Christian, la miracolosa serie di Sky

La nuova serie Christian in onda su Sky
La serie Christian, sbarcata su Sky Atlantic in coproduzione con Lucky Red è uno dei più accattivanti e originali prodotti, qualitativamente parlando, di questo inizio 2022. Firmato dal regista di origini maremmane, da anni trapiantato a Roma, Stefano Lodovichi, e da Roberto Cinardi (già noto per aver girato molti videoclip sotto lo pseudonimo di “Saku”), la serie racconta in sei episodi, con un finale leggermente sospeso che lascerebbe presupporre l’alba di una seconda stagione, le vicende ordinariamente miracolose di un ambiguo personaggio della malavita romana.
Liberamente ispirato alla graphic novel Stigmate di Lorenzo Mattotti e Claudio Piersanti, pubblicata nel 1998, Christian, interpretato da un autentico Edoardo Pesce, già noto per lo straordinario ruolo in Dogman di Matteo Garrone, ripercorre nella trama, in una sorta di ricercato binomio, la trasformazione del personaggio: da uomo ai margini della società, ad autorevole “eletto” dai poteri soprannaturali.
Miracoli al Nuovo Corviale
Dal “Serpentone” del Nuovo Corviale a Roma, uno dei non-luoghi periferici per antonomasia della Capitale, anonimo e allo stesso tempo caratteristico labirinto residenziale di cemento, Christian, quarant’anni, conduce la sua esistenza insieme alla madre (Lina Sastri), lavorando per Lino (Giordano De Plano), boss della mafia locale, con cui condivide e intrattiene anche rapporti di una singolare parentela.
Tutti gli ingredienti narrativi e cinematografici sembrerebbero far presagire il consueto sviluppo drammaturgico già incontrato in Gomorra, Suburra o altre similari serie della malavita italiana, recente e passata. Ma la svolta è rapida e dietro l’angolo: in una delle sue scorribande notturne, tra minacce e soprusi, Christian perde la sensibilità manuale e, rientrato a casa ululante di dolore, si accorge l’indomani di aver sviluppato due sanguinanti stigmate.

Avvolto in fasce e guanti, il protagonista cerca di simulare con ogni mezzo il miracoloso segreto: ma presto le sue straordinarie proprietà taumaturgiche, di cui si credeva sprovvisto e incapace, cominciano a fare il giro del quartiere, cambiando radicalmente la sua posizione nella società e destando la curiosità e lo scetticismo di molti. Tra questi, un emissario del Vaticano, un profondo e tormentato Matteo (interpretato da Claudio Santamaria), le cui vicende sono inestricabilmente intrecciate, fin da tempi remoti, allo speciale destino del protagonista. Un destino che si compie fin dai suoi primi giorni nella culla: tra esorcismi, rapimenti, adozioni, la trascendente e speciale forza del gigante Christian risiede nella sua delicata imposizione digitale.
Il ciclo dei sei episodi, che scorrono fluidi con qualche intoppo narrativo soprattutto nella seconda parte, dove spesso il filo diegetico è più aggrovigliato, si colora di note sfumate.
I caratteri dei protagonisti, che sembrano immutabili e fissi, si tingono di umorismo, tenerezza, durezza, sullo sfondo di una quotidianità difficile, segnata da sofferenza, ma anche da tanta umanità. Ed è così che la sovrapposizione del piano altamente spirituale a quello terreno si mescolano, trovando nelle azioni benevole di Christian l’anello di congiunzione perfettamente calzante.
Una serie globalmente riuscita: divertente e commovente, avvincente nel ritmo e allo stesso tempo pregevolmente impalpabile, Christian dimostra la grazia e l’abilità dei suoi giovani registi, e si conferma un gradevole frutto televisivo da gustare in questo nuovo anno.