IL GIALLO DI ELENA CESTE: una svolta nell’esoterismo religioso?
In quattro mesi dalla scomparsa di Elena si è detto di tutto e di più. Le trasmissioni “Chi l’ha visto” e “Quarto Grado” ci aggiornano ogni settimana sul caso, oggetto di appassionate discussioni, interventi di criminologhi, psicologi e personaggi dello show biz che vogliono dire la loro . E’ un caso che coinvolge veramente tutti gli italiani per la stranezza delle circostanze.
Quattro mesi sono tanti e, se una persona si dissolve nel nulla, quel “ nulla” finisce per diventare una realtà alla quale non ci si può sottrarre: sembra piuttosto improbabile che Elena sia viva, come insegna la lunga teoria di persone scomparse. Forse la dolce Elena, sopraffatta e confusa, ha voluto porre fine ai suoi drammi per la vergogna di non poter sopravvivere con le sue colpe in un ristretto ambiente di provincia, ma forse ancora è stata fatta scomparire. Ma da chi ? Al momento, gli investigatori si stanno muovendo secondo quest’ultima ipotesi, alla luce di nuovi e significativi indizi.
Il “Consolatore”: mitomane o setta religiosa?
Ultimamente il commissariato di Costigliole d’Asti ha ricevuto una lettera anonima firmata “Il Consolatore”, una missiva dal contenuto quantomeno inquietante, dove viene riportato il versetto 15,26 del Vangelo secondo Giovanni, che recita: “ Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza”. Il parroco della chiesa di Elena, nella frazione Motta di Costigliole, ha spiegato che il Consolatore rappresenta lo Spirito Santo, il Paraclito. Ma lo stesso parroco invita a leggere un altro versetto del vangelo di Giovanni, più illuminante, laddove è scritto “Chi non rimane in me viene gettato viacome il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano”.
E’ assai probabile che il biglietto sia stato scritto da un mitomane spinto da schizofrenia religiosa e quindi fuorviante. Ma, in tutta questa faccenda, va messo nel dovuto rilievo l’ambiente in cui Elena viveva, una comunità provinciale permeata da una stretta osservanza cattolica, in cui tutti, a cominciare dal marito Michele, hanno in casa una Bibbia da conservare come una reliquia cui uniformare il loro stile di vita.
Piemonte, culla del paranormale
Un altro aspetto importante, che nessuna fonte di stampa mette in rilievo, è il soffermarsi più attentamente a questo territorio piemontese. Non tutti sanno che la regione del Piemonte è per eccellenza la culla delle tendenze paranormali e dell’esoterismo cristiano, laddove si sprigionò nel secolo scorso il fenomeno Gustavo Adolfo Rol (1903-1994), torinese, personaggio assai controverso, colto e raffinato sensitivo che fece molti proseliti tra i personaggi della vita politica italiana di quel periodo.
Non solo, proprio vicino Torino sorge Il MonteMusinè in Val di Susa, un antico vulcano spoglio e inospitale, noto come il Monte Magico, sulle cui rocce pietrificate esistono iscrizioni e simboli planetari. Pieno di cunicoli e gallerie sotterranee, vi circolano le leggende più strane come luogo di riti occulti e base di presenze aliene.
Spunta il secondo PC di Elena
E’ stato ritrovato un altro PC di Elena in casa Buoninconti e ciò costituisce per gli inquirenti un altro spiraglio verso la verità, si spera decisivo. Per ora, le analisi di questo computer vengono tenute nel più stretto riserbo.
Non è peraltro tanto avventuroso ipotizzare che Elena Ceste, nella sua ingenuità, si sia imbattuta in qualche personaggio coinvolto in interessi esoterici, proliferanti in quel territorio, come rilevato in un nostro precedente articolo, dove si faceva notare che nella sua pagina Facebook appariva uno dei suoi FAN preferiti nell’immagine di un sito all’apparenza assai dubbio, cioè di probabile appartenenza esoterica. E’ qui che dovrebbero calcare le indagini degli inquirenti.
Intanto, nella villetta di Costigliole d’Asti la vita continua nella maniera all’apparenza più normale dopo la scomparsa di Elena. Il marito Michele, smagrito, si fa in quattro per non far sentire la mancanza di una madre. Quattro figli da gestire non sono pochi. Ha voluto persino festeggiare la Prima Comunione del figlio più grande con una semplice e ristretta cerimonia, allestendo sul sagrato della chiesa un sobrio rinfresco alla presenza dei fotografi.
La “ gente “ non deve sparlare. Tutto deve sembrare perfetto. La mamma di Elena appare serena, sorridente, fiduciosa che la figlia sia ancora viva, in una convinzione legittima in tutte le madri nelle stesse circostanze.
La ragione ci suggerisce il contrario. La speranza di una madre è l’ultima a morire.
Angela Grazia Arcuri
28 maggio 2014