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Articoli
SocialWood e Fuga di Sapori, quando il carcere si racconta al mondo esterno
Il carcere prevede una pena accessoria alla quale sembra impossibile sfuggire: l’invisibilità. Superare il cancello che ne disegna il confine vuol dire approdare in una dimensione che manca ancora di parole per essere narrata nella sua infinita complessità. Con Andrea Ferrari, Presidente dell’Associazione Ises attiva nel carcere “Cantiello e Gaeta” di Alessandria nonché ideatore del progetto SocialWood e del marchio Fuga di Sapori,…
CommentiGenova diciannove anni dopo. Ricordare quel sangue affinché non venga pulito
«L’uomo produce il male come le api producono il miele», scrive così William Golding nel romanzo che gli valse il premio Nobel per la letteratura, Il signore delle mosche. Un gruppo di giovani ragazzi approda su un’isola deserta a seguito di un incidente aereo, trovandosi di fronte alla necessità di elaborare una strategia per sopravvivere ed essere tratto in salvo.…
CommentiSex work. Quando appropriarsi delle parole significa riappropriarsi di sé
Alcuni temi sembrano essere legittimi soltanto quando, circondati da un’aura di sacralità, si collocano ai margini del discorso. Il sesso, e in particolar modo la sessualità femminile, si inserisce in questa sorta di opacità, in un universo parallelo che si scandalizza se “l’altra metà del cielo” sceglie finalmente di superare le snervanti scissioni dell’io e si appropria del suo corpo.…
CommentiDonald Trump contro Twitter. Scontro aperto per la libertà di espressione
L’America è la terra della democrazia, si dice. I social network sono lo spazio dove le opinioni più varie trovano terreno fertile, si dice. Nelle ultime settimane il dibattito pubblico è stato attraversato da uno scontro che vede protagonisti il presidente degli Stati Uniti e il mondo dei social, chiamando in causa la libertà di espressione. Il casus belli è…
CommentiGeorge Floyd. Morire in otto minuti e cinquantatré secondi
Quando un essere umano perde la vita non esiste alcuna forma di ristoro che possa ricomporre quella perdita. L’unico vero rimedio, l’unica consolazione sarebbe poter tornare indietro e impedire che accada. Una volta avvenuto l’irreparabile, però, se penso a un gesto che possa in minima parte rendere giustizia a chi non ha voce perché ha smesso di essere parte di…
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