Outer Wilds – Il fascino della scoperta
Nella vita di tutti i videogiocatori arriva quel dannato momento in cui non si ha nulla a cui giocare. Vuoi perché ci si trovi in un momento sfortunato nel calendario delle uscite o perché non ci sia nulla che vada a solleticare la nostra curiosità in quel momento. Ogni gamer prima o poi si troverà a guardare l’insieme dei giochi offerti dai vari store digitali sbuffando.
Circa un anno fa mi trovavo in questa situazione finché un caro amico, con non poca insistenza, mi ha convinto (costretto) a comprare Outer Wilds.
Al momento dell’acquisto, il titolo in sé non mi era sconosciuto. Anzi, il suo nome mi era passato molte volte davanti durante letture o guardando video su Youtube e non ho mai sentito un singolo commento negativo sul gioco; ma essendo un puzzle game basato sull’esplorazione l’ho sempre lasciato nel fondo del mio backlog, essendo un gioco totalmente al di fuori dalle mie corde.
Quindi arriva la fatidica serata in cui mi siedo al PC e mi sforzo di investire almeno 2 ore dentro questa esperienza videoludica, a detta di alcuni miei amici, irripetibile…Due settimane e 40 ore di gioco più tardi, ho raggiunto i titoli di coda di uno dei videogiochi più belli che abbia mai giocato.
Piccoli passi creano qualcosa di incredibile
Outer Wilds nasce dalla creatività di Alex Beachum che durante i suoi studi universitari ha creato vari progetti che sarebbero diventati la base del suo, a mio avviso, capolavoro.
Fra tutti i progetti che Alex e il suo amico Loan Verneau hanno sviluppato, due di essi in particolare hanno gettato le fondamenta del gioco: il primo è stata la creazione di una navicella spaziale, il secondo una piccola scenetta in cui un astronauta seduto su una piccola luna arrostisce un marshmellow guardando un sole in procinto di diventare una supernova.
Poco dopo l’inizio dello sviluppo del prototipo, i due ragazzi vengono contattati da Masi Oka. Personaggio eclettico, attore, produttore e artista di effetti speciali giapponese (diventato famoso per aver interpretato la parte di Hiro Nakamura in Heroes) mosso dal potenziale dimostrato da Beachum e Verneau, fonda Mobius Digital allargando il team a ben 12 persone.
Sapere è potere
Outer Wilds, come già anticipato, è un puzzle game in prima persona in cui il giocatore deve risolvere il mistero del time loop in cui è intrappolato un piccolo sistema solare.
Il gioco inizia su Cuore Legnoso, un minuscolo pianeta popolato da una razza di simpatici esseri molto propensi all’esplorazione spaziale. All compimento di una certa età ogni abitante del pianeta viene munito di una piccola astronave con la quale dovrà esplorare lo spazio. I primi minuti di gioco si svolgono direttamente su Cuore Legnoso, dove il giocatore si troverà a controllare un neo pilota intento ad affrontare l’importantissimo test (che funge da tutorial) per diventare astronauta. Al termine del test, il protagonista otterrà i codici di lancio della navetta spaziale con la quale potrà finalmente partire alla volta di… che cosa?
Nel momento in cui il giocatore esce dall’atmosfera del piccolo pianeta si troverà davanti al dilemma cardine dell’esperienza di gioco: ma ora, che si fa?
Outer Wilds è definibile come una escape room. In altre parole, bisogna capire dove si è, cosa bisogna fare e perché bisogna farlo. Il giocatore ha infatti totale libertà su come muoversi all’interno del piccolo sistema solare formato da circa 5 pianeti, ognuno dei quali nasconde i suoi misteri. Il compito del giocatore è quello di esplorare tutti i luoghi a sua disposizione per mettere insieme i pezzi di storia lasciata dai Nomai, un antico popolo insediatosi nel sistema solare migliaia di anni prima.
Outer Wilds è quindi un labirinto di enigmi da risolvere per aprire nuove strade fino alla risoluzione del grande mistero che avvolge tutta la costellazione di pianeti che popola questo mondo: il time loop. La creazione di Mobius Digital è anche definita da alcuni come un Metroidvania basato sulla conoscenza.
Vediamo di spiegarci meglio. In un Metroidvania il giocatore acquisisce nuove abilità per poter navigare verso zone del mondo prima inaccessibili, mentre in Outer Wilds, anziché ottenere potenziamenti, il giocatore apprende informazioni su come navigare il mondo di gioco e superare ostacoli precedentemente incontrati.
Diventare dei piccoli geni
Il gameplay loop di Outer Wilds è riducibile nella seguente sequela di eventi: inizio del loop temporale, decisione su cosa esplorare, ottenere informazioni, morire in modo orribile…rinse and repeat. Fra le varie run l’unico indicatore dei progressi del giocatore è il preziosissimo log della nave (che, per inciso, consiglio di usarlo e ri-usarlo ancora e ancora) che si aggiornerà ad ogni nuova scoperta.
Le informazioni sono quindi il punto focale dell’intera esperienza di gioco, il giocatore si troverà davanti a strade bloccate o enigmi che imparerà a risolvere solo esplorando altri pianeti. Di primo acchito, sembra un processo tedioso e non vi nascondo che Outer Wilds può essere a tratti molto frustrante, ma la soddisfazione di risolvere un enigma dopo ore di ricerche è davvero impagabile. Inoltre, il design impeccabile del gioco rende molto difficile bloccarsi per troppo tempo in alcuni settori.
Esplorazione spaziale
Il piccolo sistema solare di Outer Wilds è quindi composto da 5 pianeti, alcuni con le loro rispettive lune, altri corpi celesti artificiali e non.
Ogni pianeta è progettato in modo da contenere informazioni essenziali per l’avventura, oltre ad essere caratterizzato da una meccanica unica che il giocatore deve interiorizzare per riuscire a navigare l’ambiente. I luoghi di Outer Wilds sono costruiti nei minimi dettagli in modo da rimanere impressi nella mente del giocatore divenendo funzionali sia a livello di gameplay sia a livello estetico.
Ogni caverna e ogni rovina sono state pensate nei minimi dettagli in modo da dare al giocatore la sensazione di essere un piccolo esploratore che sta mettendo piede in un posto dimenticato da innumerevoli anni.
Il level design di Outer Wilds è talmente raffinato che ripercorrere gli stessi luoghi più e più volte rimane comunque un’esperienza piacevole. Inoltre, il giocatore si troverà davanti a delle scene che, combinate con la magnifica colonna sonora composta da Andrew Prahlow, lo lasceranno a bocca aperta.
Prima di essere un puzzle game, Outer Wilds è un gioco di esplorazione che nel corso dell’esperienza insegna al giocatore una cosa che è stata persa nel gaming moderno: la capacità di perseguire un obiettivo con perseveranza. In altre parole, Outer Wilds è un mondo che ricorda al giocatore l’importanza del fallimento, della curiosità e dell’osservazione del mondo che ci circonda.
Come ci riesce? Spogliandosi di tutte le meccaniche ormai onnipresenti in tutti i videogiochi odierni come checkpoints, guide, indicatori o modi per velocizzare il gameplay. Outer Wilds è un gioco che ci insegna quanto è prezioso il nostro tempo quando lo si vive con coscienza: insomma, ci insegna il valore della pazienza.