FIRST MAN | La storia familiare dietro l’Apollo 11

Che fossimo già nati o meno all’epoca, la storia la conosciamo tutti e tutti abbiamo in mente l’emozionante allunaggio dell’Apollo 11 che il 20 luglio del 1969 tenne il mondo intero col fiato sospeso e gli occhi fissi su quella sfocata sagoma in bianco e nero che muoveva il primo passo dell’uomo sulla Luna.
In Italia l’evento fu vissuto con una lunga diretta RAI in cui la voce indimenticabile di Ruggero Orlando in collegamento da Houston commentava immagini impensabili per l’epoca. Cosa però accadde dietro quelle immagini, dentro il cuore e nella testa dell’uomo, che con i suoi colleghi compì quella storica impresa, si poteva solo immaginare.
Una fantasia che ha tentato l’arte cinematografica ancor prima che quella impresa accadesse, da Georges Méliès a Ron Howard. Oggi, alla 75. edizione della Mostra Internazionale d’arte Cinematografica di Venezia è proprio il racconto dello storico allunaggio, First man, realizzato dal regista Damien Chazelle, ad aprire il concorso ufficiale Venezia 75.
Ryan Gosling, svestiti panni del musicista compositore jazz di La La Land dello stesso Chazelle, che nel 2016 apriva Venezia 73, ora torna al Lido impersonando un personaggio molto più sobrio, rigoroso e drammatico. Il suo Neil Armstrong è algido ma carico di profondità umana, una carica umana da cui l’intero film di Chazelle è completamente pervaso.
Anche in questa sua opera Chazelle ha dimostrato di saper trovare delle modalità di narrazione molto particolari. Il suo First man infatti quasi parla attraverso i dettagli. Più di tutto sono i suoni che, curati al punto da essere stati riprodotti in modo originale, trascinano lo spettatore nella storia e nelle sue emozioni. Sono respiri nelle tute, i cigolii e le minacciose vibrazioni delle astronavi e le voci attraverso le diverse apparecchiature di comunicazione ad offrire un’esperienza quasi diretta di quelle che probabilmente furono le impressioni e le inquietudini dei protagonisti dell’ammirevole impresa. Le atmosfere, realistiche e persuasive, poi sono supportate da primi piani sui volti e sui dettagli delle scene che amplificano le sensazioni.
Basato sul libro di James R. Hansen “Primo uomo: La vita di Neil A. Armstrong”, First Man non racconta la storia di un mito americano, ma rivela intuizioni intime sulla vita privata di un uomo, un padre, un ingegnere acuto dalla tempra forte, ma non immune al dolore e alla paura.
Chazelle paralando del suo film lo definisce quasi un documentario sulla vita familiare di Armstrong e dice: “È un successo dell’essere umano, lui non era per niente il tipico eroe americano”.
First man (Il Primo uomo) uscirà nelle sale italiane il prossimo 31 ottobre distribuito da Lucky Red e Netflix.