ministro femminista, Janet, che crede fermamente nell’azione politica, suo marito,Bill, che ha rinunciato ad una cattedra alla Yale University per seguirla nella carriera, la sua storica amica, April, che ha abbandonato ogni idealismo e si accompagna con un uomo tedesco, Gottfried, ubriaco di filosofie orientali, un banchiere cocainomane, Tom, tormentato per delle ragioni che lo svolgimento della pellicola renderà più chiare, sua moglie, Marianne, che arriverà in ritardo alla festa , una coppia di lesbiche, Martha e Jinny, in procinto di avere 3 gemellini, sono i partecipanti della tragica festicciola.
Janet è bombardata di telefonate di auguri, suo marito Bill mette musica al giradischi e fissa il vuoto con un calice di vino rosso in mano, quando arrivano April e Gottfried. Suona di nuovo qualcuno, arrivano Martha e Jinny. Poi Tom, che giustifica il ritardo di Marianne. L’incipit è sfumato dai vari orientamenti ideologici dei personaggi e dai contasti che ne vengono fuori smorzati da un sarcasmo intellettuale. La festa può iniziare, Bill annuncia, però, di essere un malato terminale, rompendo ogni schema e rovesciando l’atmosfera di festeggiamento. Janet è disperata, April, Martha, Gottfried cercano di comprendere il reale stato di salute di Bill cercandogli di strappare le parole di bocca, mentre Tom è agitato con un pistola sotto la giacca. Un caos di problemi, interpretazioni, possibili soluzioni, opinioni fuori luogo, impazza nella stanza in un momento di forte tragicità, alimentato da un’altra rivelazione di Bill, sollecitato da Tom ad “aggiungere altro”. Il secondo segreto svelato dall’uomo è così sconvolgente da far perdere le staffe a Janet, che, si lascia andare in uno sfogo di violenza su suo marito. Janet è dilaniata, la rabbia prevale sulla razionalità con due ceffoni sul volto di Bill: mentre Gottfried bonariamente cerca di risolvere tutto, Martha si rivela complice, Tom non ha più alcuna certezza, April, cinica e realista, aspetta sempre il peggio da tutti e ha letto nell’animo di Janet il segreto che la ministra custodiva ma che non ha svelato. Non c’è tempo perché lo riveli, suonano al portone, il film finisce com’era iniziato: Janet che impugna la pistola di Tom.
“The Party” è una commedia che vira in tragedia suscitata dalle verità che emergono nel corso del film. “Ognuno dei personaggi custodisce un segreto. Le cose che sono state nascoste vengono fuori in una sequenza di rivelazioni che si delineano come qualcosa di catastrofico”, dice la Potter, “qualcosa di sinistro e pesante che in realtà è una commedia”. Su uno sfondo bianco e nero, come nei primi film di Woody Allen, Sally Potter racconta “qualcosa che arrivasse a parlare di politica attraverso il filtro della politica privata; relazioni, spostamento di placche tettoniche di potere, amore, desiderio, tradimento, ambizioni, delusioni e così via. Le esperienze umane con cui abitualmente le persone sono obbligate a confrontarsi durante l’arco della loro vita ma condensate in meno di un’ora e mezza”. E in questo breve tempo, in un ambiente circoscritto nel quale è impossibile scappare dalla macchina da presa, interi stili di vita vengono messi in discussione e un desiderio di vendetta freme sotto la superficie liberal degli ospiti. E’ lo scoppio di una crisi che si origina dal rapporto tra verità e vite costruite attorno alla menzogna. L’emblema è Janet stravolta. In questo strappo di finzione oltre all’introspezione di quella che la Potter chiama “una consapevolezza dell’assurdità della sofferenza umana” c’è spazio per diversi temi, dalla dicotomia sanità pubblica e privata, allo scontro tra un capitalista, Tom, e gli amici intellettuali di sua moglie assente, dalla sfiducia nell’Occidente di Gottfried alla gratitudine di Jinny per il progresso grazie al quale è stata possibile la fecondazione in vitro. Una trama densa, raffinata e umoristica di un film che non è facile da comprendere. Il bianco e nero si dimostra una trovata geniale, spinge lo sguardo dello spettatore a focalizzarsi sul viso dei personaggi, come ha detto il direttore della fotografia Alex Rodionov: “il bianco e nero aiuta perché eliminando i colori rende più facile concentrarsi sull’azione, sulle interpretazione degli attori e sui loro volti”. A questo obiettivo contribuisce una scenografia essenziale di Carlos Conti. Anche il montaggio attraverso primi piani ravvicinati si sposa bene con la linea direttrice del film e le musiche prevalentemente jazz. Un cast eccezionale, in cui spiccano particolarmente Cillian Murhpy, apprezzato in Dunkirk, Bruno Ganz e Timothy Spall, il famoso codaliscia, interpreta i personaggi di Potter. Pellicola elegante e riflessiva che guarda dentro e fuori di noi.
VOTO 8
TITOLO The Party
REGIA Sally Potter
SCENEGGIATURA Sally Potter
GENERE Commedia Drammatica
PAESE Regno Unito
PRODUZIONE Christopher Sheppard e Kurban Kassam
DISTRIBUZIONE ITALIANA Accademy Two
FOTOGRAFIA Alex Rodionov
SCENOGRAFIA Carlos Conti
MONTAGGIO Anders Refn e Emilie Orsini
CAST Patrcia Clarkson,Bruno Ganz, Cherry Jones, Emily Mortimer, Cillian Murphy, Kristin Scott Thomas e Timothy Spall