Darksiders 2 in attesa del terzo capitolo
La qualità del passato
Darksiders 2 deathineve edition è la remastered uscita circa due anni fa dell’originale e ottimo Darksiders 2, che vide la luce nel “lontano” (ammettiamo sia quasi strano dirlo) 2012 per le console oldgen. Ad un primo sguardo, questa potrebbe sembrare una delle tipiche remastered che nel corso di questi anni hanno fatto capolino sugli scaffali dei negozi, ma con il fallimento di THQ nel 2013 e l’acquisizione del marchio dalla rifondata THQ Nordic, sembra che qualcosa sia andato veramente storto durante i lavori.
La remasterd di Darksiders 2 è infatti riuscita ad ottenere il triste primato di essere una versione a tratti peggiore della precedente uscita per oldgen, da un punto di vista prettamente tecnico. Ciò ovviamente ha trascinato questa operazione commerciale al centro di varie shitstorm sul web e ha costretto gli sviluppatori a fare il possibile per rendere il gioco almeno decente con l’ausilio di patch correttive.
Tuttavia l’immissione di questo gioco nella lista dei titoli gratuiti con il psplus ci ha spinto a scrivere il perché, secondo noi, “Darksiders 2 Deathineve edition” merita comunque di essere giocato e considerato come un titolo imperdibile per tutti gli appassionati di giochi action, oltre che per i fan del brand.
Darksiders 2 è il seguito di un titolo dibattuto
Vogliamo fare una piccola premessa anche per il primo Darksiders, se foste interessati all’acquisto, proprio perché fortemente legato alla trama del secondo. Il primo Darksiders è un gioco singolare, mischia infatti in un’unica formula due generi sulla carta diametralmente opposti, come quello velocissimo e rapido degli “hack and slash”, che ricorda da vicino le battaglie di Devil My Cry e quello di un gioco ad enigmi complessi con alcune meccaniche tratte persino da Portal.
Il tutto era integrato da una forte componente narrativa, dai toni decisamente epici che riguardavano le vicende di Guerra, Cavaliere dell’Apocalisse, nel suo tormentato viaggio di redenzione attraverso gli eserciti di paradiso e inferno, in una terra ormai distrutta dall’Apocalisse. La trama era cruda e violenta, e a tratti ispirata al “Paradiso Perduto” di Jonh Milton, con vere e proprie citazioni tratte dall’opera letteraria dello scrittore Britannico.
Nonostante gli ottimi presupposti però, i problemi nel primo Darksiders erano molti. Primo fra tutti l’inspiegabile frattura narrativa che a cinque minuti dalla fine, proprio alle porte del boss finale, ci obbligava a esplorare da capo l’intero mondo di gioco alla ricerca dei frammenti di un oggetto importante, senza il quale non era possibile concludere il titolo.
Una scelta insensata che non fa altro che aumentare il counter delle ore di gioco in modo artificioso. Inoltre la struttura ibrida ad enigmi non era sempre ben amalgamata con i combattimenti, visto che i problemi logici erano talvolta molto macchinosi e disposti fisicamente lontano dalle battaglie. Le bossfight erano poi poche e tutte estremamente scriptate. Insomma un gioco dalle grandi potenzialità, dalla narrativa epica, ma anche pieno di problematiche non di poco conto.
Cinque anni ed è ancora leggenda!
Il secondo capitolo invece, rinasce in modo sopraffino abbandonando purtroppo un pizzico del realismo e della epicità narrativa a vantaggio però di un più curato tema dark fantasy. Il gameplay ibrido è perfettamente amalgamato in tutte le sue parti e ed è pure presente un buon quantitativo di boss fight.
Insomma un miglioramento su quasi tutta la linea, con una narrativa che nelle ultime fasi di gioco sembrerà quasi prendere la rincorsa a tutta forza, a differenza del primo capitolo. La trama di Darksiders 2 ci vedrà prendere le parti del cupo Morte, fratello di Guerra, disposto a tutto per salvarlo dalle conseguenze delle azioni di quest’ultimo, innescate alla fine del primo capitolo.
