Cenerentola di Kenneth Branagh, tra magia e fedeltà
Campione d’incassi al box-office, il film Cenerentola ha rapidamente conquistato le sale cinematografiche italiane e il cuore degli spettatori. Volendo scovare le ragioni di tale successo, ci si trova di fronte ad un’eterogeneità di perché e di tratti adeguatamente mescolati che hanno reso possibile l’ottima riuscita della pellicola.
La regia, nelle mani di Kenneth Branagh, è andata incontro al rischio di intaccare una storia sedimentata nella mente di tutti, una di quelle fiabe appartenenti all’infanzia che, nell’immaginario collettivo, sono ammantate di un’aura di reverenza al limite della sacralità. In tal senso, la tendenza comune è quella di condannare a priori qualsiasi adattamento cinematografico di questi titani narrativi. In un drammatico “chissà cosa combineranno con…” ci si aspetta sempre il peggio. Questa volta, però, il peggio non è arrivato.
Ben distante da progetti come “Biancaneve e il Cacciatore” o “Maleficent”, con le loro prospettive decisamente particolari – e non per questo da condannare – sulla storia di partenza, Cenerentola si rivela fedele all’originale della Disney, cartone con il quale instaura un legame di filiazione diretto, compiacendo i giovani nel poter attuare felicemente il confronto. I personaggi, le ambientazioni, i costumi e persino le musiche, non lasciano nello spettatore un senso di estraneità e diffidenza. Al contrario, richiamano a gran voce le tracce di qualcosa di già visto ma non per questo stantio. L’elegante Lily James veste perfettamente l’abito azzurro di Cenerentola e trova un degno compagno in Richard Madden, perfetto Principe Azzurro in precedenza visto nei panni di un ben più cupo Robb Stark in Game of Thrones. Probabilmente il rapporto è sbilanciato in favore di lui, perché di primo impatto l’attrice può non convincere, ma nello sviluppo della storia, invece, il personaggio si cuce con precisione sulla figura minuta della James.
Le incantevoli location, degne delle più elaborate fantasie fiabesche, basterebbero di per sé a catturare l’attenzione dello spettatore che non ha dubbio alcuno di trovarsi in un luogo magico. A contribuire a questa atmosfera c’è l’intramontabile Helena Bonham Carter che dà tutto nel suo ruolo di stramba e un po’ impacciata Fata Madrina. Seppur per un breve lasso di tempo, il suo contributo si rivela sempre notevole e determinate, nonché dallo stile inconfondibile.
Impeccabile anche Cate Blanchett nel suo ruolo di altera e perfida matrigna, della quale porta con dura fierezza le vesti. In tutti i sensi, perché gli abiti non passano affatto inosservati e, anzi, sembrano arricchire la credibilità delle scene e dei ruoli.
Surreale ma concreta al tempo stesso, la narrazione procede in modo svelto ma senza tralasciare nulla. La fedeltà, in questo caso, ha ben pagato: potersi aspettare questo o quel momento nulla toglie alla curiosità con il quale si guarda il film e, anzi, appaga. Cenerentola è una riedizione in grado di far contenti i più piccoli ma anche i grandi, coloro che non hanno mai avuto un gran rapporto con il mondo Disney e, al tempo stesso, gli amanti del genere che avevano temuto di restare insoddisfatti.
Francesca Aliperta
18 marzo 2015