MALARAZZA | Il coraggio di una madre in un ambiente degradato

Una storia tragica ma incredibilmente verista, questo racconta Malarazza. Niente pietismi, niente assoluzione, niente lieto fine: quando si parla di mafia nulla di tutto ciò può essere rappresentato se si vuole fare un buon film. Giovanni Virgilio, giovane regista al suo secondo lungometraggio, ne è consapevole e decide di mettere in scena la storia di una donna forte e coraggiosa, costretta a fare i conti con un mondo più grande di lei che tarpa le ali anche alle farfalle più belle.
Rosaria (Stella Egitto) è una giovane mamma, moglie di Tommasino Malarazza (David Coco), boss ormai in declino di una nota famiglia mafiosa del quartiere Librino a Catania. L’uomo la maltratta ogni giorno, rendendole impossibile la vita: così, Rosaria sogna per il loro unico figlio Antonino (Antonino Frasca Spada) un futuro diverso da quello del padre, cercando una via d’uscita da quell’esistenza miserabile. La donna potrà contare solo sull’aiuto di suo fratello Franco (Paolo Briguglia), emarginato perché travestito e residente a San Berillo. Quando la vita malavitosa comincerà a prendere il sopravvento, si aprirà una piccola possibilità di cambiamento per tutti: ma la vita da strada che offre il quartiere sembra attirare Antonino, e la libertà non è sempre facile da ottenere.
In Malarazza assistiamo all’annichilimento totale dell’amore. I personaggi sono dei fantasmi che si muovono nel quartiere di Librino, in cui le persone vengono colpevolmente dimenticate dalle Istituzioni. È un non-luogo di periferia dove ci si limita a sopravvivere. Neanche l’affetto di una madre per il proprio figlio, forse il sentimento più forte che possa esistere, riesce a cambiare il corso degli eventi. Chi nasce a Librino sembra avere un marchio oscuro addosso, una maledizione arcana che segna irrimediabilmente il destino delle persone. Il regista Giovanni Virgilio si affida dunque ad un nichilismo estremo per rappresentare la periferia, ma proprio grazie ad esso appare evidente il tentativo di miglioramento insito nella pellicola. Il tono cupo e pessimistico di Malarazza tenta di sortire l’effetto contrario nello spettatore, risvegliando una forte volontà di contribuire attivamente al cambiamento. Perché ricordiamoci che la lotta alla mafia avviene tutti i giorni, anche nel nostro piccolo.
Personaggi molto interessanti popolano Malarazza, fornendo caratteristiche uniche e sfaccettature appassionanti. Stella Egitto riesce a dare una vitalità impressionante a Rosaria, una donna distrutta psicologicamente dal proprio marito e che nonostante una grande forza interiore si trova a soccombere all’ambiente malavitoso che la circonda. Le minacce e le violenze subite da Tommasino lavorano subdolamente sulla sua psiche, annientando il carattere ribelle e indomito della donna. Anche Paolo Briguglia fornisce un’interpretazione degna di nota: il personaggio del travestito Franco, nonostante sia sopraffatto da una vita amara e priva di felicità, non perde mai quel barlume di speranza in fondo agli occhi, infondendo calore a tutti coloro che gli sono vicini. È un peccato dunque che il buon lavoro fatto in fase di scrittura sia minacciato da una messa in scena debole e poco incisiva, che fortunatamente non compromette la buona riuscita finale del film.
Malarazza rimane un affresco cupo e violento di un quartiere fantasma che solo con tanta fatica e sudore riuscirà a rinascere, conquistandosi una propria dimensione culturale e sociale.
VOTO 6
Dati tecnici di Malarazza
TITOLO: Malarazza, una storia di periferia
USCITA: 9 novembre 2017
REGIA: Giovanni Virgilio
SCENEGGIATURA: Giovanni Virgilio, Luca Arcidiacono
DURATA: 98’ minuti
GENERE: drammatico
PAESE: Italia, 2017
CASA DI PRODUZIONE: Movie Side, Xenon Produzioni Cinematografiche, Studi Cinematografici Siciliani
DISTRIBUZIONE (ITALIA): Mariposa Cinematografica
FOTOGRAFIA: Giovanni Mammolotti
MUSICHE: Giuliano Fondacaro, Arisa, Mirko Miro
MONTAGGIO: Luca Carrera
CAST: Stella Egitto, Paolo Briguglia, David Coco, Cosimo Coltraro, Lucia Sardo, Antonino Frasca Spada