ANIMALI ABBANDONATI: e comincia un’altra estate…

“… E quando mi abbandonerai sul ciglio di una strada, non guardarmi negli occhi: solo nei miei vedrai una lacrima, perché avevo fede in te”. Queste potrebbero essere le parole di chi non è capace di parlare, chi vede allontanarsi qualcuno senza ritorno.
Chi e quanti sono questi “eroi della vacanza” a tutti i costi? Ogni anno ci auguriamo che questo triste fenomeno possa registrare un’inversione di tendenza, una flessione in positivo, ma purtroppo l’AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) non ci è di conforto. Anche quest’anno, solo nel primo ponte estivo dal 30 maggio al 2 giugno, è stato registrato l’abbandono di 361 quattrozampe. Prima in classifica la Puglia con 110 abbandoni, seguita dai 54 in Sicilia, dai 51 in Sardegna, dai 44 in Campania, dai 38 in Emilia-Romagna. Più virtuose si sono dimostrate le regioni dell’Italia centrale, senza peraltro farcene un vanto.
Se in soli 3 giorni di ponte sono stati abbandonati tanti animali, le previsioni per l’estate che abbiamo davanti ci spaventano. Andando a ritroso, nel 2013 ne sono stati abbandonati oltre 60.000; nel 2014 oltre 100.000. Una crescita tanto esponenziale ci mette di fronte a una desolante realtà, che va ad inserirsi anche nella crisi economica di questi anni. Quando si registra l’abbattimento dei consumi, la gente si priva di ciò che non è strettamente indispensabile. E in questa scelta figurano anche gli animali, considerati appunto come oggetto di consumo, cioè un usa e getta.
Si registra così il diffuso abbandono degli animali da compagnia nelle autostrade o lasciati nei canili comunali, dove in entrambi i casi andranno incontro a morte certa. Randagi che muoiono in incidenti stradali o che li provocano coinvolgendo la morte di persone. Randagi catturati e torturati a scopo di vivisezione o per combattimenti illegali, prelevati da canili lager gestiti da persone senza scrupoli.
Riusciranno gli eroi dell’abbandono a divertirsi dopo essersi liberati di quel “peso” che ostacola le loro vacanze? E’ una domanda forse superflua, poiché le “persone” capaci di una simile vigliaccheria, egoismo e cattiveria verso chi non parla, verso chi non può difendersi, non avranno nessun rigurgito di coscienza. Forse vorranno dimostrare di essere forti, di non lasciarsi andare a dimostrazioni di affettività in quanto, come analizzano certi psicanalisti, non ne avranno mai ricevute essi stessi. E pertanto si sentono come gente da sempre abbandonata, senza identità. E in tal misura considerano i loro animali, cioè oggetti da poter abbandonare, una sorta di transfert.
Sembra un’analisi psicologica piuttosto generalizzante, in quanto solitamente si tratta di padri di famiglia che hanno regalato un Fido o un Micio ai loro bambini. Ed allora, trattandosi di soggetti circondati da un nucleo familiare che avrebbe nel tempo sostituito quell’amore venuto a mancare nella loro infanzia, dovrebbero aver perso quella anaffettività compensata dall’amore della nuova famiglia. Entra però in gioco quella certa cultura atavica, ancora attecchita in molte zone di campagna, che considera gli animali come esseri senza anima.
Ciò non esime da una ferma disapprovazione, per usare un eufemisno, verso chi accoglie in casa un amico a quattro zampe senza assumersi determinate responsabilità nei suoi riguardi. Occorre a priori conoscere i propri limiti, non solo economici, ma soprattutto in misura del sacrificio personale cui si va incontro.
Non abbandoniamoli, signori vacanzieri! E’ un appello a qualche rigurgito di umanità verso chi ci regala momenti di gioia, chi è capace di viverci accanto con fedeltà incondizionata, senza interessi di sorta, senza ambiguità, capaci di guarire solo con lo sguardo che penetra dentro l’anima i mali più gravi del presente, che sono la solitudine e la depressione. La chiamano “pet terapy”, noi la chiamiamo “amore autentico”.
Non abbandoniamoli!
Angela Grazia Arcuri
Roma, 11 giugno 2015