“Sono devastato”: Harvey Weinstein e la storia più nera di Hollywood.

Il caso Harvey Weinstein è ormai nell’occhio del ciclone, e anzi devo dire che si sta esaurendo con grande piacere di tutti. Non perché non sia un caso da tenere nel mirino, ma perché in Italia c’è stato un trambusto e un gran parlare del “resto” più che del problema in sé.
Per chi si sia perso l’inizio di tutta questa storia e del perché sia nata, facciamo un salto indietro. Innanzitutto spieghiamo chi è Harvey Weinstein.
Nato il 19 marzo 1952 nel Queens a New York, con il fratello Bob da ragazzi hanno iniziato a organizzare concerti rock. Negli anni ’70, con i soldi messi da parte con la musica, crearono la Miramax – chiamata così per l’unione dei nomi dei loro genitori (Miriam e Max). Si occupava inizialmente di documentari musicali, ma successivamente iniziarono a produrre film piccoli e ambiziosi. E’ alla fine degli anni Ottanta e inizi Novanta che la Miramax iniziò a crescere esponenzialmente.
Finanziò il documentario The Thin Blue Line, il film Sesso, bugie e videotape di Steven Soderbergh e, nel 1992, Le iene di Quentin Tarantino. Finché nel 1993 fu comprata dalla Disney per 80 milioni di dollari. Da allora la Miramax si impose nel mercato mondiale, vinse premi, tra cui Oscar. Nel 2005 i fratelli Weinstein lasciarono la Miramax e fondarono la Weinstein Company. Tra i film che Harvy Weinstein ha prodotto oppure per cui ha fatto da produttore esecutivo ci sono: Pulp Fiction, Chocolat, Chicago, Il Signore degli Anelli, The Aviator, Will Hunting – Genio ribelle e Il discorso del re.
Fino all’inizio dello scandalo, Weinstein era conosciuto per essere molto attivo nel sociale, contro la violenza e sostenitore dei Democratici. Infatti aveva un ottimo rapporto con gli Obama e i Clinton. Per quanto riguarda la sua vita privata ha avuto due mogli, la prima – Eve Chilton – fino al 2004 e la sua attuale moglie – Georgina Chapman. Ha 5 figli.
Conosciuto l’uomo “pubblico” andiamo ai fatti di cronaca.
Il 5 ottobre 2017 il New York Times ha deciso di pubblicare un articolo su un fatto che tutti sapevano, ma che nessuno aveva avuto il coraggio di denunciare: Harvey Weinstein – secondo il giornale – avrebbe molestato decine e decine di donne, non solo attrici, ma anche modelle e le stesse dipendenti. Le prime che hanno parlato sono state due dipendenti di Weinstein.
Rose McGowan e Ashley Judd hanno dato dettagli scabrosi del comportamento del produttore.
Mi fece salire nella sua stanza, dove si presentò in accappatoio e mi chiese di guardarlo mentre faceva la doccia. A quel punto pensai < Come posso uscire dalla stanza il più velocemente possibile senza indispettire Harvey Weinstein? > Mi sono sentita intrappolata. C’era molto in ballo ( Ashley Judd )
Il New York Times, insieme a queste dichiarazioni, aggiunge molte interviste ad altri dipendenti, molti documenti legali ed email.
Il 10 ottobre il New Yorker replica l’articolo del New York Times con un servizio firmato Ronan Farrow. Nomi di attrici vengono allo scoperto, si accusa il produttore di violenza sessuale. Sono tredici vittime a parlare di abusi, assalti respinti, paure, pressioni. Ed ecco che insieme a Mira Sorvino e Rossana Arquette, fa il suo ingresso Asia Argento. Invitata a 21 anni dal produttore italiano Fabrizio Lombardo a un party della Miramax, Asia Argento si sarebbe trovata da sola con lui in una stanza d’albergo vuota.
Mi ha chiesto di fargli un massaggio e poi mi ha costretto ad aprire le gambe e a subire un rapporto orale. Dopo quel giorno, quando lo guardavo negli occhi mi sentivo debole. Dopo la violenza, lui aveva vinto (Asia Argento)
Fabrizio Lombardo smentisce e annuncia una querela contro Asia Argento
Non ho mai accompagnato Asia da Weinstein e l’ho detto anche a Ronan Farrow che, infatti, nel suo pezzo sul New Yorker non mi cita. Con Weinstein ho avuto solo rapporti di lavoro (Fabrizio Lombardo)
Per qualcuno questa dichiarazione fa acqua da tutte le parti dato che proprio Weinstein era stato il suo testimone di nozze nel 2003.
