Caffellatte si racconta tra consapevolezze e sogni nel cassetto
Caffellatte, nome d’arte di Giorgia Groccia, è una cantante emergente italiana che si sta facendo spazio nel panorama italiano. La sua musica si evolve e trasforma in ogni singolo, combinando i testi profondi con musiche di cui è difficile togliersi dalla testa. Il suo stile è un mix tra rap, indie e pop creando qualcosa di magico e fresco. La cantante si racconta, tra scelte di vita e aneddoti sulle sue canzoni.
fonte: https://lafreddezzamusic.it/2024/03/13/caffellatte-fuori-lalbum-desordio-amore-dinamite/
Come ti presenteresti ad un pubblico che non ti conosce ancora?
Non saprei, dipende. Sul palco lascerei parlare la musica che faccio, perché ha il gran pregio di essere, al di là dei testi a cui tengo molto, un genere musicale ballabile e coinvolgente. Sui social mi piace creare tips, specialmente su TikTok, che parlino di me senza prendermi eccessivamente sul serio.
Cosa dice di te il tuo nome d’arte “Caffellatte” e com’è nato?
È nato per caso tramite social, amavo la parola e l’ho inserita come nickname. Ad oggi è un po’ uno specchio di chi sono, fragile e al tempo stesso con un carattere forte e deciso.
Non tutti sanno che prima di essere una cantante, hai spaziato in vari ambiti: ti sei laureata in Psicologia a Lecce, hai preso un master in Critica Giornalistica a Roma ed hai scritto un romanzo intitolato “Blu”. Quando e come si sviluppa la passione per la musica e cosa ti ha ispirato a farne un lavoro?
Sono tutti piani B di un unico piano A, ovvero la musica. In realtà credo di essere una persona portata per il multitasking, non amo restare statica ed ogni giorno lotto per raggiungere i miei obbiettivi, sia in ambito artistico ma anche in tutto il resto.
La tua carriera nel mondo della musica è iniziata nel 2019 con la pubblicazione del tuo singolo “Endorfine”. Da quel momento, non ti sei mai fermata con la pubblicazione di singoli, featuring ed il tuo primo EP quest’anno chiamato “AMORE DINAMITE”. Come definiresti il tuo stile e come, e se, pensi che si sia evoluto in questa tua crescita artistica fino ad oggi?
Credo di essere arrivata ad una consapevolezza importante, faccio esattamente ciò che mi piace come voglio farlo e mi impegno con tutte le mie energie. I primi singoli erano un esperimento anche per me, non sapevo cosa volesse dire pubblicare musica, ad oggi sono fiera del percorso fatto finora e non vedo l’ora di farvi vedere il resto!
Oltre ad essere interprete, sei anche autrice delle tue canzoni. Nel tuo processo creativo, cosa viene per primo: la melodia o il testo?
Tendenzialmente il testo, perché ho un approccio simile al rap. Dipende dai casi e dipende se mentre scrivo ho già in mente una melodia o meno.
Nel mondo di Caffellatte, i rapporti conflittuali con l’amore, l’alcool e con la tua famiglia giocano un ruolo importante. Sembra come se utilizzassi i tuoi brani come seduta psicoterapeutica. Pensi che parlarne nelle tue canzoni ti abbia aiutato a fare pace con questi temi?
Non credo questo, non credo nella forza catartica o illuminante della scrittura. Io credo che sia più un bisogno a sé. Amo scrivere per raccontare, a volte per sfogarmi, ma credo che la terapia sia essenziale e non sostituibile. Spesso, dopo aver scritto ti senti svuotato e non è una sensazione piacevole, ma non puoi farne a meno. La musica, come l’alcool, la nicotina, il poker, è una dipendenza, bisogna saper trattare il proprio rapporto con la scrittura per non restarci invischiato in maniera negativa.
Tra le tue canzoni, quale nasconde un aneddoto particolare dietro la sua creazione? Quale invece senti essere la più autobiografica?
La canzone TSO nasconde un aneddoto particolare, un attacco di panico molto violento e una relazione fallimentare in corso. La più autobiografica non saprei, forse CRIMINE e ZOO.
Quest’anno sei stata presente nel palco del Primo Maggio a Roma e stai facendo spazio nel panorama musicale italiano. Sognando in grande, se potessi scegliere un featuring, con chi sogneresti un giorno di collaborare?
Sicuramente Mahmood, è sempre il primo nome a cui penso! Poi ti direi Elodie, amerei scrivere e cantare un pezzo con lei, rigorosamente ballando.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi professionali di Caffellatte e quali invece quelli personali di Giorgia?
L’anno prossimo voglio che ci sia un punto di svolta, le due cose vanno di pari passo e lavorerò sodo affinché accada ciò che ho in mente!