Scacco alla malavita organizzata. Arrestato il boss Simioli
L’arresto del boss Giuseppe Simioli nei giorni scorsi ha senza dubbio dato un grossa mazzata ai clan che imperversano a Marano, comune a nord di Napoli. Dopo il ridimensionamento dei clan Polverino, Nuvoletta e Orlando, prosegue con successo il lavoro dei carabinieri e della Polizia. D’altronde chi si mette contro la legge, prima o poi, finisce nelle patrie galere.
Simioli è stato catturato dal corpo carabinieri lo scorso 26 luglio a Ronciglione, vicino Viterbo, dopo sei anni di latitanza. Cinquantuno anni, portati malissimo, l’uomo della banda Polverino, è accusato dell’omicidio avvenuto proprio a Marano di Giuseppe Candela, altro boss, nel 2009.
I carabinieri lo seguivano da tempo, fino a quando lo hanno ammanettato mentre guidava un’auto a Ronciglione, mettendo cosi fine alla sua latitanza.
Secondo il racconto del pentito Biagio Di Lanno, figlio di un ex sindaco di Marano, Candela, quando era ancora in vita, riceveva ancora uno “stipendio” di 2000 euro al mese dalla malavita. L’ordine di uccidere costui venne dal boss Giuseppe Polverino, detto “O barone” in carcere da tempo.
Dopo la cattura di Simioli, i carabineri si augurano ora di prendere anche e al più presto “Zi Totonno” Polverino, proprietario dell’omonimo caseificio di Via Marano- Pianura. Un nome questo che forse non è molto conosciuto tra la malavita locale, ma che comunque è già accusato di vari reati.