Il viaggio di Fanny | In memoria di chi cresce velocemente

Il viaggio di Fanny è una storia vera. Impressionante, dura, vibrante proprio perché appartenente ad un passato che non deve più riproporsi, nella maniera più assoluta.
Fanny Ben-Ami infatti, nei momenti più difficili del secondo conflitto mondiale, fu costretta a fuggire da casa sua, aiutando le sorelle a cercare un riparo dalle atrocità dei rastrellamenti nazisti. Il loro fu un viaggio disperato, tra i boschi e le campagne del centro Europa, un cammino portato avanti dalla speranza e dalla volontà di raggiungere il riparo e la salvezza della Svizzera.
Ed è proprio questa verità storica il fattore che più impressiona questo tipo di film. Non se ne parlerà mai abbastanza, perché smettere di parlarne equivarrebbe a dimenticarsele certe cose, chiuderle nel dimenticatoio ed aspettare che il male ritorni sotto nuove spoglie.
Per questo Il viaggio di Fanny lascia lo spettatore con lo stesso amaro in bocca lasciato da altri lavori sul tema delle deportazioni, come Il figlio di Saul (2016) o Schindler’s list (1993). Ma ha comunque la forza di mitigare tale sensazione trasponendo la tragedia su un piano più poetico e meno crudo, quello dei bambini. La guerra vista dai loro occhi è un po’ un gioco che non ha spiegazione (si veda il “nostro” La vita è bella o Il bambino col pigiama a righe), la sensazione di un’innocenza rubata per sempre.
Particolarmente attenta a questo aspetto è Lola Doillon, che dopo aver parlato dell’amore adolescenziale nel suo primo lungometraggio Et toi, t’es sul qui? (2007), stavolta ci tiene a sottolineare che questo suo viaggio di Fanny è «la storia di chi è costretto a crescere velocemente». Un road movie bello e buono, un rito di iniziazione che porterà i bambini protagonisti ad avere tra le mani il vero senso della vita, conosciuto soltanto perché precocemente sbattuti di fronte alla morte.
Il viaggio di Fanny è un atto di responsabilità, il veicolo attraverso cui continuare a spiegare alle nuove generazioni il valore della memoria, intesa non solo come misericordia ma come rabbia attiva, come consapevolezza di ciò che è stato e non deve più essere. Un altro disperato urlo contro la discriminazione.
Voto: 6/10
Scheda Tecnica di Il viaggio di Fanny
TITOLO: Il viaggio di Fanny
USCITA: 26 e 27 gennaio 2017
PRODUZIONE: Saga Blanchard e Marie De Lussigny
PAESE E ANNO: Francia, 2016
DURATA: 94 min
GENERE: Biografico, storico,drammatico.
REGIA: Lola Doillon
CAST: Léoine Souchaud, Fantine Harduin, Juliane Lepoureau.