Rosso Istanbul | Il ritorno a casa di Ferzan Özpetek

La recensione
A tre anni esatti da Allacciate le cinture (2013) Ferzan Özpetek torna nelle sale con Rosso Istanbul.
Tratto dall’omonimo libro scritto proprio dal regista italo-turco, Rosso Istanbul è un film che già nel titolo anticipa il carattere fortemente autobiografico dell’opera, basata evidentemente su un gioco di ritorni al passato da parte dei personaggi, che sono però anche quelli dello stesso Özpetek.
La storia infatti è quella di Orhan Sahin (Halit Ergenc), editor turco vissuto per vent’anni in Europa, che torna nella sua città natale per aiutare il famoso regista Deniz Soysal (Nejat Isler) a scrivere il suo ultimo romanzo. Orhan però resta ben presto inghiottito nel mare in tempesta che è Istanbul oggi, una città così diversa da come la ricordava e sempre più in linea con dei modelli di vita occidentali.

L’improvvisa sparizione di Deniz diventa quindi un presupposto per rievocare in maniera quasi proustiana un passato che sembra essere lontano anni luce. Niente è più come Orhan l’aveva lasciato, la sua Istanbul demolisce giorno dopo giorno le sue casette di tufo per lasciare spazio ad imponenti grattacieli in vetro. Il suono delle trivelle, che continuamente fanno da sottofondo alla storia, sono moderne Sirene che attraggono il progresso, cancellando totalmente la genuinità del passato. Il linguaggio del regista poi, sempre così attento ad un’estetica fatta di inquadrature di straordinario impatto visivo e di movimenti di macchina eleganti, aiutano molto a comprendere l’emotività che è dietro questa evoluzione.
Özpetek ci tiene ad impostare il suo film su premesse precise, mantenendo comunque un atteggiamento che non è né di condanna, né di rimpianto. Il suo lavoro è semplicemente un momento di raccoglimento, il periodo esatto in cui la barca che sta guidando ha preso velocità e può permettersi di ritirare i remi. Certo, l’urgenza di raccontare la sua Istanbul è molta, tant’è che buona parte delle location del film appar

tengono al passato dello stesso regista. Ma è anche vero che questa implicazione emotiva così diretta da parte dell’autore, porta la sua creatura a sbandare in più di una circostanza, facendo rischiare alla barca un drammatico naufragio.
Sono davvero tanti infatti i temi di spunto del film: il rapporto madre-figlio, le proteste delle così dette «madri del sabato» in piazza Galatasaray, l’omosessualità (lait motiv nella filmografia del regista).Argomenti certo collegati tra loro dalla struttura della sinossi, ma che in alcuni frangenti sembrano essere soltanto delle occasioni perse per indagare fino in fondo su ciò che veramente è oggi l’antica Bisanzio.
Voto: 7/10
Scheda Tecnica di Rosso Istanbul
TITOLO: Rosso Istanbul
USCITA: 2 marzo 2017
REGIA: Ferzan Özpetek
SCENEGGIATURA: Gianni Romoli, Ferzan Özpetek, Valia Santella
DURATA: 115 minuti
GENERE: drammatico
PAESE: Turchia, Italia, 2017
CASA DI PRODUZIONE: R&C Produzioni, Faros Film, BMK, Imaj in collaborazione con Rai Cinema
DISTRIBUZIONE (ITALIA): 01Distribution
FOTOGRAFIA: Gian Filippo Corticelli
MUSICHE: Giuliano Taviani
MONTAGGIO: Patrizio Marone
CAST: Halit Ergenç, Tuba Büyüküstün, Mehmet Günsür, Nejat Isler, Serra Yilmaz.