L’uomo che uccise Don Chisciotte. L’eterna lotta contro i mulini a vento

Il film che vi consigliamo oggi è L’uomo che uccise Don Chisciotte, diretto nel 2018 da Terry Gilliam, con Adam Driver e Jonathan Pryce. Liberamente ispirata al Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes, la pellicola è un development hell, ovvero un film rimasto in gestazione per circa vent’anni e uscito nelle sale cinematografiche solo dopo ben otto tentativi di realizzazione da parte del regista.
L’uomo che uccise Don Chisciotte è un prodotto a tutto tondo, un’opera completa che contiene al suo interno tutti gli ingredienti per una pellicola di successo: carisma, introspezione, ironia, amicizia, amore e più di un briciolo di follia. Film tragicomico, racconta la storia di un cavaliere errante e il suo fedele scudiero, in un’altalena continua di reale ed evocativo che suscita empatia nello spettatore, conquistandolo.
L’uomo che uccise Don Chisciotte. La trama
Siamo in Spagna. Toby è un giovane promettente e affascinante regista che sta girando uno spot incentrato sulla figura di Don Chisciotte. Cinico e senza ispirazione è deciso a tagliare alcune scene della pellicola perché ormai convinto della scarsa qualità del lavoro. Il caso vuole che veda tra la merce di un venditore ambulante un DVD del cortometraggio L’uomo che uccise Don Chisciotte, realizzato circa dieci anni prima da lui, uno studente dalle tante speranze e pregno di aspettative per il futuro.
Ora ha inizio la serie di flashback che porta Toby indietro nel tempo agli anni delle riprese del cortometraggio in bianco e nero. Spinto dalla nostalgia, va alla ricerca delle testimonianze del passato, scoprendo che tutto è cambiato. L’analessi si trasforma adesso in presente, realtà e finzione si intrecciano e Toby diventa protagonista delle imprese di Don Chisciotte e Sancho Panza. Nel ruolo di quest’ultimo, accompagna l’anziano Javier in giro per la Spagna, ancora convinto di essere il vero Don Chisciotte.
Ilarità e surreale sono i veri protagonisti delle avventure dei due fedeli compagni e le illusioni di Javier vengono condivise da Toby, che si insinua nel mondo dell’immaginario insieme al cavaliere. L’incontro con Angelica, una giovane ragazza che aveva recitato nel corto in bianco e nero e che ora è l’escort di un ricco uomo russo, spinge Toby a intraprendere la sua personale impresa, salvare la ragazza dalla crudeltà dell’aristocratico e riportarla alla felice vita di prima.
Intanto la troupe cinematografica ha organizzato una festa in abiti del XVI secolo per accontentare il ricco magnate russo, finanziatore dello spot. Al banchetto prendono parte anche Toby e Javier, strumento nelle mani dell’ipocrisia umana sfruttato per divertire l’aristocratico deridendo le illusioni dell’anziano. Una serie continua di peripezie e di equivoci caratterizza il finale tragicomico in cui vincono gli ideali di Don Chisciotte e si sottolinea a gran voce “Io nacqui per speciale volere del cielo in questa età di ferro, per farvi risorgere l’età perduta della cavalleria, sono colui per il quale sono espressamente riservati i pericoli, le grandi imprese e persino gli errori fatti, io sono Don Chisciotte della Mancia e vivrò per sempre”.
L’uomo che uccise Don Chisciotte. Chi è oggi il suo erede?
Don Chisciotte è un sognatore e, si sa, questi sono tempi duri per i sognatori. La caparbietà e il coraggio spingono il cavaliere a combattere contro i mulini a vento in sella al suo Ronzinante, una lotta contro chi non ci dà retta, un conflitto vano contro chi non vuol sentire. La sconfitta fa male, le cicatrici sono il segno della sofferenza, ma ne è valsa la pena? L’esperienza insegna a riconoscere i mulini a vento?
Oggi Don Chisciotte sono tutti coloro che non vengono ascoltati, sono le donne che ancora lottano per le pari opportunità, sono i disabili che combattono contro le barriere architettoniche, sono gli immigrati che provano ad abbattere i muri del pregiudizio. Ognuno di noi nel suo piccolo è Don Chisciotte se ha provato a sconfiggere almeno una volta i mulini a vento, sebbene spesso ne sia uscito distrutto. Come un moderno Ulisse, Don Chisciotte attraversa il mondo spinto dalla volontà di portare a compimento le sue imprese e non si ferma e non è abbandonato dal suo fedele Sancho Panza. Alza con caparbietà i suoi piedi da terra e sogna in grande, lottando per realizzare i propri obiettivi.
Lasciato solo in un mondo mercificato e asettico, Don Chisciotte oggi è alienato nella sua mente e vive in una realtà immaginaria che gli permette di sognare senza vincoli, insoddisfatto della vita reale. Ma non tutti i Don Chisciotte sono dormienti, c’è infatti chi ha il coraggio di alzare la testa e far sentire la propria voce con forza. Non importa se andrà male, non importa se sarà l’ennesimo mulino a vento, l’importante è portare a termine l’impresa e battersi per la giustizia, perché forse è lui l’unico sano in un mondo di pazzi.