L’Unione europea e la sfida della tutela della propria sicurezza: l’affare Leonardo-Rheinmetall e il corazzato paneuropeo
Nell’attuale contesto di crescente instabilità mondiale, dall’acuirsi della competizione strategica alle minacce alla sicurezza, l’Unione europea è chiamata a rafforzare la propria capacità di agire in modo autonomo e a tutelare i propri interessi e la propria sicurezza.
Emergono con maggior evidenza le interconnessioni tra economia e competizione geopolitica ed è quindi necessario rafforzare e difendere l’autonomia strategica dell’Europa, intesa come capacità collettiva dell’UE e dei Paesi membri di agire per preservare la propria indipendenza economica e proteggere la propria sicurezza, con l’obiettivo di superare alcune debolezze strutturali e vulnerabilità, messe in evidenza sia dalla crisi pandemica, che dalla guerra in Ucraina e dalle tensioni causate dagli attacchi alle rotte commerciali in Mar Rosso.
L’apparente indipendenza economica dell’UE nell’arena globale è stata finora il risultato di una mancanza di interferenze geopolitiche, tuttavia, sta diventando sempre più chiaro che né gli Stati Uniti né la Cina né la Russia separano l’economia dalla geopolitica; la competizione è, pertanto, contemporaneamente una competizione economica e una competizione di sicurezza.
L’obiettivo è quindi di delineare una strategia che comprenda un’azione congiunta in tutte le politiche, interne ed esterne, e un insieme coerente di misure a livello di Unione e di Stati membri, necessarie per consentire all’UE di valutare e gestire i rischi nel contesto delle accresciute tensioni geopolitiche e dei rapidi cambiamenti tecnologici, mantenendo al contempo apertura e impegno internazionale.
La EU Global Strategy e la Bussola Strategica
L’attenzione alla Politica Estera e di Difesa è cresciuta sensibilmente negli ultimi anni. Dalla EU Global Strategy, alla Bussola Strategica (Strategic Compass), fino al Rapporto Draghi, in questi anni sono susseguite iniziative mirate allo sviluppo di una dimensione di Sicurezza e Difesa più matura, orientate a sostenere con sempre più solidità l’idea di una Difesa Comune europea.
Con la EU Global Strategy, infatti, l’UE si è data l’obiettivo di conseguire la citata “autonomia strategica” per divenire un “global security provider”, e a tal fine nell’alveo di tale strategia è stata istituita la Cooperazione Strutturata Permanente, o più comunemente PESCO con l’obiettivo sia di sviluppare nuove capacità militari e di produzione di armamenti volti alla deterrenza, che di favorire l’integrazione di quelle operative.
Alla PESCO è seguita l’istituzione, nell’ambito del bilancio UE 21-27, dell’European Defence Fund, attraverso il quale – per la prima volta nell’Unione – vengono impiegati fondi tratti dal budget comune per sostenere la cooperazione industriale nel settore della difesa. Nel solco di questa iniziativa il 22 marzo 2021 è stato anche istituito lo European Peace Facility (EPF), uno strumento di attrazione di risorse economiche, fuori bilancio, volto a consolidare la capacità dell’Unione nel prevenire i conflitti, costruire la pace e rafforzare la sicurezza internazionale, consentendo il finanziamento di azioni operative nell’ambito della politica estera e di sicurezza comune.
L’elaborazione della Bussola Strategica (Strategic Compass) ha poi rappresentato un fondamentale momento di aggiornamento riguardo la capacità dell’Unione di dare seguito agli obiettivi fissati e alle reali prospettive di raggiungere concreti progressi del settore militare dell’UE, fornendo una guida per orientare i processi di pianificazione degli investimenti nella futura difesa comune europea e il supporto alle attuali operazioni e missioni dell’UE, ponendosi quale tessuto connettivo tra il livello politico e quello militare, individuando obiettivi comuni e indirizzando di conseguenza le risorse disponibili, partendo da una valutazione condivisa di rischi, minacce e sfide.
