Giovanni Toti: condanna ridotta con patteggiamento
L’inchiesta per corruzione che ha coinvolto Giovanni Toti, ex governatore della Liguria, ha recentemente fatto un importante passo avanti con la decisione di Toti di patteggiare una condanna. Il patteggiamento, concordato con la procura, prevede una pena di due anni e un mese, che sarà sostituita da 1.500 ore di lavori socialmente utili. Oltre a ciò, Toti sarà temporaneamente interdetto dai pubblici uffici e gli sarà impedito di contrattare con le pubbliche amministrazioni per la durata della pena. Inoltre, la somma di 84.100 euro sarà confiscata dal suo comitato politico.
Toti ha espresso una certa ambivalenza riguardo all’accordo, parlando di “amarezza e sollievo”. Da un lato, si è detto rammaricato di non poter difendere pienamente la sua innocenza, mentre dall’altro ha manifestato sollievo per il fatto che una parte delle sue ragioni è stata comunque riconosciuta. Il patteggiamento non implica necessariamente un’ammissione totale di colpevolezza, ma è un compromesso legale che Toti ha accettato, probabilmente per evitare un lungo e incerto processo giudiziario.
L’avvocato di Toti, Stefano Savi, ha spiegato che la procura ha riconosciuto che l’ex governatore non ha mai beneficiato personalmente delle somme raccolte dal suo comitato politico, che erano destinate esclusivamente ad attività politiche. Inoltre, è stato chiarito che gli atti prodotti dalla pubblica amministrazione erano legittimi e che i versamenti erano contributi politici leciti. Questo ha portato alla caduta di molte accuse, tranne quella di “corruzione impropria”, un reato che si riferisce all’utilizzo legittimo di atti amministrativi in cambio di vantaggi.
Nonostante l’accordo con la procura, la decisione di patteggiare ha sollevato polemiche e disappunto all’interno del centrodestra, partito che fino a poco tempo fa difendeva Toti in modo convinto. Il patteggiamento rappresenta una sfida per la campagna elettorale in Liguria, che fino a questo momento era stata incentrata sulla difesa dell’innocenza dell’ex governatore. Ora, la necessità di cambiare strategia è evidente, anche se Toti continua a ribadire che patteggiare non significa essere colpevoli, ma trovare un compromesso. Tuttavia, il candidato del centrosinistra Andrea Orlando ha interpretato la scelta di Toti come un implicito riconoscimento di responsabilità.
Se il tribunale approverà il patteggiamento, Toti potrebbe ottenere la riabilitazione completa al termine della pena, il che gli consentirebbe di tornare alla vita politica e candidarsi nuovamente alle elezioni. Nel frattempo, potrà riprendere il suo lavoro di giornalista, anche se non potrà lasciare l’Italia finché la pena non sarà scontata.
Anche altre figure di rilievo legate a questa vicenda, come Paolo Signorini, ex presidente del Porto di Genova, hanno seguito la stessa strada del patteggiamento, mentre si attende una decisione simile da parte di Aldo Spinelli. Toti ha dichiarato che l’accordo con la procura non implica una piena ammissione di colpa, ma riflette una situazione in cui molte delle sue ragioni sono state riconosciute. Ha inoltre affermato di sentirsi tradito da alcuni membri del centrodestra che, a suo dire, non lo hanno sostenuto in questo difficile percorso giudiziario.
In effetti, la reazione del centrodestra è stata varia. Si racconta che Matteo Salvini, leader della Lega, sia rimasto particolarmente deluso dalla decisione di Toti, e alcuni membri del partito avrebbero interpretato la scelta come una sorta di vendetta personale. Inoltre, il mancato supporto a Ilaria Cavo, figura vicina a Toti, come candidata del centrodestra nelle elezioni regionali, avrebbe contribuito al risentimento dell’ex governatore.
Infine, i rapporti tra Toti e Marco Bucci, sindaco di Genova e attuale candidato, sono stati oggetto di speculazione. Mentre Bucci ha dichiarato che la decisione di patteggiare non avrà alcun impatto sulla campagna elettorale, il clima all’interno del centrodestra rimane teso, con molti che si interrogano sulle reali motivazioni dietro le scelte di Toti.