Manus il “partigiano” – Dark Souls per spiegare il 25 aprile
Il 28 aprile 1945, Benito Mussolini fu catturato e giustiziato. Le foto del suo corpo privo di vita, appeso a testa in giù, il giorno seguente a piazzale Loreto, sono tuttora reperibili sul web.
Volendo dare un parere onesto alla vicenda, non c’è nulla di buono nel leggere gli ultimi momenti di qualsiasi uomo prima che venga ucciso, né leggere e vedere i diversi modi con cui furono scherniti corpi privi di vita, ma quanto si può biasimare chi visse quel periodo e finì per agire in questo modo?
Molti atteggiamenti che si tende a definire disumani, sono purtroppo assolutamente presenti nell’indole umana. Quante volte, leggendo o ascoltando una notizia di cronaca nera, si arriva ad invocare punizioni al limite del sadico per i colpevoli?
Sono trascorsi settantanove anni dalla morte del leader del partito fascista, ma di esempi del genere se ne trovano ancora oggi, a causa dei conflitti recenti.
Un argomento che va oltre le questioni politiche, spesso banalizzato dalle polemiche che ogni anno si riaffacciano in Italia con l’arrivo del 25 aprile, l’anniversario della liberazione dal nazifascismo.
Si tratta di reazione alla violenza e alla repressione, e dell’odio che, come scritto da George Orwell in “1984”, quando parte lo puoi rivolgere contro chiunque.
Concetti che anche le opere videoludiche sanno spiegare, dalle meno note ma dedite propriamente a fare questo, fino ad alcune delle più popolari.
September 12th – Il più esplicativo
Che cos’è un videogioco? Cosa lo definisce tale? Domande che possono sorgere nuovamente all’avvio del videogioco September 12th, dove la prima schermata, elencante le istruzioni del gioco, recita chiaramente: “this is not a game.”
Non viene considerato tale in quanto non si può vincere né perdere; come Pac-Man non ha una fine, ma non ci sono neanche livelli in cui avanzare, punteggi, o eventuali sconfitte.
Le regole, sempre secondo le istruzioni, sono semplici: sparare o non farlo.
L’opera è stata sviluppata da Gonzalo Frasca e pubblicata nel 2003; il titolo indica il giorno successivo all’11 settembre 2001, giorno dell’attentato alle Torri Gemelle, per simboleggiare l’inizio della guerra contro il terrorismo di Al Qaida.
Difatti quest’opera presenta un’unica ambientazione urbana mediorientale, con visuale isometrica, fornendo all’utente il solo controllo di un mirino per sparare ai terroristi, facilmente distinguibili dai comuni cittadini.
Il problema è che il mirino non è quello di un fucile di precisione, bensì di un lanciamissili. In September 12th è impossibile sparare un colpo senza abbattere qualche edificio, ed è molto probabile che l’esplosione del colpo uccida qualche civile.
I superstiti piangono i morti e si trasformano in terroristi, dando vita a un ciclo senza fine.
“Questo non è un gioco”, recita la prima frase presente nelle istruzioni, definendo September 12th come una simulazione con lo scopo di mostrare ciò che tendenzialmente si ignora della guerra, ovvero il fatto che le vittime siano per lo più civili (oltre il 90% secondo il registri dell’ospedale di Kabul, secondo il racconto di Gino Strada nel libro postumo “Una persona alla volta”) e che i superstiti potrebbero bramare vendetta al punto da sposare la causa terrorista, in barba a qualsiasi questione morale o religiosa.
Non si commetta assolutamente l’errore di pensare che questo esempio intende paragonare la Resistenza ai terroristi. September 12th è soltanto una delle opere videoludiche più esplicative del ciclo della violenza, estremizzato dalle guerre ma trascendente i luoghi, le fazioni, i periodi storici.
Al contrario, essendo le stragi partigiane in Italia il movente degli oppositori della Festa della Liberazione, interagire con la violenza tramite questo medium potrebbe essere un’occasione per riflettere su quanto sia auspicabile non ripetere determinate situazioni.
Manus il “partigiano“
Una donna sparò al cadavere di Mussolini cinque colpi di pistola per vendicare i propri cinque figli morti in guerra
BBC, 28 aprile1945, citando Radio Milano
September 12th potrebbe fuorviare per il fatto che tratta una situazione di guerra contro il terrorismo islamista, per tanto è bene aggiungere esempi che abbiano più un significato generico, seppur nient’affatto palese.