Da quel momento in Italia si è perso il caso Weinstein e si è aperto il caso Asia Argento. La gente si chiede ancora perché abbia parlato così tardi, perché non ha detto No, perché si è vista in pubblico insieme a lui anche dopo, migliaia di perché, con sbeffeggiamenti, con risatine e girate di spalle. In Italia le persone sembrano essersi dimenticate Weinstein, l’unica persona da uccidere e massacrare socialmente è Asia Argento.
È colpa di persone come voi se le donne hanno paura di raccontare la verità. Dal resto del mondo ricevo solo parole di solidarietà e conforto, nel mio paese vengo chiamata troia. Vergognatevi, tutti. Siete dei mostri (Asia Argento, twitter)
Lascio l’Italia. Tornerò quando le cose miglioreranno per combattere le battaglie con tutte le altre donne (Asia Argento a Carta Bianca)
Mentre in Italia ci si scaglia contro Asia Argento, nel mondo continuano a venire fuori attrici che parlano dell’atteggiamento di Harvey Weinstein.
Un consiglio alle giovani attrici? Non andate a un party di Weinstein (Courtney Love, 2005)
Ho ricevuto in gioventù avances non desiderate, e respinte, in una stanza d’albergo. Come risultato, ho scelto di non lavorare più con lui. Questo comportamento verso le donne in qualsiasi campo, in qualsiasi Paese è inaccettabile (Angelina Jolie)
Avevo 22 anni, mi mise le mani addosso, mi spinse verso la camera da letto, in cerca di un massaggio. Ero una ragazzina, ero pietrificata (Gwyneth Paltrow)
Era difficile dire di no perché era potentissimo. Tutte le ragazze avevano paura di lui […] Improvvisamente mi saltò addosso e provò a baciarmi. Ho dovuto difendermi. È grande e grosso, ho dovuto fare forza per resistere. Sono uscita dalla sua stanza, completamente disgustata (Léa Seydoux)
C’era un’altra donna e pensai di essere al sicuro. Ma lui ci chiese di baciarci. Lo fermai e riuscii a uscire dalla stanza (Cara Delevingne)
Avevo 17 anni. Lui era in accappatoio, mi ha offerto da bere, il giorno dopo dovevo andare a scuola. (Kate Beckinsale)
Si stava masturbando davanti a me. Sono scappata. Quel no ha rovinato la mia carriera. (Sophie Dix)
Quando nel 2009 vinsi l’Oscar (per The Reader) mi dissero: “Assicurati di ringraziare Weinstein, se vinci”, ricordo di aver risposto “No, non lo farò”. Non era per ingratitudine. Se le persone non si comportano bene, perché ringraziarle? È sempre stato prepotente e spiacevole. (Kate Winslet)
Anche il mondo politico e intellettuale che dice di essere indignato perché non sapeva ha dovuto, quasi costretto, dire la sua. Come Hillary Clinton. Travolta dallo scandalo perché i fratelli Weinstein hanno sempre sostenuto la sua campagna anche a livello finanziario, più volte intervistata ha detto di essere senza parole e che non si aspettava una cosa del genere proprio da lui.
Il comportamento descritto da queste donne non può essere tollerato. ( Hillary Clinton )
Siamo disgustati. Un uomo che umilia e degrada le donne deve essere condannato a prescindere dalla sua ricchezza e dal suo status (Barack e Michelle Obama)
E anche chi non ha subito avances dal produttore ha fatto dichiarazioni a sostegno delle vittime. Meryl Streep che ha vinto un Oscar per The Iron Lady prodotto da lui, gli ha girato le spalle.
Le donne coraggiose che hanno fatto sentire la loro voce per denunciare gli abusi sono eroine, qualsiasi abuso di potere è disgustoso e imperdonabile. (Meryl Streep)
E gli uomini? Beh, George Clooney che è sempre stato suo amico, ha detto che il suo comportamento è “indifendibile”, Matt Damon nega di aver mai saputo cosa stesse succedendo.
Anche le attrici che non sono mai state a contatto con Weinstein vogliono esprimere la loro solidarietà alle colleghe.
Il mio cuore è per tutte le donne colpite da queste terribili azioni. E voglio ringraziarle per il loro coraggio nell’uscire allo scoperto (Jennifer Lawrence)
Ho bisogno di esprimere il mio sostegno a tutte coloro che hanno avuto queste orribili esperienze. Nel parlare hanno dimostrato un grande un coraggio (Penelope Cruz)
Non ne sono sorpresa. Non penso si possa definire come una persona dipendente dal sesso, per me è un predatore (Emma Thompson)
Ripercussioni anche nel lavoro di Weinstein. Infatti Channing Tatum ha rinuncia all’adattamento per il grande schermo del romanzo Forgive Me, Leonard Peacock che sarebbe stato prodotto proprio dalla Weinstein Company). Ma lo sceneggiatore Scott Rosemberg su facebook dichiara che nessuno può definirsi innocente.