Morte si troverà quindi, ad affrontare nuovamente le armate di paradiso e inferno, questa volta però mutate da una strana forma di corruzione che ha leso le loro entità e che minaccia di contaminare l’intero ordine universale.
Il gameplay, come dicevamo prima, è la componente di maggior valore della produzione che combina lo stile hack and slash (DMC) con degli elementi da gioco di ruolo, con due alberi di abilità complessi e combo avanzate amalgamate con enigmi a tratti semplicemente geniali, non troppo macchinosi e divertenti da risolvere e che fanno da collante perfetto fra gli scontri e le fasi di esplorazione.
Proprio su questo punto, gli scontri sono finalmente diventati molto meno “scriptati” e là dove nel primo capitolo era possibile infliggere un colpo di grazia assicurato su tutti i nemici feriti con un semplice tasto, ora riuscire a sopravvivere non si risolverà nel semplice premere due tasti a tempo, ma nel comprendere approfonditamente tutte le meccaniche di gioco.
Combo complesse e attacchi diversificati in base alle armi e agli oggetti equipaggiati, usabili in successione senza interrompere l’azione di gioco sono sono la punta dell’icerberg di un sistema ben studiato.
Sul fronte longevità possiamo segnalare una quantità spropositata di contenuti che ci hanno tenuti impegnati per la prima run per oltre 30 ore, senza contare i DLC, tutti i sotterranei e zone secondarie con boss e gli innumerevoli collezionabili.
Il tallone d’Achille
Il nostro parere sul gameplay e sulla narrazione principale rimane quindi invariato dalla versione per old gen. Darksiders 2 è ancora un ottimo gioco, ma quella che ci viene offerta è una buona remastered?
I problemi tecnici e il frame rate ballerino del lancio sono stati mitigati ma permangono comunque altri problemi molto gravi, soprattutto con le ombre e gli effetti di luce resi a bassissima risoluzione. Questi sono elementi che ci hanno infastidito moltissimo, vista la qualità effettiva delle altre componenti di gioco. Nonostante ciò, alcuni scorci e l’art design salvano in calcio d’angolo un comparto tecnico altrimenti da bocciare, soprattutto nella sua veste di presunta “remastered”.
Una piccola menzione va fatta anche per il comparto sonoro originale del titolo, che a tratti rasenta l’epicità allo stato puro. Ottimi pezzi e ben integratati con l’azione di gioco.
La versione Definitiva
I tre dlc di Darksiders 2 ritornano in un unico pacchetto, integrati con il sistema a livelli presente nel gioco principale con il quale saranno però separati nella scelta delle abilità e nella narrazione.
Il primo DLC Argul’s Tomb porterà Morte a dover eliminare il Vecchio Re del regno dei Morti, deposto tempo addietro dal suo spietato successore con il quale avremo a che fare nel gioco base. I boss e i nemici presenti sono abbastanza interessanti, soprattutto uno di questi dall’aspetto molto “soulsiano” (simile ai boss creati da Fromsoftware in Darksouls). Tuttavia dobbiamo segnalare che gli enigmi presenti sono parzialmente riciclati dal gioco base.
Il secondo, The Abyssal Forge, sarà invece un viaggio in una sezione delle Terre della Forgia corrotta e ricca di veleno letale e ciò che più abbiamo apprezzato sono le varianti di enigmi complessi e abbastanza originali.
Il terzo The Demon of Lord Belial e ultimo dei contenuti aggiuntivi, è invece il più interessante fra i tre, visto che ci porterà alla conoscenza di alcuni sopravvissuti umani ancora in vita nonostante l’Apocalisse. I boss presenti sono interessanti e a loro modo molto differenziati da quelli del gioco base e il livello di sfida è più che soddisfacente.
Darksiders 2 Deathineve edition è una remasterd riuscita a metà, eppure la qualità del titolo originale è così alta al punto da far passare in secondo piano i difetti più significativi, rendendola un’ ottima occasione sia per i novizi che per chi conosce la serie.
Ci consoliamo però nel fatto che nell’attesa di Darksiders 3 (sembra finalmente in arrivo) avremo ancora molto da giocare in compagnia del Cavaliere Pallido in sella al suo destriero.