E’ il caso di Dark Souls, precisamente della sua espansione Artorias of the Abyss.
Quando si tratta del fascismo e della caduta del regime, viene spesso ripetuto il mantra: “Mussolini ha fatto anche cose buone”, e viene detto che i partigiani hanno anche commesso dei crimini, senza mai mettere in correlazione questi ultimi con il regime fascista, la seconda guerra mondiale, e l’occupazione nazista.
Dark Souls: Artorias of the Abyss racconta tutto ciò in chiave dark fantasy, essendo un’allegoria sulle conseguenze della repressione.
La storia del contenuto aggiuntivo di Dark Souls narra degli abitanti di Oolacile, terra della stregoneria, che profanarono la tomba dell’uomo primordiale, scatenandone l’ira sotto forma di un’oscurità senza fine che corruppe il loro territorio.
Manus, Padre dell’Abisso. Questo è il nome dell’essere mostruoso nato da tale profanazione, in questo mondo in cui la ciclicità è bloccata dall’Era del Fuoco, sorta per mano dei Lord, che viene perseguita nella speranza di non farla mai terminare, al punto da generare la non morte: priva di vita ma che impedisce di andarsene definitivamente.
A questa triste condizione, per Manus è stata aggiunta la tortura e la perdita di un pendente che per egli è prezioso al punto da creare un’ossessione, dando infine origine a un’oscurità illimitata che corrompe ogni cosa.
Per anni è stato ipotizzato (e si continua a farlo) che Manus fosse il Nano Furtivo, colui che nella Prima Fiamme, origine della diversità, trovò un’anima differente da quelle raccolte dai Lord: l’Anima Oscura, essenza degli esseri umani, capace di moltiplicarsi (appunto, Dark Souls) e generare l’umanità.
Tuttavia la lore di Dark Souls III, in particolare quella del suo secondo DLC, The Ringed City, accentua i dubbi su questa ipotesi. Inoltre, in questo articolo torna più utile leggere in chiave metaforica la frase “disturbare il sonno dell’uomo primordiale.”
L’umanità in Dark Souls rappresentata come Oscurità, perché la vita può portare sofferenza, difficoltà, finanche malvagità, ma bisogna comunque andare avanti e rischiare, senza il gioco di qualcuno che si ritiene superiore, altrimenti la vita assumerà forme orribili.
Come intuibile dalla descrizione dell’armatura dei Cavalieri degli Anelli in Dark Souls III, il Segno Oscuro, simbolo dei Non morti, rappresenta l’Oscurità che rompe il sigillo della Fiamma che la imprigiona.
La non morte come simbolo di non vita. Se i Lord non vogliono far terminare l’Era del Fuoco, l’umanità ha ben poco da offrire al mondo.
L’Abisso è invece la forma più oscura dell’umanità e può assumere diversi aspetti. In Dark Souls si manifesta tramite l’ambizione dei Quattro Re, o la tirannia di Wolnir in Dark Souls III, o anche tramite la ribellione di Manus.
Le stragi partigiane appartengono alla storia, come anche il regime fascista, la seconda guerra mondiale, il nazifascismo e l’occupazione nazista.
Non si può trasformare la storia in uno scontro tra “tifoserie” senza contesto; si può solo imparare da essa, ascoltando tutto ciò che ha da dire.
Non è bello leggere anche solo le testimonianze sulla morte di Mussolini e su come fu schernito in seguito il suo corpo, ma è ipocrita sottolineare il lato oscuro della Resistenza ignorando il contesto storico, ben più importante, nel quale si formò.
In Dark Souls è permesso ignorare i retroscena della caduta di Oolacile, trattandosi di un videogioco. Per giocare bisogna accettare le regole, le quali dicono che bisogna uccidere Manus, indipendentemente dal fatto che sia stato una vittima prima di diventare carnefice.
Dark Souls permetterà comunque al Non morto prescelto di diventare un partigiano, senza macchia, decidendo di porre fine all’Era del Fuoco anziché vincolare la Fiamma, dando inizio all’Era dell’Oscurità con tutti i rischi che la libertà degli uomini include, tra cui la nascita di una nuova forma di Abisso e persino di una nuova Era del Fuoco.
