La vicenda GKN e l’industria italiana a pochi giorni dallo sblocco dei licenziamenti

Di pochi giorni fa le immagini della manifestazione a Firenze dove, nel centro città, sono scesi in piazza lavoratori e sigle sindacali, contro il mega licenziamento, da parte di GKN, di più di 420 operai.
Chi è GKN?
GKN è una multinazionale operante nel settore automotive che, come tante realtà, ha risentito della contrazione di utili a causa della pandemia. Del 9 luglio la decisione dei vertici aziendali di licenziare in blocco tutti i lavoratori della fabbrica di Campi Bisenzio.
Ci fa rabbia, andando a fondo nella vicenda, constatare le modalità con cui la multinazionale sta affrontando la vicenda; ci fa rabbia anche come governo, confidustria e sindacati abbiano chiuso un tavolo sullo sblocco dei licenziamenti a dir poco “leggerino”, che a distanza di pochi giorni non ha fatto altro che causare vicende come quella GKN. Stessa sorte per i lavoratori della Whirpool di Napoli, per quelli della Giannetti ruote a Monza.
Ma andiamo con ordine…
Le modalità di licenziamento
Hanno licenziato tutti. Nella notte, con una mail, giustificando la misura in base alla perdita di fatturato. Tanti hanno fatto il turno di giovedì per vedersi licenziati il venerdì mattina. Non una parola, niente, solo una e-mail.
Gkn ha fatto sapere che le previsioni di fatturato dello stabilimento per il 2025 si attestano a circa 71 milioni di euro, importo inferiore di circa il 50% rispetto ai livelli di fatturato del 2019 (pre-pandemia quindi), che giravano intorno ai 140 milioni.
Nel bilancio dello scorso anno però, evidentemente ancora indecisi sulla chiusura o meno dell’impianto, scrivevano che “nella seconda parte del 2020 le cose hanno ripreso a funzionare e il primo trimestre del 2021 ha visto una crescita dei ricavi dal 7% al 14%”.
La speculazione finanziaria
Nel 2018 Melrose, un fondo di investimento, acquista le attività di Gkn.
Il motto di Melrose è “buy, improve, sell”.
Dalle parole ai fatti. Il Ceo Simon Peckham e il vicepresidente Christopher Miller hanno venduto, tra marzo e aprile di quest’anno, azioni della Melrose rispettivamente per 7 e 15 milioni di sterline. Passati all’incasso hanno deciso poi di chiudere i battenti di Campi Bisenzio… Comprare. Migliorare. Vendere. Alla prima occasione utile, di fatto 1 settimana dopo lo sblocco dei licenziamenti varato dal governo italiano, si è chiuso il cerchio di quella che somiglia sempre più a una speculazione finanziaria.
Lo sblocco dei Licenziamenti
Le istituzioni sembrano essersi prese in carico la situazione. In piazza S.Croce a fianco dei lavoratori c’erano, tra gli altri, il sindaco di Firenze Nardella e il presidente della regione toscana Giani.
Come finirà la vicenda ad oggi è difficile dirlo, ma di certo non filtra ottimismo. Il fatto che la controparte nell’ipotetica trattativa sia un fondo di investimento rende difficile la stessa apertura di un tavolo tra istituzioni e proprietà.
Si poteva evitare? Forse no, viste le premesse… necessario però è guardare anche alle modalità dello sblocco dei licenziamenti. Il 1°Luglio è caduto il divieto per industria e costruzioni. A garantire i posti di lavoro sarebbe stato dunque l’impegno delle parti sociali nell’utilizzare gli ammortizzatori piuttosto che licenziare.
In pratica hanno affidato il lavoro delle persone a proprietà, privati, fondi di investimento come Merlose, il cui unico scopo, per loro stessa definizione, è il profitto.
E i risultati li stiamo vedendo già a pochi giorni dallo sblocco. GKN, Whirpool, ma anche migliaia di lavoratori che vivendo realtà più piccole rimangono nell’oblio, fuori dal circuito dei media nazionali. Stanno, stiamo, perdendo il lavoro.
Il 31 ottobre scadrà il divieto di licenziamento anche per i settori del tessile, dell’abbigliamento, della pelletteria. Se questo è l’inizio ed il trend, i prossimi mesi cominciano a farci davvero paura.
Con l’occasione, e nel nostro piccolo, esprimiamo solidarietà a tutti i lavoratori e le famiglie coinvolte.