L’ultima Ruota del Carro, un film di Giovanni Veronesi, che racconta l’Italia degli anni 70
ll film di Giovanni Veronesi, “L’ultima ruota del carro”, è stato presentato, fuori concorso, in anteprima qualche giorno fa al Festival Internazionale del Film di Roma.
A Milano è stato presentato alla stampa in anteprima al Cinema Colosseo sala Bio, la sala cinematografica dedicata ai migliori Biopic e ai grandi racconti di vita.
Sala Bio nasce come estensione nel corso dell’anno di Biografilm Festival – International Celebration of Lives di Bologna, il primo festival italiano dedicato alle biografie e ai racconti di vita i cui ambiti spaziano dal cinema alla letteratura, dal documentario alla fotografia, dall’arte al teatro, alla musica.
In questo film si possono seguire le vicende di Ernesto, ruolo affidato ad Elio Germano, a cui è andato il David di Donatello per la sua interpretazione in “Mio fratello è figlio unico” è stato anche premiato al 63° Festival di Cannes per “La nostra vita”, entrambi di Daniele Luchetti.
Lo spunto del film di Giovanni Veronesi prende avvio dalla vita quotidiana e politica, ma anche dalla conoscenza di un uomo che il cinema italiano lo conosce più che bene, e ci si riferisce ad Ernesto Fioretti, autista di molti dei protagonisti della “settima arte nostrana”, che riaccende una polemica mai sopita, quanto inutile.
Nel cast, oltre a Elio Germano, anche Alessandra Mastronardi, Sergio Rubini e Richy Memphis. Ruoli secondari affidati ad Alessandro Haber, Sergio Rubini e ai comici Virginia Raffaele e Ubaldo Pantani.
La trama della pellicola racconta la vita di un uomo qualunque che attraversa la storia del Paese dagli anni ’70 fino a oggi.
Per far ciò Giovanni Veronesi, attraverso lo sguardo semplice di Ernesto ripercorre scandali, speranze e delusioni della nostra Italia. Un viaggio coinvolgente nel corso del quale i veri protagonisti sono la famiglia, gli amici e la fedeltà ai propri ideali.
Nel percorso di Ernesto si interseca un “amico”, che è interpretato da Ricky Memphis, personaggio trafficone, astuto e corruttibile, che richiama le imprese del sordiano Silvio Magnozzi in “Una vita difficile” o il personaggio di Manfredi in “C’eravamo tanto amati”.
L’ultima ruota del carro può considerarsi un bel film che richiama alcuni esempi di commedia italiana generazionale, che il cineasta ha saputo trarre dalla cronaca della sua vita, realizzando un film serio, ma lontano dagli schemi dei progetti come i manuali d’amore o le commedie di Pieraccioni e Ceccherini..
Il modello di Veronesi in questo caso è solo la commedia all’italiana degli anni ’70, che sapeva gettare lo sguardo verso i problemi sociali,non senza dare ai suoi personaggi una dimensione tra il fantasioso e la realtà.
Michelangelo Ceretti
15 novembre 2013