Bon Voyage. Il difficile cammino dei migranti verso la salvezza

Oggi vi consigliamo di vedere Bon Voyage, un cortometraggio della durata di circa 6 minuti incentrato sul tema del viaggio della speranza verso l’Europa, compiuto quotidianamente da molti migranti contemporanei, superando intemperie e traversie. Frutto del lavoro di Fabio Friedli, alias dj Pablo Nouvelle, Bon Voyage racconta quindi, per mezzo di un intreccio di animazione e recitazione, la rotta piena di ostacoli verso la salvezza.
Bon Voyage. La vicenda narrata
Il corto è quasi interamente animato. Si apre con l’inizio del viaggio umano attraverso strade deserte e desolate, in massa, accatastati l’uno sull’altro. Il cammino è impervio e la montagna di uomini è erosa dal sopraggiungere degli ostacoli. Alcuni abbandonano il percorso, come pezzi caduti lungo il sentiero e poi lasciati lì, soli.
C’è chi si arrende, c’è invece chi si aggrappa alla speranza di non cadere e afferra una fune, tentando di proseguire il viaggio insieme ai compagni. Un altro colosso però è davanti al mezzo di trasporto: l’articolo 45 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. I migranti spostano l’ostacolo e continuano il cammino, perdendosi gradatamente nel flusso del mare che li trascina nell’abisso. La nave in tempesta riceve non aiuto ma intralcio dai soccorsi. Il mare cancella i sogni e impedisce l’approdo.
Adesso l’animazione si tramuta in recitazione e siamo in una stanza asettica. Un migrante è al cospetto di una commissione. La meta è ancora lontana dal suo raggiungimento, il cammino non si è concluso e forse il più grande scoglio è ora davanti all’uomo giunto in Europa.
Bon Voyage. Immigrazione clandestina e morti in mare
Ogni cittadino dell’Unione ha il diritto di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri.
La libertà di circolazione e di soggiorno può essere accordata, conformemente al trattato che istituisce la Comunità europea, ai cittadini dei paesi terzi che risiedono legalmente nel territorio di uno Stato membro.
L’articolo 45 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea si occupa della libertà di circolazione e di soggiorno all’interno del continente e regola i flussi in arrivo, garantendo sicurezza per i cittadini comunitari e aprendosi anche ai non comunitari che però risiedono legalmente in Europa.
Ma chi arriva senza nulla con sé eccetto un bagaglio di speranze come è accolto dall’Unione? Privi di lavoro e di regolamentazioni, molti giungono nell’Unione in fuga dai propri Paesi, in cerca di coronare il sogno europeo. I soccorsi in mare sono previsti ma l’aiuto non è spesso concreto e, in aggiunta al fenomeno dell’illegalità, le conseguenze sono catastrofiche. Il dato più agghiacciante riguarda appunto le morti in mare. Tra il 2000 e il 2015 circa 24000 migranti hanno perso la vita tra le onde del Mediterraneo lungo il cammino verso le sponde europee.
L’immigrazione clandestina è quindi un fenomeno in continuo aumento e sono svariate le proposte di politiche migratorie al riguardo. C’è chi nega loro l’accesso, considerandoli carne da macello e delinquenti, abbandonandoli pertanto al proprio destino. C’è invece chi si appella al buon senso e tende loro la mano, cercando di puntare sulla gestione più efficace delle misure di accesso e l’inserimento sociale regolamentato, per combattere ogni forma di illegalità e gestire il nodo con più coscienza, perché di uomini si parla e non di scarti.