Pericle il Nero – Incarnazione di un uomo solo – Festival di Cannes 2016
Pericle il Nero è in concorso al Festival di Cannes 2016 nella selezione ufficiale Un Certain Regard.
Ci sono dei film che si capiscono con il tempo, quando, dopo aver guardato i titoli di coda, il cervello si rilassa, metabolizza e comprende; altri invece che, nonostante siano all’impatto grandiosi, scemano nei ricordi fino a scomparire.
Pericle il Nero – tratto dall’omonimo libro di Giuseppe Ferrandino – salta un po’ tra le due tipologie di film sopra citate. In effetti a primo impatto si nota una regia un po’ troppo lenta, descrittiva, ma nel contempo, proprio grazie a questo, si mette da parte per dare spazio al personaggio principale, Pericle (Riccardo Scamarcio).
Scagnozzo di don Luigi (Gigio Morra), boss della camorra trapiantato in Belgio, Pericle per vivere “fa il culo alla gente”, nel senso più letterale del termine, ovvero sodomizza chi ha da ridire contro il suo capo. Colpisce le sue vittime in testa con un sacchetto di plastica riempito di sabbia per intorpidirle, dopodiché, quando sono a terra senza sensi, si abbassa i pantaloni e dà loro una lezione che non potranno mai dimenticare.
Questo è il contorno, perché il cuore di Pericle è puro, quasi ignaro di ciò che gli accade, il classico ragazzo che sta in un contesto ma non riesce a capirne i meccanismi più profondi. Come un cane segue gli ordini di quell’uomo che per lui è tutta la sua famiglia, senza curarsi se sia giusto o sbagliato, anche se a volte ha degli scatti nel cervello e ha paura di fare una pazzia.
Sostanzialmente Pericle è un orfano in cerca di un posto dove andare, che spera di essere accettato prima o poi. “Tu non dovevi proprio nascere” gli dirà don Luigi al suo primo sbaglio. Nonostante il lavoro che fa, a mano a mano scopriamo che è una persona con della sensibilità. Riccardo Scamarcio, anche produttore, è stato coinvolto nel progetto per ben 2 anni e studiare un personaggio tanto a lungo è qualcosa di molto raro nel cinema.
“La cosa più difficile è stata seguire la produzione” racconta in conferenza stampa l’attore.
Ritornando al film, Pericle per la prima parte è un malavitoso, cane di don Luigi, per la seconda parte invece, dopo un grave errore commesso ai danni di una donna molto potente all’interno della camorra, viene “condannato a morte”. Lo cercano tutti per ucciderlo e lui scappa, senza una meta, senza idea di che cosa fare. E il caso lo porta a Calais e incrocia lì Anastasia.
Dopo qualche incontro sporadico, Pericle riesce ad offrirle un caffé. E’ un momento molto dolce dove la fanciullezza del personaggio interpretato da Riccardo Scamarcio esce fuori, facendo una “magia” per farla innamorare di lui.
A prescindere da chi bazzichi intorno a Pericle, è solo lui il grande protagonista. Il resto è solo un contorno che serve per mostrare la fragilità di questo personaggio. Non ha un messaggio preciso questo film, se non forse far capire che qualsiasi persona ha un mondo interiore diverso da quello che in realtà mostra.
Forse proprio per questo messaggio, la prima parte, volutamente con meno dialoghi della seconda, ha una mancanza di ritmo che cresce leggermente quando si trova invece a Calais. In una inquadratura, Pericle guarda la televisione con i figli di Anastasia. Viene trasmesso il documentario di una lumaca che sembra più veloce di come sembri nella realtà. La domanda provocatoria potrebbe essere se sia stata la lumaca ad essere velocizzata o il film ad essere girato in slow motion.
Ovviamente, a parte il sarcasmo, non è questo il fulcro della pellicola, ma credo che il contesto sia più interessante del ritmo usato per raccontarlo. E soprattutto il personaggio sia più corposo della sua descrizione scenica.
Comunque, devo ammettere che per quanto se ne possa dire in bene o in male, ogni pellicola che abbia avuto un periodo così lungo di gestazione (si sente parlare di questo film dagli anni ’90) porta un carico pesante da un punto di vista produttivo. E’ la produzione infatti che dimostra essere la parte solida di Pericle il Nero, non lasciando niente al caso e adoperandosi magistralmente nella scelta di rendere questo lungometraggio internazionale, girato in Belgio e Francia. Considerando pure che è arrivato fino al Festival di Cannes nella sezione Un certain regards, è da tenere sott’occhio. A prescindere dal gusto personale dello spettatore, in questo caso del mio.
“Non voglio paragonarmi a Claudio Ranieri che ha vinto con il Leicester City la Premier League, ma per me arrivare al Festival di Cannes è un grande traguardo. Ho festeggiato per dieci giorni consecutivi.” conclude Riccardo Scamarcio.
VOTO: 6
Titolo: Pericle il Nero
Liberamente ispirato al romanzo Pericle il Nero di Giuseppe Ferrandino
Prodotto da: Buona Onda, Rai Cinema – Viola Prestieri, Valeria Golino, Riccardo Scamarcio
Coprodotto da: Jean-Pierre e Luc Dardenne e Alain Attal
Distribuito da Bim Distribuzione
Sceneggiatura: Francesca Marciano, Valia Santella, Stefano Mordini
Regia: Stefano Mordini
Cast: Riccardo Scamarcio, Marina Foïs, Valentina Acca, Gigio Morra, Maria Luisa Santella, Lucia Ragni
Uscita: 12 maggio 2016
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