SAW: LEGACY | Quando il gioco dura troppo

Negli anni d’oro di reebots e remakes non poteva certo mancare un nuovo capitolo della saga di Saw, caposaldo e punto di riferimento del cinema horror contemporaneo.
Dal primo episodio cinematografico, presentato al Sundance Festival nel 2004, i creatori James Wan e Leigh Whannell hanno terrorizzato il mondo con le loro pellicole dense di violenza, mistero e serial killers, dando vita ad un nuovo sub-genere che scatena il dibattito sulla moralità, sulla giustizia e sul “prossimo”, in un’accezione dal sapore religioso.
Sono passati dieci anni dalla morte di John Kramer, il mondo procede quieto e pacifico fin quando degli orrendi omicidi cominciano a consumarsi per le tranquille strade cittadine. Le forze dell’ordine sono nel panico, dopo una prima analisi pare infatti che vi siano le tracce biologiche di Kramer stesso. Cinque sventurati si risvegliano in una buia stanza, incatenati e con delle terribili lame rotanti che stanno per avventarsi su di loro. Il gioco sembra essere ricominciato.
Da subito la trama e le situazioni fanno sentire il fan accanito “a casa”, e lo spettatore che si approccia per la prima volta vive immediatamente la Saw Experience, un clima familiare che velocemente però si trasforma in déjà vu, proponendo nulla di nuovo, quasi a voler spremere un’ultima volta il frutto del successo della saga.
I punti di forza dei vari capitoli sono stati gli inaspettati twists, i cervellotici enigmi, la lucida follia della mente di Jigsaw e detective, pronti anche a mettere da parte il ruolo di “buoni”, pur di porre fine alle atrocità. In questo nuovo lavoro diretto dai gemelli Michael e Peter Spierig, tutto ciò è presente, ma grottescamente contorto, tanto da sembrare più un prodotto di serie B che un sequel di quel capolavoro di 13 anni fa. Il Focus non è più sulla psicologia di vittime e carnefice, non ci sono più i grandi interrogativi morali o la realizzazione del “peccato”.
La tematica dell’imparare ad amare la vita dopo averla buttata via è totalmente assente. La fotografia e la sceneggiatura si concentrano esclusivamente sui dettagli più gore, inquadrando per decine di minuti cervella ed interiora, ma senza mai dare un quadro completo della psiche o delle motivazioni. Le vittime sembrano essere scelte quasi a caso, e le scelte di caratterizzazione sono alle volte ilari. Una comune ladra viene accusata della morte di una sua vittima nonostante il tentato salvataggio, di altre due delle cinque vittime non viene neanche spiegato il motivo del rapimento. Situazioni che il Jigsaw del 2004 non avrebbe mai e poi mai sfruttato per i suoi giochi.
L’apice viene raggiunto quando uno dei personaggi, nei minuti iniziali, accetta di confessare e di partecipare al gioco, venendo completamente ignorato dai compagni, che invece tentano di strappargli la confessione, creando di fatto un paradosso su schermo che farebbe impallidire il gatto di Schrödinger.
Il tutto mixato in un audace progetto, che ai fini della saga si pone sia come prequel che come sequel, ponendo anche le basi per eventuali capitoli successivi.
Non tutto però nella parte tecnica e artistica è di scarsa qualità. Nonostante le inspiegabili mancanze da parte della polizia, è interessante come vengano invece sfruttati i nuovi metodi di investigazione. I due detective (Callum Keith Rennie, Clé Bennet) sono attenti internauti, più volte durante il film raccontano ai colleghi di come abbiano ricavato informazioni dalla rete trollando nelle pagine social dedicate ai fan dell’enigmista, o infiltrandosi nelle image board e nei forum del Deep-Web per seguire le tracce di un sospetto, collezionista di memorabilia del defunto Kramer.
Notevole è anche lo sforzo scenico, in quanto il team di Anthony Cowley ha effettivamente costruito da zero i vari marchingegni di tortura, dando una importante dose di autenticità e realismo, cosa rarissima nei film del genere, e nel cinema in generale. Non mura di cartone e catene di gomma quindi, ma vibranti macchine mortali in ferro e acciaio, con componenti quali seghe circolari e forconi giustificati dalla location agricola scelta per questa nuova sede del terrore.
Capitolo che rischia di lasciare insoddisfatti i numerosi fan sia della saga che dell’horror, più interessati forse ad un numero del noto settimanale enigmistico che al film.
Voto: 5 poliziotti della postale su 10
Dati tecnici di Saw Legacy
TITOLO: Saw Legacy
USCITA: 31/10/2017
REGIA: Michael & Peter Spierig
SCENEGGIATURA: Pete Goldfinger, Josh Stolberg
DURATA: 130’
GENERE: Horror
PAESE: Australia, Usa
CASA DI PRODUZIONE: Twisted pictures, Serendipity Productions, A Bigger Boat
DISTRIBUZIONE (ITALIA): Eagle Pictures
FOTOGRAFIA: Ben Nott
MONTAGGIO: Kevin Greutert
CAST: Tobin Bell, Laura Vandervoort, Callum Keith Rennie, Matt Passmore, Clè Bennett, Hannah Emily Anderson, Brittany Allen, Mandela Van Peebles