Proprio nella scelta finale Dark Souls sfocia nella pop culture dell’argomento trattato, dato che in ogni finale della trilogia non c’è mai una decisione priva di dubbi sulle proprie scelte, o di incertezze sul futuro. Allora quale scelta compiere? Come recita l’ultima parte della descrizione della chiave della cella dei sotterranei, primo oggetto ottenibile nel gioco, “Anche senza risposte, bisogna comunque proseguire.”
La corruzione di Artorias – Sangue chiama sangue
E tuttavia, la rabbia che ognuno provava costituiva un’emozione astratta, indiretta, che era possibile spostare da un oggetto all’altro come una fiamma ossidrica
1984 – George Orwell
Un’altra critica mossa ai partigiani della Resistenza è quella di aver commesso omicidi anche a guerra terminata. Come l’Abisso generato da Manus, questo tipo di oscurità presente nell’uomo non si placa da sola e può corrompere chiunque.
Persino Artorias, uno dei cavalieri di Lord Gwyn, mandato in missione proprio per fermare Manus, venne corrotto da questo male, nonostante la storia racconti erroneamente che fu lui a sconfiggere il Padre dell’Abisso.
La corruzione di Artorias può essere letta come la storia di un uomo che ha sempre vissuto sotto l’egida di chi era al comando, ritrovatosi ad affrontare un male del quale non aveva mai potuto fare esperienza.
Artorias avrà mai visto la polvere sotto il tappeto del suo signore? Avrà mai posto domande, ad altri e a se stesso, su quello che hanno fatto i Lord pur di mantenere lo status quo? Egli è l’esempio di un servo fedele che vede il suo mondo crollare, e dinanzi al male che sta per colpirlo, lo maledice, ignaro del fatto che il suo mondo è causa di quel male.
Pur indossando ancora la sua armatura, e nonostante l’ultimo atto di misericordia nel fornire la protezione al suo compagno, il lupo Sif, per salvarlo dall’Abisso, Artorias ormai non è poi così diverso dai bloathead di Oolacile, con le loro teste deformi a simboleggiare la follia che li ha corrotti. Difatti il cavaliere ormai si limita a uccidere chiunque incontri sul suo cammino, anche il Non morto prescelto.
“Comunisti!” Le accuse politiche e i serpenti primordiali
Le polemiche sulla Festa della Liberazione assumono facilmente una questione di schieramento politico, andando a etichettare la Resistenza come di sinistra e ponendo la questione come una semplice opposizione alla destra.
In realtà, i partigiani della Resistenza provenivano da tutti gli schieramenti politici fuorché dal partito fascista. Abbinare la Resistenza alla sinistra è probabilmente dovuto alla supposizione di alcuni partigiani sostenitori dell’Unione Sovietica, e la conseguente accusa di voler approfittare della situazione per spingere tali ideali anche in Italia.
L’occasione fa l’uomo ladro e anche la repressione di Manus e l’ambizione dei Quattro Re, secondo le testimonianze raccolte in Dark Souls, è stata spinta da certi “serpenti”. Si riferiscono probabilmente ai serpenti primordiali, forse lo stesso Kaathe di cui si fa conoscenza nell’opera.
“Il serpente è un drago imperfetto, nonché il simbolo dei non morti. E’ in grado di divorare prede più grosse di sé, fatto che lo ha portato a essere associato all’ingordigia.” La descrizione dell’anello del serpente dice molto sul profilo su questi probabili antenati dell’uomo, basandosi sui loro pochi tratti umanoidi e su una possibile teoria dell’evoluzione rivisitata.
Un essere ambizioso ma di natura fallace, disposto a tutto per la propria gloria o sopravvivenza, sia esso il sostegno alla stessa umanità a cui appartiene o ai Lord che la reprimono.
Scatenare l’Abisso potrebbe essere stato un tentativo di portare a Lordran, la terra dei Lord, il dominio dell’oscurità repressa, ma ciò ha causato solo rovina.
Potrà anche esserci stato qualcuno con dei secondi fini nella Resistenza, ma se l’intervento degli Stati Uniti è stato fondamentale per la liberazione d’Italia, come si può pensare che costoro avrebbero mai potuto ribaltare quanto fatto dagli italiani e dagli Alleati al termine della seconda guerra mondiale? I serpenti primordiali non sembrano destinati al ruolo dell’eroe.