Birdman: Il film premio Oscar che mascherato da commedia spara contro la società
Definire Birdman una commedia è decisamente troppo riduttivo, lo conferma la vittoria dell’Oscar come miglior film (oltre a miglior regia, miglior fotografia e miglior sceneggiatura originale).
Birdman è anzitutto un film che vuole criticare. Iñárritu lo aveva fatto intendere con gli aspri commenti ai film supereroistici, ma questa pellicola non si fa problemi a parlare chiaro grazie anche a una fantastica fusione tra il mondo reale e quello del cinema. Un metafilm, senza dubbio.
Già la scelta dell’attore protagonista, un eccellente Michael Keaton, la dice lunga sulle intenzioni della sceneggiatura, con continui rimandi al fatto che l’attore impersonò il primo Batman alla regia di Tim Burton, perfino con le stesse date (1989 e 1992), ma Iñárritu non smette mai di colpire: C’è Edward Norton che rifiutò di partecipare al film “The Avengers” per problemi interni, ci sono nomi e cognomi reali come George Clooney, altro Batman ucciso dalla critica, e Robert Downey Jr. definito “Buffone che fa soldi interpretando un eroe di latta”.
La critica è rivolta anche verso la società odierna, che catalizza l’attenzione sui like dei social network come fossero la celebrazione di una carriera, è rivolta al concetto di arte, al nostro egocentrismo sempre più nutrito da un mondo fatto di apparenza piuttosto che essenza.
In un paradosso narrativo, la storia si incentra intorno a un’opera teatrale a Broadway, con Riggan Thompson che è attore e regista di quella che dovrebbe essere la sua opera magna, la definitiva celebrazione della sua carriera, che in effetti è riconosciuta solamente per il ruolo di Birdman vent’anni prima. Gli altri personaggi sono la figlia Sam (Emma Stone), appena uscita da un centro per disintossicazione, l’amante Laura (Andrea Riseborough), l’amico e produttore Jake (Zach Galifianakis) e il talentuoso primo attore dal carattere impossibile Mike Shine, interpretato da un grandissimo Edward Norton, gran deluso della notte degli Oscar visto che era dato come vincitore della categoria “attore non protagonista”.
Gli occhi della narrazione sono quelli di Riggan, un uomo in cerca della celebrazione e del riconoscimento del suo talento, un uomo pieno di sé ma senza conferme, un uomo ancorato al passato di Birdman che si sente e vuole essere altro.
Iñárritu è un immenso regista e lo ricordiamo per film come 21 Grammi, Biutiful o Babel. Sono opere mai lineari, dai bei colori visivi ma con una grande oscurità interna. Iñárritu ama mettere a nudo l’uomo e le sue debolezze, cancellare le convinzioni che ci circondando e offrire un nuovo modo di vedere la realtà.
Birdman è un film perfettamente riuscito, che mescola ironia e dramma, gioca con la modernità dei social network e coi fumetti senza perdere mai di vista l’obiettivo finale. Perfettamente scritto, diretto e interpretato.
Un film assolutamente da Oscar e da vedere.
Valerio Dilo
4 marzo 2015