MOONLIGHT | Le gradazioni del blu

Il racconto delle tre fasi di una vita complicata vissuta in una periferia difficile: Moonlight porta alla ribalta Barry Jenkins, regista e sceneggiatore americano indipendente in grado di catturare l’essenza dei desideri e del dolore e di raccontare il difficile percorso verso il raggiungimento della maturità del protagonista.

Il piccolo Chiron vive nei sobborghi di Miami, perseguito dai suoi compagni di scuola perché ritenuto debole e diverso. Sua madre, tossicodipendente che frequenta un uomo diverso ogni sera, non è di certo una frequenza costante nella vita del bambino, costretto a fare i conti da solo con la vita. Così un giorno, dopo essersi nascosto in un comprensorio abbandonato mentre fuggiva dai suoi persecutori, Chiron viene soccorso da Juan, uno spacciatore che diventa il suo mentore e si prende cura di lui. Con l’aiuto di Teresa, la sua ragazza dal cuore d’oro, Juan cerca di insegnare al giovane cosa voglia dire sentirsi amato e avere intorno a lui il calore dell’affetto e del contatto umano. La storia continua seguendo altre due fasi della vita di Chiron: un’adolescenza complicata, in cui l’accettazione di se stesso e un episodio di violenza incontrollata lo segneranno per il resto della vita; e l’ultimo capitolo, in cui ormai diventato uomo Chiron deve fare i conti col passato, sopito sotto un mare di bugie ed instabili castelli di sabbia.

Moonlight è tratto dalla pièce teatrale “In Moonlight Black Boys Look Blue” scritta dal drammaturgo di Miami Tarell Alvin McCraney. E la divisione in tre atti del film, ognuno col suo titolo che fa riferimento ad ogni fase della vita del protagonista (Little, Chiron e Black), richiama la teatralità che permea l’intera visione della pellicola. Barry Jenkins, alla regia del suo secondo (e sottolineiamo secondo) lungometraggio, svolge un lavoro imponente. Immagini forti, scene d’impatto e dal vivido realismo, contribuiscono anche grazie alla bellissima fotografia curata da James Laxton a creare un’atmosfera sospesa, in cui i personaggi acquistano un proprio spazio di azione ben definito e impattano ognuno a modo suo col protagonista Chiron nel suo percorso di formazione.
Ma ciò che rende in parte speciale il film è quel “blu”, colore che torna più volte sullo schermo, che illumina i corpi e le anime dei personaggi. Dietro quella frase tratta dal titolo dell’opera teatrale e rivendicata fermamente anche durante il film, quel “In Moonlight Black Boys Look Blue”, si nasconde ben più di un insulto razziale, come potrebbe sembrare a prima vista. Perché in inglese la parola “blu” assume tanti significati: è un colore, sì, ma può anche indicare una persona triste, depressa, ferita, tumefatta, malinconica. Indica uno stato d’animo preciso, quel vagare in un limbo di non appartenenza al mondo, quando tutti quelli che ti stanno intorno ignorano il fardello che trasporti con fatica immane. Quella luce blu indica una parte oscura di una persona, che tende a non mostrare, a nascondere anche a chi vuole aiutarla. E Chiron conosce bene tutte queste sensazioni, le vive sulla sua pelle di ragazzo nero, nato in una periferia degradata di una grande città, dove la virilità, il machismo e l’imposizione violenta della propria figura la fanno da padroni. In tutto questo però, il giovane ha dalla sua parte i suoi angeli custodi, Juan e Teresa, che si prendono cura di lui come le figure genitoriali che non ha mai avuto. E poi ha Kevin, suo primo e forse unico amore, tappa fondamentale nel bene (e purtroppo anche nel male) nella scoperta e nell’accettazione della propria omosessualità.

Moonlight è una storia che parla di amore, famiglia e riconciliazione, riuscendo ad essere particolare ed universale allo stesso tempo. Grazie alle sue atmosfere riesce a dare un senso di liberazione a tutti quelli che in un momento della loro vita si sono sentiti diversi, marginali, esclusi, vittime delle proprie emozioni. Moonlight è un invito a lasciarsi andare, a superare i limiti imposti dalla comunità e le etichette, le definizioni affibbiate con cattiveria da chi non conosce e non sa il percorso umano che ognuno ha dovuto percorrere: bisogna affermare la propria identità, esprimere i propri sentimenti e i propri desideri senza temere di essere giudicati.
VOTO 7,5
Dati tecnici di Moonlight
TITOLO: Moonlight
USCITA: 16 febbraio 2017
REGIA: Barry Jenkins
SOGGETTO: Tarell Alvin McCraney
SCENEGGIATURA: Barry Jenkins
DURATA: 111 minuti
GENERE: drammatico
PAESE: Stati Uniti D’America, Australia, 2016
CASA DI PRODUZIONE: A24, Plan B Entertainment
DISTRIBUZIONE (ITALIA): Lucky Red
FOTOGRAFIA: James Laxton
MUSICHE: Nicholas Britell
MONTAGGIO: Joi McMillon, Nat Sanders
CAST: Alex Hibbert, Ashton Sanders, Trevante Rhodes, Mahershala Ali, Naomie Harris, Janelle Monáe, André Holland, Jharrell Jerome