Un pranzo in famiglia, la commemorazione di un defunto, delle verità nascoste per anni. Sieranevada, presentato in concorso al Festival di Cannes 2016, racconta uno spaccato di vita di un’intera famiglia, a pochi giorni dall’attentato di Charlie Hebdo. Ma col suo stile confuso, a tratti pretenzioso, non riesce a scalfire fino in fondo le corazze dei protagonisti, lasciando lo spettatore in balia di se stesso.
Lary (Mimi Branescu), medico di mezza età che ha smesso di esercitare la professione e ha cominciato a vendere materiale medico, si ritrova a pranzo con la famiglia al completo in casa della madre. L’occasione è quella di commemorare il padre, passato a miglior vita qualche settimana prima. Mentre aspettano il prete per la celebrazione del rito ortodosso prima di mettersi a tavola, i protagonisti interagiscono fra di loro, rivelando dissapori vecchi e nuovi. C’è chi è convinto complottista dell’11 settembre e degli avvenimenti di Charlie Hebdo, chi invece è impaziente di mangiare, chi ancora porta a casa inaspettatamente un’amica in pessime condizioni. Viene messa in scena una crisi familiare in pieno svolgimento, dove ogni componente è costretto a fare un passo indietro e riflettere. Ma in tutto questo, c’è ancora tempo per sorridere: se non altro un sorriso beffardo condiviso fra uomini e fratelli, disincantati e rassegnati.
Attraverso dei lunghi piani sequenza, il regista Cristi Puiu guida lo spettatore all’interno dell’appartamento dove la quasi totalità del film è stata girata. La macchina da presa si muove lentamente, anche troppo a dire il vero, accompagna lo spettatore dentro le varie stanze: soprattutto in cucina, dove si concentrano i frenetici preparativi del banchetto. In alcune occasioni invece ciò che succede fuori campo la fa da padrone, lasciando lo spettatore ad interrogarsi su cosa stia succedendo all’interno di una stanza, o nella camera da letto dove i vestiti del defunto giacciono sistemati minuziosamente sul materasso. Tuttavia, forse proprio a causa dei lunghi piani sequenza, forse anche per l’eccessiva prolissità dei dialoghi e delle scene, Sieranevada non riesce a compiere quello sforzo necessario affinché lo spettatore si affezioni ai personaggi. Ci vengono mostrati, li seguiamo nei loro spostamenti, ma non si riesce a toccarne fino in fondo il dramma, anche per colpa dell’eccessivo divagare prima su una persona, poi su un’altra.
Sieranevada risulta troppo ancorato nel suo stile di regia, caotico e poco selettivo. Le storie si intrecciano, i ricordi affiorano vaghi qua e là, mentre un punto di vista ben preciso, probabilmente, avrebbe potuto giovare molto di più alla fluidità della narrazione. O magari anche uno per volta, senza accavallare pensieri, ricordi e sensazioni, troppo importanti in un film di questo tipo.
VOTO 5
Dati tecnici di Sieranevada
TITOLO: Sieranevada
USCITA: 8 giugno 2017
REGIA: Cristi Puiu
SCENEGGIATURA: Cristi Puiu
DURATA: 173’ minuti
GENERE: drammatico
PAESE: Romania, Francia, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Macedonia, 2016
CASA DI PRODUZIONE: Mandragora, Production 2006, Studioul de Creatie Cinematografica al Ministerului Culturii
DISTRIBUZIONE (ITALIA): Parthénos
FOTOGRAFIA: Barbu Balasoiu
MUSICHE: Bojan Gagić
MONTAGGIO: Letiţia Ştefănescu, Ciprian Cimpoi, Iulia Mureşan
CAST: Mimi Branescu, Andi Vasluianu, Bogdan Dumitrache, Ana Ciontea, Dana Dogaru, Ioana Craciunescu