Le Nomination agli Oscar 2022. Un approfondimento

Gli Oscar, o del fenomeno del déjà-vu
In uno dei più autorevoli Dizionari di Medicina si legge che il déjà-vu è considerato un: “fenomeno psichico consistente nella sensazione di aver già visto una data cosa (dal francese «già visto»), mai vista prima. Caratteristico di questo fenomeno, che viene detto anche paramnesia reduplicante o illusione di ricordo (Kraepelin), è il sentimento dell’‛esser noto’ (la Bekanntheit degli autori tedeschi)”.
Ecco, le Nomination agli Oscar 2022 (qui la lista completa, ndr) interpretano icasticamente, e tangibilmente, il fenomeno del déjà-vu: questo si può immaginare si siano detti, guardandosi sbigottiti, molti giornalisti e professionisti del cinema alla prima lettura della lista che vedrà sfidarsi, nella cerimonia notturna tra il 27 e 28 marzo 2022, molti dei film già premiati (o comunque selezionati) per i recentissimi, nonché contestatissimi, Golden Globes.
L’analisi della rosa di film, attori e musiche che sfileranno al Dolby Theatre di Hollywood in California, assomiglia a uno strabiliante copia-incolla del già noto catalogo cinematografico apparso lo scorso gennaio.
Il trionfo de Il potere del cane
Un trionfo assoluto per Il potere del cane, la straordinaria e cinica pellicola firmata Jane Campion, che viene citata ben dodici volte dall’Academy of Motion Picture Arts: ovviamente per il miglior film, per la miglior regia, per il miglior attore protagonista (il magnifico Benedict Cumberbatch), per la miglior colonna sonora, solo per citare alcune delle più significative categorie in cui potrebbe riportare dei premi.
Lo accompagnano, nella prestigiosa corsa alla vittoria, Don’t Look Up e Dune i quali, dopo le cocenti delusioni dei Golden Globes (in cui sono rimasti a bocca asciutta), sono alla ricerca di nuove occasioni e nuovi premi. Ma, allo stesso tempo, questi film lottano contro giganti che non renderanno la competizione così semplice: capolavori come Drive My Car di Hamaguchi, Belfast, King Richard e Licorice Pizza potrebbero dare filo da torcere ai già citati film in competizione. CODA (acronimo di Child Of Deaf Adult), la drammatica storia diretta da Sian Heder, remake de La famiglia Bélier, è in lizza per la vittoria, seguito dall’immancabile asso pigliatutto West Side Story, per la regia di Steven Spielberg.
Sorrentino ci riprova
Gli italiani rimangono di nuovo con il fiato sospeso per il destino della categoria di Migliore film internazionale: lì vi si legge di nuovo il nome di Paolo Sorrentino e del suo recente e toccante film È stata la mano di Dio; consapevole dell’importanza del premio, Sorrentino non ha nascosto l’apprensione di dover, di nuovo, scontrarsi con il titanico Drive My Car, avversario estremamente temibile.
Così come non è da sottovalutare il norvegese The Worst Person in the World, analisi della quadriennale storia della sua protagonista, Julie, e della più profonda riflessione sulle relazioni amorose e soprattutto sul senso di solitudine in tali legami. Anche il danese Flee, forse non all’altezza di Sorrentino e Hamaguchi, rimane tuttavia una speciale perla nel panorama cinematografico indipendente.
Fioccano anche numerose nomination per la coppia Javier Bardem e Penélope Cruz, rispettivamente per Being the Ricardos e Madres Paralelas; Nicole Kidman, già apprezzatissima e fresca di Golden Globe per la sua interpretazione accanto al citato Bardem, prova a conquistare il premio sicuramente più ambito, nella cui categoria aspettano un gratificante e meritato riscatto anche Jessica Chastain e Kristen Stewart.
Vedremo, tra poco più di un mese, se prevarranno le conferme o le sorprese di questo sorprendente déjà-vu cinematografico.