Si muore tutti democristiani | Quando la macchina di You Tube sforna veri talenti

Il cinema e You Tube. Il sacro e il profano. L’arte e il diletto. Sotto i riflettori di un’affollatissima e sempre più sgangherata rete sociale, è raro che chi mastica arte riesca a spiccare quel balzo abbastanza alto da sfiorare le fantasie delle produzioni e distribuzioni italiane. Se non si hanno i numeri diventare oggetto di investimento da parte dei piani alti è pura utopia. Spesso però, le figure che emergono vengono risucchiate nel ciclone cine televisivo senza arte né parte; la qualità viene accantonata, perché in fondo se sei in grado portare audience o frotte di giovani internauti al cinema a cosa serve star lì a barcamenarsi sui contenuti di ciò che si propina? Esistono le eccezioni. Quei rari casi in cui la genialità, la qualità e il talento asserviti alla rete hanno un gusto tanto dolce da saper emergere da questa giungla di mediocrità e approdare anche sul grande schermo, proponendo idee e buon gusto. Così i ragazzi del Terzo Segreto di Satira portano al cinema un film dalle tinte comiche e al tempo stesso drammatiche; un vero e sacrosanto quadro della società italiana attuale, in cui la politica e l’arte sempre più spesso si mescolano in un polpettone ricolmo di ottusità. Un elogio al compromesso e l’asservimento, in favore del guadagno e del benessere, che travalica i più sacri valori ideologici.
Enrico (Walter Leonardi), Fabrizio (Massimiliano Loizzi) e Stefano (Marco Ripoldi),sono da sempre accomunati dalla stessa passione per il videomaking documentaristico, ideali politici e una forte e imperitura amicizia. Il desiderio di sfondare nel campo artistico è grande. Come spesso accade gli ostacoli per spuntare fuori dalla massa sono da sempre numericamente superiori alle occasioni che si presentano. Ognuno di loro tenta si sbarcare il lunario come può, tra video di matrimoni e spot sociali a favore dei sindacati. La fortuna una volta tanto si gira nella loro direzione e attraverso una ONLUS impegnata nell’accoglienza degli immigrati, ricevono la proposta della vita: viaggiare fino in Africa per realizzare un documentario di altissimo spessore. Tutto sembra andare per il verso giusto, fino a quando balza agli onori della cronaca l’accusa di riciclaggio di denaro da parte del presidente dell’associazione umanitaria. Da qui i tre entreranno in un forte conflitto morale e ideologico che li porterà dinanzi a un bivio e alla più shakespeariana delle scelte: accettare, o non accettare?
Il terzo segreto di Satira è un assortito gruppo di giovani emergenti delle varie scuole di cinema e teatro. Non potrebbe essere altrimenti da ciò che lo spettatore vede in quasi novanta minuti di film. Negli ultimi anni la commedia italiana, salvo rarissime eccezioni, si è riempita lo stomaco fino a rigurgitare le più banali e ripetitive sceneggiature a sfondo sociale, con quella sofisticata pomposità e presunzione di voler a tutti i costi educare le masse alle varie problematiche che strisciano tra la società moderna. La tecnologia, internet e i cellulari, i giovani, l’amore protetto, come realizzare la famiglia perfetta. Tutta una serie di quadri sociali gonfiati all’inverosimile ed esasperati fino a sfociare nel ridicolo. La critica poi, viene espressa da una mandria di cinematografari e artisti da salotto, i quali sciorinano davanti e dietro la macchina da presa la loro boria, annaffiata di ipocrisia e sofisticatezza. Tutto ciò per dire cosa? Che Si muore tutti democristiani è probabilmente il più vero e sincero quadro sociale a sfondo artistico che si sia mai visto dai tempi di Boris. Invero sortisce il medesimo effetto: quello spiazzante di chi osserva e si riconosce in quei tre giovani appassionati, alla mercé del quesito dei quesiti per ogni essere umano che si rispetti. Ma è meglio fare cose pulite con soldi sporchi o cose sporche con soldi puliti? Che circoscritto nel campo artistico in fondo vuole dire: restare pezzenti ma mantenere la propria integrità o diventare delle baldracche in nome del dio denaro? Probabilmente non ci sarà mai una risposta a quest’ultima domanda. La sceneggiatura spazia su diversi canali, stanando l’ipocrisia di un sistema sociopolitico squallido e bugiardo, come ad esempio quello dei sindacati e di varie associazioni di sinistra, le quali gettano l’idea di osare, proporre qualcosa di forte, ma che si tirano indietro non appena il prodotto finale rischia di intaccare l’opinione pubblica. Una demonizzazione affrontata anche da un certo signore con pelata e mascellone nel film Sono Tornato, in cui affermava che la sinistra ha paura di dire cose di sinistra.
È pur vero che passare dal cortometraggio formato You Tube a un lungometraggio per il grande schermo è un’impresa non da poco, ce lo insegnano bene i trascorsi di Marcello Macchia, alias Maccio Capatonda. Soprattutto se si tratta di dar vita a una sceneggiatura a ben dieci mani. Ricordiamo che chi sta dietro al collettivo artistico del Terzo Segreto di Satira sono cinque registi: Pietro Belfiore, Davide Bonacina, Andrea Fadenti, Andrea Mazzarella e Davide Ross. Lo stile del film è gradevole e di una certa qualità, sebbene di tanto in tanto il ritmo vada ad insabbiarsi in scene un po’ troppo lunghe e altre quasi ripetute. La narrazione è chiara e di un certo effetto. Alcuni momenti sfiorano il surreale e strizzano l’occhio involontariamente a vecchi cult della commedia tragica italiana. In una memorabile scena il personaggio di Enrico, crucciato allo stremo dal dubbio che lo attanaglia, si ritrova davanti al televisore durante la trasmissione Otto e mezzo. Dal nulla il giornalista Gomez e la conduttrice Lilli Gruber infrangono la quarta parete e lo schermo rivolgendosi direttamente a lui, invitandolo ad accettare il compromesso morale, poiché in fondo in Italia tutto è lecito e nessuno lo avrebbe scoperto.
Un prodotto intelligente, ben diretto e che mette d’accordo il pensiero dei suoi cinque autori. Si muore tutti democristiani suscita l’inconfondibile effetto Boris, giocando e ironizzando, nemmeno troppo, sull’attuale situazione sociale italiana. Il film si regge anche su una buona recitazione, grazie ai protagonisti, ma anche eccellenze del grande schermo come Valentina Lodovini, Augusto Zucchi e il cameo di un evergreen del teatro italiano come Paolo Rossi. Si muore tutti democristiani è sincero, ironico e velatamente malinconico, un apprezzabile e riuscitissimo tentativo di passare dalla tubo al cinema e che potrebbe essere lo spirito guida di molti altri artisti di qualità che ancora si celano tra le fitte ombre della rete.
Il film uscirà in sala dal 10 maggio 2018.
Si muore tutti democristiani
Voto: 6.5
Paese di produzione: Italia
Anno: 2018
Durata:89 min
Genere: commedia
Regia: Il Terzo Segreto di Satira
Sceneggiatura: Il Terzo Segreto di Satira, Ugo Chiti
Casa di produzione: IBC Movie, Rai Cinema
Distribuzione (Italia): 01 Distribution
Fotografia: Luca Sabbioni
Montaggio: Giuseppe Trepiccione