Nell’ambito della bussola strategica per la difesa europea l’Unione, a seguito dello shock del conflitto Russo-Ucraino, sta orientando le sue risorse economiche nonché i suoi accordi politici con l’obiettivo di rispondere adeguatamente ai cambiamenti, rapidi e incontrollabili, che sempre più frequentemente riguardano lo scenario geopolitico; in quest’ottica sono stati sviluppati l’European Defence Industry Reinforcement Through Common Procurement Act – comunemente detta EDIRPA – e l’European Defence Investment Plan, o EDIP.
La EDIPRA è mirata a disciplinare e favorire l’attività di acquisizione congiunta tra Stati Membri nel breve periodo, sfruttando le opportunità fornite da un fondo creato ad hoc, con una dotazione di 300 milioni di Euro, allo scopo di rafforzare l’industria europea di difesa mediante appalti comuni; la seconda, EDIP, è sempre destinata ad acquisti congiunti, ma avendo un orizzonte temporale di lungo termine dovrebbe consentire l’acquisizione delle capacità identificate dalla Bussola Strategica, che ha indubbiamente rappresentato una corale e forte volontà politica di agire, imprimendo una vigorosa spinta verso lo sviluppo di capacità militari che possano rendere l’Unione capace di una maggiore autonomia strategica e in grado di difendere i propri interessi vitali anche autonomamente.
L’affare Rheintmall-Leonardo e la concreta manifestazione della Bussola Strategica
Un esempio concreto di investimenti europei nella difesa nel medio-lungo periodo tracciati con l’EDIP è stato L’affare Rheinmetall- Leonardo. La realizzazione della Joint Venture paritetica per la realizzazione dei primi mezzi militari italo-tedeschi, dai corazzati fino ai mezzi militari di supporto logistico, si colloca nel solco di questa nuova fase politica di difesa europea comune e da applicazione diretta alle iniziative economiche-politiche della bussola strategica europea e del nuovo ruolo che l’Unione sta iniziando ad assolvere.
La collaborazione tra le due industrie della difesa, siglata nel Memorandum del 3 luglio e annunciata definitivamente lo scorso 15 ottobre, riguarderà il know-how tecnologico, di cui fornitore principale sarà Leonardo, e il know-how industriale, di cui invece sarà fornitore Rheinmetall, e questa unione dei colossi militari avrà come primo banco di prova le future forniture all’Esercito italiano di 280 carri armati, metà da combattimento con la realizzazione del Main Battle Tank italo-tedesco Panther Kf51, l’altra metà veicoli di supporto, e oltre mille mezzi cingolati di fanteria leggeri come i Lynx.
La Joint Venture Italo-Tedesca dovrà gestire le due maxicommesse e i contratti per un valore stimato dal Documento programmatico pluriennale della Difesa, di 23,2 miliardi di euro, nell’arco di 10-15 anni e cercherà di organizzare e di dare un supporto concreto alla realizzazione e produzione costante degli armamenti terrestri che rappresentano il settore più frammentato dell’industria europea della difesa.
Maggiori best practice come quella Italo-Tedesca sono altresì auspicabili affinché si incentivino ulteriori forme di alleanze tra le grandi aziende europee del settore, in modo da creare compagnie capaci di competere, tra gli altri, con gli operatori americani e cinesi e di eliminare le duplicazioni e sovrapposizioni nazionali che, magari per esigenze politiche di corto respiro, rendono scoordinato e farraginoso il settore europeo della difesa.
“L’iniziativa ha un significato profondo è la prima iniziativa a livello europeo in cui si crea una struttura societaria di questo tipo, una joint venture tra due colossi europei che pone le basi per un sistema europeo di difesa” con queste parole l’Amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, ha commentato la costituzione della Joint Venture, confermando che la strada tracciata dai due gruppi industriali possa condurre alla realizzazione di una futura Unione europea della difesa e che l’Unione possa, con una propria industria militare e un proprio esercito, ricoprire finalmente il ruolo di attore internazionale che le compete, libero dai retaggi nazionali, e pronto per non essere più considerato un vaso di coccio in mezzo ai vasi cinesi e americani, che oggigiorno sono di titanio.