GHOST IN THE SHELL | Omaggiare con rispetto

Fin dalla comparsa del primo trailer di Ghost in the Shell, se non addirittura dal suo annuncio, schiere di appassionati del manga originale e dell’anime si erano scagliate con veemenza contro questa operazione commerciale. Non accettavano che un’opera immensa come quella creata da Masamune Shirow e animata successivamente da Mamoru Oshii potesse essere martoriata e stravolta da una grande produzione hollywodiana. Ed in parte purtroppo avevano ragione, perché tanta della poetica originale è andata perduta, tralasciata o semplificata. Ma, perché c’è un ma, il Ghost in the Shell diretto da Rupert Sanders ha due grandi pregi, che lo rendono un film estremamente interessante: omaggia e cita senza scimmiottare o copiare, adattando una nuova storia all’universo dei suoi predecessori, impressionando lo spettatore con un comparto visivo a dir poco stupefacente.
Già dalla sequenza iniziale capiamo quale direzione intraprenderà il film. Ghost in the Shell si apre con la creazione di Mira Killian (Scarlett Johansson): in seguito ad un attacco terroristico su una nave di rifugiati, infatti, solo il suo cervello è stato salvato, e per mantenerla in vita la dottoressa Ouelet (Juliette Binoche) lo impianta in un corpo completamente sintetico. L’operazione è finanziata dalla Hanka Robotics, multinazionale che gestisce lo sviluppo di armi e il potenziamento robotico. Così, Mira viene soprannominata “Maggiore” e messa a capo della Sezione 9, unità di polizia che si occupa di cyber terrorismo, sotto la supervisione di Daisuke Aramaki (Takeshi Kitano). Ma una minaccia incombe sul destino della Hanka. Un misterioso hacker che si fa chiamare Kuze (Michael Pitt) sta tentando in tutti i modi di sabotare i piani dell’azienda, ed è proprio da qui che l’azione prende il via.
A differenza dell’anime del 1995, che cominciava in modo leggermente diverso, le intenzioni di Sanders appaiono chiare. Mentre il film di Oshii si apriva con la protagonista già in cima al grattacielo, pronta a dare inizio all’operazione della Sezione 9 e facendo implicitamente notare allo spettatore quanto lei sia già letale e determinata, nel nuovo Ghost in the Shell questa scena arriva dopo la creazione di Mira. Il punto di vista qui si è spostato sulla nascita del Maggiore, sull’innesto del suo cervello e del suo “ghost” in un corpo totalmente artificiale. Quali sono le implicazioni filosofiche di questa nuova nascita? Quanto conserva un corpo quasi interamente cibernetico dell’essere umano, e viceversa, quanto un essere umano può essere considerato tale con uno “shell”, con un involucro artificiale? E cosa definisce la nostra esistenza: i ricordi che abbiamo impressi nella mente o le azioni che facciamo in vita?
Ghost in the Shell a conti fatti è una semplificazione (termine che non assume per forza un’accezione negativa, attenzione!), un adattamento con una storia in parte nuova da seguire: espediente che potrà interessare sia gli esperti conoscitori dell’opera, sia i neofiti rimasti colpiti dall’ impatto visivo dell’immaginario cyberpunk rappresentato. L’atmosfera cupa, illuminata da luci accecanti e soffuse senza soluzione di continuità, l’alienazione nella quale i personaggi e le persone sono costrette a vivere, la futuribilità ipertecnologica dell’ambiente, sono tutti aspetti che contribuiscono alla totale immersione dello spettatore. E non è da sottovalutare neanche la regia di Sanders, interessante nell’alternanza fra le perfette scene action fatte di slow motion, inquadrature dalle più disparate angolazioni, luci intermittenti, e la dilatazione temporale, la pacatezza del resto delle scene, che vanno ad acuire il senso di solitudine e straniamento dei protagonisti.
E dato che almeno un Ghost in the Shell perfetto c’era già stato, possiamo goderci volentieri questo adattamento live action con i suoi difetti e i suoi pregi, che omaggia continuamente cercando di inserire le citazioni in un contesto più ampio. L’operazione è più che riuscita, e se si contano anche le interpretazioni molto convincenti di tutto il cast, non possiamo far altro che essere molto soddisfatti di questo nuovo capitolo del franchise.
VOTO 8,5
Dati tecnici di Ghost in the Shell
TITOLO: Ghost in the Shell
USCITA: 30 marzo 2017
REGIA: Rupert Sanders
SOGGETTO: Ghost in the Shell, di Masamune Shirow
SCENEGGIATURA: Jamie Moss, William Wheeler
DURATA: 120’ minuti
GENERE: fantascienza, azione, poliziesco, drammatico, thriller
PAESE: Stati Uniti d’America, 2017
CASA DI PRODUZIONE: Arad Productions, DreamWorks, Grosvenor Park Productions, Paramount Pictures, Reliance Entertainment, Seaside Entertainment, Steven Paul Production
DISTRIBUZIONE (ITALIA): Universal Pictures
FOTOGRAFIA: Jess Hall
MUSICHE: Clint Mansell
MONTAGGIO: Billy Rich, Neil Smith
CAST: Scarlett Johansson, Pilou Asbæk, Takeshi Kitano, Juliette Binoche, Michael Pitt, Chin Han, Danusia Samal, Lasarus Ratuere, Rila Fukushima, Joe Naufahu