Circa 300 persone di tutte le età, provenienti dalle città vesuviane, ma anche da altri centri campani hanno partecipato alla manifestazione di protesta che si è svolto a Napoli all’indomani del grosso incendio che ha distrutto ettari di verde sul Vesuvio.
Il corteo organizzato dai centri sociali ed attivisti sotto la sigla “Vesuvio basta fiamme” è partita da Piazza Matteotti e tra grida, “tammurriate,” slogan e danze popolari, ha raggiunto la Prefettura in piazza del Plebiscito. Tra le associazioni presenti quella delle “Mamme Vulcaniche,”il Comitato “Mo’ basta” di Torre del Greco, il gruppo “Je so’ pazzo,” e numerose delegazioni dei comuni di Acerra, Giugliano e Salerno.
La nostra protesta – ci ha detto Clementina Sasso, attivista, esperta di vulcanologia – non è limitata solo ai comuni vesuviani, ma assume valenza nazionale, visti i numerosi incendi che sono verificati in questi giorni in tutta la Penisola. La nostra richiesta? Chiediamo tutto quello che finora non è stato fatto e soprattutto piani di prevenzione, tutela e gestione del territorio per prevenire future danni a noi stessi e all’ambiente, derivanti dalla distruzione dei boschi, provata dalle alluvioni, frane, inondazioni, esondazioni, terremoti, eruzioni. La gente è preoccupata. Pensate un pò, che un nostro attivista di Torre del Greco, saputo delle previsioni meteorologiche non buone, che annunciano mal tempo e pioggia sul Vesuvio, ha preferito rimanere a casa. Bisogna fare presto…”
“Bisogna distinguere bene il problema incendi – ha aggiunto Ciro Teodonno, giornalista delle zone vesuviane e organizzatore della manifestazione. La distruzione del bosco del Vesuvio è dovuto in parte a fenomeni naturali e alle cataste legno abbandonate nel sottobosco e mai portate a valle che ha facilitato lo sviluppo delle fiamme, forse da qualche ignoto. In maniera criminale o colposa? Questo non si può dire. Aspettiamo le indagini. Spero che ora si interventi al più presto, che non si verifichino danni su danni e il tempo ci aiuti, perchè i rischi idrogeologici sono tanti. Avverto che la nostra protesta non si fermerà e continuerà nei prossimi giorni.”
Importante – dice la nota distribuita in strada dagli organizzatori ed indirizzata al Prefetto di Napoli, Carmela Pagano – valutare con la massima urgenza lo stato di calamità naturale esistenti sui versanti Monte Somma – Vesuvio, procedendo, dove necessario, con la manutenzione delle opere preesistenti e/o la realizzazione di nuovi lavori, perchè con le prime piogge sarà altamente probabile il rischio alluvionale, l’immediata opera di bonifica con il ripristino dei versanti boschivi distrutti dal fuoco e la messa in atto di un piano di rimboschimento che veda la collaborazione di tutti i soggetti interessati; il tutto naturalmente con la messa in sicurezza dei sentieri mediante l’abbattimento degli alberi pericolanti, nonchè il controllo degli appalti e delle ditte che si aggiudicheranno le gare.
Urge quindi incrementare le forze in campo dei servizi di assistenza e soccorso, in termini numerici, e in professionalità. Fondamentale sarà, a questo punto, la revisione dei ruoli nelle operazioni direzionali con la restituzione al corpo dei carabinieri forestali della suddetta competenza, la cui deprivazione è stata la causa principale della fallimentare gestione dei roghi e della successiva evoluzione degli stessi in disastri ambientali come questo accorso nel Parco Nazionale del Vesuvio, e la rendicontazione delle attività di prevenzione anticendio svolte dalle Istituzioni e dagli enti preposti, quali ad esempio il Parco del Vesuvio, previste nel piano AIB dello stesso.
“Siamo stanchi, davvero stanchi – ci dice Rita Bonaro, cittadina di Massa di Somma, piccolo centro vesuviano. Siamo nel completo abbandono. Da cinque anni la zona vesuviana vive nel degrado più assoluto. Molti sono i rifiuti tossici e le discariche abusive presenti in zona. Per ricomporre il puzzle della vegetazione sul Vesuvio ora occorreranno altri 80 anni. A me piange il cuore. Le responsabilità di tutto quello che è accaduto è di tutti: Regione, Prefettura Stato è evidente che non hanno svolto bene il loro compito. Prima c’era l’indifferenza, ma vedo ora che il cittadino o meglio la gente normale si sta svegliando e questo è un buon segnale. La manifestazione di oggi lo conferma.”
servizio di Luigi Rubino ed Elio Guerriero