50 PRIMAVERE: UNA DONNA E’ DONNA SEMPRE

Finché si è vivi, è impossibile smettere di vivere: anche dopo cinquanta primavere e un mondo che ignora le tue esigenze, non si può venir meno a nessun stravolgimento che la vita ci impone, reagendo, ognuno a suo modo, attivamente. “50 Primavere”, pellicola di Blandine Lenoir, di nuovo alla regia dopo “Zouzou”, racconta la storia di Aurore, interpretata da una Agnès Jaoui. La cinquantenne protagonista, madre separata di due figlie, diventerà presto nonna, mentre i tormenti della menopausa si intrecciano ad una serie di inconvenienti sociali, lavorativi e sentimentali. Disoccupata, in compagnia di un’amica che tenta di combattere il trascorrere del tempo con un lifting e sfoghi infantili, Aurore è avvolta da una nervosa apatia che le impedisce, in alcuni tratti, di gioire pienamente della gravidanza di sua figlia Marine e si traduce in un’identitaria crisi di genere, in un’implosione paralizzante: “Quando, per la prima volta, mi sono venute le mestruazione tua nonna mi disse di essere diventata donna, ora che non mi verranno più cosa sono?” dice Aurore a sua figlia minore Lucie. Nonostante l’esasperazione di alcuni momenti, Aurore è una donna forte e capace ancora di riaccendere una vecchia passione amorosa, riprendendo in mano la propria vita.
Sarà la ricerca della conservazione della propria identità femminile in una “nuova vita” fisica e amorosa il filo conduttore del film. La vecchia fiamma e l’inesauribile affetto materno daranno la spinta per far sorgere una nuova “Aurore”. Musiche epifaniche sono la colonna sonora attorno alla quale la protagonista ricostruisce i momenti felici della propria vita, nel ricordo delle sue “bambine” e dell’intenso primo amore per Cristophe, impersonato da Thibault de Montalembert. La Lenoir porta in sala una protagonista emblema di un genere per una proiezione colorata di rosa. Decisamente più numerosi sono i personaggi femminili e, allo stesso tempo, più influenti sono le loro azioni rispetto allo sviluppo della trama o alla definizione del carattere ideale dell’opera. Tutte le altre donne del film vivono, più o meno, lo stesso problema o, quantomeno, lo comprendono ed è come se si creasse attorno ad Aurore una calorosa solidarietà femminile, indistintamente dall’età dei soggetti. Tim, ragazzo di sua figlia, dirà ad Aurore “anche lei come mia madre non se la passa un granché”. Sembra come se tutta la società invitasse queste donne a farsi da parte, a rassegnarsi all’incombente condizione di vecchiaia e improduttività, sotto un malcelato sguardo discriminatorio e irriverente. In tutto il film trapela quest’intenzione corale degli “altri” attraverso un sottile umorismo ed è espressa esplicitamente dalle parole del medico (uomo) ad Aurore “non c’è un rimedio per le vampate e l’instabilità emotiva, la prenda semplicemente con filosofia”.
Il dramma di questa parabola discendente è, però, continuamente smorzato da un’ironia impudente ma misurata, che rende il film profondo e simpatico, nell’accezione classica del termine: non è necessario appartenere al gentil sesso per apprezzarlo. La Lenoir ha confessato che l’idea del film nasce dalla sua esperienza personale di donna, all’interno della quale un intero genere può rivivere, l’altro intenerirsi. A rendere ancor più efficace quest’identificazione tra pubblico e opera è la straripante interpretazione di Agnès Jaoui, ideale per questo ruolo grazie al suo temperamento e alla sua prosperosità, evidenziata da costumi particolari che risaltano le necessità di Aurore. Una fotografia naturale di Pierre Milon e una scenografia semplice di Ric Bourges riproducono l’atmosfera quotidiana in cui si compendia il passaggio della protagonista da “mamma a nonna”. La sceneggiatura è affidata alla penna di Jean-Luc Gaget che tratteggia un’evoluzione della storia di Aurore prevedibile ma divertente e, allo stesso tempo, riflessiva attraverso qualche battuta dirompente o rimandi interni, che un buon occhio sa cogliere. Tutto sorretto da una regia molto presente nel film, attenta a creare un qualcosa che si avvicini il più possibile ai propri spettatori, i quali si lascino immergere in un ambiente familiare dove con sensibilità e umorismo viene affrontato il tema universale del transizione da uno stadio all’altro della vita. “50 Primavere” si colloca sulla scia della fortunata commedia francese capace contemporaneamente di indurre alla riflessione e di far ridere, affrontando temi inusuali con straordinario realismo: da “Quasi Amici” a “La Famiglia Bélier”, passando per “Non sposate le mie figlie”.
VOTO 7.5
DATI TECNICI DEL FILM
TITOLO: 50 Primavere
USCITA: 21/12/2017
REGIA: Blandine Lenoir
SCENEGGIATURA: Jean-Luc Gaget
DURATA: 89’
GENERE: Dramma/Commedia
PAESE: Francia
CASA DI PRODUZIONE: Karé Productions
DISTRIBUZIONE (ITALIA): Bim Distribuzione
FOTOGRAFIA: Pierre Milon
SCENOGRAFIA: Ric Bourges
CAST: Agnès Jaoui, Thibault de Montalembert, Pascale Arbillot