ROMA 2017 | #Day9: Dillinger è morto (e risorto)

Restaurato Dillinger è morto, di Marco Ferreri
Per la sezione Omaggi sarà presentato oggi alla Casa del Cinema il restauro di Dillinger è morto di Marco Ferreri.
A vent’anni dalla morte del visionario cineasta milanese, il Centro Sperimentale di Cinematografia riporta alla luce uno dei film più controversi del cinema italiano.
La storia è quella di un ingegnere romano, seguito in una serata come tante, fatta di piccole ed alienanti mistificazioni borghesi, gesti del quotidiano che serializzano una vita che non può essere altro che non-vita. Dillinger è morto è probabilmente l’acme della cinematografia di Marco Ferreri, un regista coetaneo -artisticamente parlando- di Pasolini e Bellocchio, ma evidentemente meno ricordato dalla critica di oggi.
Al CSC il merito di celebrare la sua poetica, dando così la possibilità di riportare alla Festa del Cinema un briciolo di quella passione (o forse di estrema, lucida disillusione) post-sessantottina.
La rabbia, la violenza, il feticismo, la società dei consumi: temi ancora di straordinaria attualità, che pesano tutti sulle spalle di un protagonista il quale si muove in una casa realmente appartenuta a Mario Schifano, grande amico del regista.
Borg McEnroe e Si muore tutti democristiani
Si segnala, in Sezione Ufficiale, Borg McEnroe di Janus Metz. Leggendaria fu la finale di Wimbledon tra Bjorn Borg e John McEnroe nel 1980, il momento più alto di una rivalità sportiva tanto epica quanto atipica. Janus Metz Pedersen, noto per lo più per aver girato il terzo episodio della seconda stagione di True Detective e per il documentario Armadillo (2010), porta al cinema il grande sport contando tutto su Sverrir Gudnason e Shia LaBeoulf – quest’ultimo noto soprattutto per aver recitato in Nymphomaniac (2013) di Lars Von Trier ed in Wall Street (2010) di Oliver Stone.
Di ben diversa tematica è invece l’esordio dietro la macchina da presa de Il Terzo Segreto di Satira, unico gruppo di youtuber in Italia a trattare la satira politica.
Il problema è sempre lo stesso, quello del precariato. Il modo di raccontarlo però è molto lontano dalla fantascienza dei The Jackal ed è un concreto sporcarsi le mani con il fango della nostra malandata e ciondolante società.
Un film da scoprire!