Io c’ero. C’ero dal 1994 al 2000. L’età dell’oro. Ognuno di noi sapeva. Non che violentasse, sia chiaro. Ma eravamo tutti consapevoli che il suo comportamento aggressivo fosse terribile. Sapevamo della fame di quell’uomo, del suo fervore, del suo appetito. Come un orco insaziabile uscito dalle favole dei fratelli Grimm. Abbiamo taciuto perché era la nostra gallina dalle uova d’oro. Chiedo scusa alle donne che hanno dovuto subire. Mi scuso, e mi vergogno. Perché, alla fine, sono stato complice. Harvey con me è stato solo una cosa: meraviglioso. Quindi ho incassato i benefici e ho tenuto la mia bocca chiusa. Ma anche voi dovreste scusarvi (Scott Rosemberg)
A quel punto anche la sua famiglia non ce la fa più e la moglie, la stilista Georgina Chapman, ha deciso di lasciarlo.
Il mio cuore è infranto al pensiero di tutte le donne che hanno sofferto per azioni imperdonabili. Ho deciso di lasciare mio marito. Prendermi cura dei miei figli è la priorità (Georgina Chapman)
Anche l’Academy, organizzazione che assegna gli Oscar, prende i suoi provvedimenti ed espelle Weinstein.
Non vogliamo solo separarci da qualcuno che non merita il rispetto dei suoi colleghi, ma anche inviare un messaggio: l’era della deliberata ignoranza e della vergognosa complicità in un comportamento sessuale predatorio e di molestie sul lavoro nella nostra industria è finito.
In Italia invece mentre la presidente della Camera Laura Boldrini chiede ad Asia Argento di non mollare, le donne sembrano infettate dall’odio e l’accusano. Non possiamo sapere il motivo per cui abbia accettato, sicuramente a 21 anni trovarsi di fronte a un uomo grande, grosso e potente fa paura, sicuramente persone hanno accettato tra le lacrime, alcune forse hanno rifiutato. Ma a prescindere, se il potere diventa il pretesto per poter chiedere favori sessuali ritorniamo indietro di anni. L’Italia, mi dispiace dirlo, sembra retrocedere passo passo, giorno dopo giorno. E’ facile condannare, è facile dire “io avrei fatto / farei diversamente”, ma nessuno è uguale.
E poi, poniamo il caso Asia Argento l’avesse fatto volutamente, avesse accettato le avences per carriera, poniamo il caso che Weinstein l’abbia intortata con lusinghe e lei ci fosse stata, quante donne poi crescono e si rendono conto della violenza psicologica che c’è stata dietro? Quanto spesso a 40 anni si fa un esame di coscienza e si dice che in quel determinato momento non eravamo in noi? E a maggior ragione se forzate, oppure se ci si trova in una situazione in cui è difficile dire no perché si ha paura, perché non si deve chiamare violenza? Possiamo inventare un altro termine, possiamo dire che è stata una costrizione ma pur sempre violenza è stata.
Ma in tutto questo fracasso, che fine ha fatto Harvey Weinstein?
Il produttore prima ha iniziato a far girare delle scuse sommesse, e con un colpo di coda ha annunciato di voler querelare il New York Times. Poi, dato che le voci continuavano ad aumentare e diventare sempre più forti si è arreso.
Sono devastato, ho perso mia moglie e i miei figli (Harvey Weinstein, Page Six).
So che il consiglio di amministrazione dell’azienda vuole licenziarmi. Questo è sbagliato, tutto ciò che chiedo loro al momento è: lasciatemi prendere una pausa e fare una dura terapia e un trattamento psicologico. Lasciate che io possa riprendermi dandomi una seconda chance (e-mail di Harvey Weinstein alla Weinstein Company)
La sua azienda però l’ha licenziato e Weinstein ha deciso di andare in rehab in Arizona, cercando di guarire dalla dipendenza dal sesso.
Vorrei chiudere con l’intervento del procuratore di Los Angles Mike Feuer, mentre la polizia, sia quella di New York che di Londra, ha aperto due inchieste per quanto riguarda le denunce contro il produttore.
Le accuse a Weinstein hanno acceso la luce sugli abusi e le violenze sessuali nel posto di lavoro. Sappiamo che non si tratta di un problema di Hollywood. So che molte vittime si chiedono: perderò il mio posto di lavoro? Sarò umiliata? Verrò creduta? Qualcuno starà dalla mia parte? Ecco vengo a dirvi che le denunce verranno prese seriamente. Denunciate!