NAPOLI ’44 | Dignità e umanità contro l’atrocità della guerra

Cinema e tv - 15 Dicembre 2016

di Gian Marco De Cicco

Napoli ’44 è un film/documentario di Francesco Patierno basato sul libro di Norman Lewis dall’omonimo titolo. La voce narrante di Adriano Gianni (affidata a Benedict Cumberbatch in lingua originale) ci guida in un immaginario ritorno di Lewis a Napoli con i suoi flashback da quando, nel ’43, viene mandato a Napoli con la Quinta Armata Americana.

Oltre ai ricordi degli avvenimenti bellici, negli appunti di Lewis compare la descrizione della società napoletana del tempo che presenta forti elementi contrastanti, duri, ma che lo affascina allo stesso tempo. L’autore è colpito dall’ospitalità e dalla dignità dimostrate dai Napoletani e si cala a pieno nella mentalità e nella superstizione cittadine. Non prova solo a descrivere i riti di Napoli, si cala nella sua atmosfera, comprende in pieno la psicologia di una società che definisce distante, anche architettonicamente, da quella europea. E mentre si immerge nella città, Lewis si confronta con l’orrore della guerra, le macerie, la disperazione delle persone e la diffusione delle malattie conseguente. Il tutto viene condito dalla voce chiara di Giannini e dalle immagini scelte dal regista Francesco Patierno che miscela sapientemente antico e moderno, dolce e amaro, simboli sacri e profani.

Napoli ’44, un film/documentario molto bello, che emoziona, che fa riflettere. Fa sorridere a tratti come quando narra l’episodio della statua di San Gennaro trasportata di sottobanco perché quella di San Severo sembrava non bastasse ad evitare i danni di un’eruzione. Poi ti scuote con la descrizione degli scoppi delle bombe, della prostituzione dilagante, il tifo. Per chi è stato a Napoli, o ha legami con la città, il lavoro di Patierno risulta perfetto, partendo, naturalmente, dal sentimento profondo che ha legato Lewis alla città e ai cittadini. Non si tratta solo di empatia ma di amore che viene spezzato dalla notizia dell’addio.

Voto: 8