Unicorn Overlord – Quando “cambiare” non equivale a “migliorare”.
Per quanto nella mia carriera videoludica mi sia approcciato molto raramente al mondo dei giochi di ruolo tattici, quando poco più di un anno fa non ho messo le mani su Fire Emblem: Three Houses l’esperienza mi ha estasiato.
Sin da allora ho cercato qualcosa che potesse eguagliare il titolo di Koei Tecmo e quando ho visto i vari trailer di Unicorn Overlord, che sembrava voler rivaleggiare con i suoi concorrenti aggiungendo qualche piccolo twist personale, il mio istinto mi ha detto che questo era un titolo da provare.
Uscito l’8 Marzo su PS4, PS5, Xbox Series X|S e Nintendo Switch, 55 ore di gioco dopo l’inizio della mia avventura all’interno del titolo di Vanillaware posso dirvi che tutto sommato il mio fiuto non mi ha tradito. O quantomeno… Non del tutto!
La Reconquista di Fervith!
La trama di Unicorn Overlord è un po’ più sempliciotta di quanto mi aspettassi. Escludendo giusto un paio di colpi di scena rilevanti e inaspettata, la narrativa altro non è che la storia del “principe prescelto salvatore della patria” ritornato per liberare il popolo dal terribile giogo di un tiranno che, solo dieci anni prima, ha trucidato la famiglia del principe stesso e con essa la libertà e il benessere del popolo dei cinque regni di Fervith per unirli tutti sotto la bandiera di Zenoira.
Ognuno di questi cinque regni avrà una sottotrama a se stante, ma sempre collegata al meschino e tirannico dominio di Zenoira, e ci consentirà di conoscere nuovi personaggi “principali” che si uniranno o aiuteranno a modo loro l’Esercito della Liberazione.
Questi personaggi sono relativamente ben caratterizzati, considerando il poco tempo concesso loro sotto i riflettori: avrei preferito avere un quantitativo inferiore (anche a livello di gameplay, ma di questo ne parleremo a tempo debito) ma con più tempo a disposizione per conoscere meglio il loro carattere e la loro storia.
Una cosa che mi ha molto colpito è il modo in cui il giocatore interagirà con le aree, ovvero liberando dapprima le città precedentemente sottomesse per poi offrire loro aiuto consegnando materiali per la ricostruzione. Il passaggio dell’Esercito della Liberazione è una VERA liberazione, generosa e benevolente, che rappresenta la ritrovata emancipazione delle città e del regno intero.
Il tempo necessario per concludere il gioco varia parecchio da persona a persona: non solo le tattiche utilizzate sul campo di battaglia influiranno molto, ma dipenderà anche da quanta voglia i giocatori avranno di ascoltare il doppiaggio delle fasi narrative (presente sia in inglese che in giapponese, con una localizzazione italiana che lascia un po’ a desiderare) e di esplorare il mondo di Fervith e i suoi combattimenti secondari. Nelle mie 55 ore ho completato l’intera trama principale e una grandissima fetta delle attività secondarie, ma ho letto rapidamente tutti i dialoghi senza attendere la fine del doppiaggio e ho saltato quasi tutte le fasi di combattimento fra unità.
Quanto “cambiare” non equivale a “migliorare”.
Il paragone fra Unicorn Overlord e Fire Emblem è relativamente ovvio: non solo i due giochi appartengono bene o male allo stesso genere, ma anche le tematiche, l’ambientazione, le interazioni fra unità e persino i capelli azzurri del protagonista richiamano l’ormai trentennale saga nipponica.
Al contrario della più famosa controparte, le battaglie di Unicorn Overlord si differenziano in tre punti ben definiti: il movimento delle truppe avviene “in tempo reale”, le truppe sono costituite da più unità e i combattimenti avvengono su più turni.
Queste sono le più evidenti differenze rispetto ai suoi predecessori, ma purtroppo queste scelte di design difficilmente possono essere considerate delle vere e proprie “migliorie”.
Per quanto riguarda le fasi in tempo reali, difficilmente possono davvero essere considerate tali data la quantità di tempo che il giocatore passerà a gestire le proprie truppe: per dare un esempio, una battaglia che mi ha richiesto all’incirca una mezz’ora di gioco per essere completata ha avuto nell’effettivo solamente due minuti di movimento in tempo reale delle truppe. Questo rende la scelta un po’ poco coerente con quello che è l’effettivo svolgimento del gameplay, anche se personalmente la considero un twist molto interessante se sviluppato in maniera più accurata in futuro.
Passando invece alle truppe da schierare e alle loro abilità, il giocatore può arrivare ad avere fino un massimo di 50 personaggi in campo nelle fasi conclusive dell’avventura, suddivisi in 10 gruppi (più eventuali truppe di supporto esterno). Questo porta non solo a doversi occupare di come ottimizzare ogni singolo gruppo gestendo equipaggiamento, abilità e posizionamento di ogni unità, ma anche di come interagiranno con ogni singola truppa avversaria. Estremamente interessante per chiunque abbia voglia di impiegare ore e ore dietro al micro-management, ma un incubo per chiunque altro.
Come si può vedere da questa immagine, infatti, scambiando solamente la posizione di due unità è possibile cambiare completamente il risultato di uno scontro. Questo porta inevitabilmente a un compulsivo scambio casuale ogni qual volta il giocatore si trova ad affrontare una situazione di svantaggio, nella speranza di massimizzare il rapporto tra danno inflitto e subito.
Un’altra cosa da segnalare è che il gioco offrirà un’anteprima di come si concluderanno gli scontri, ma non spiega come i danni vengono suddivisi: se il giocatore si ritrova con 4 personaggi da 50HP ognuno e l’anteprima mostra “100 danni subiti”, non sarà mai chiaro se questo causerà la morte di due personaggi oppure la perdita di metà HP di ognuno di essi.
Oltre i difetti.
La caratteristica forse più interessante del sistema di combattimento, però, è la possibilità di “riprogrammare” le modalità di scontro di ogni singola unità, andando a indicare se e come utilizzare ogni abilità presente nel loro kit durante un combattimento. Una scelta davvero audace ma altrettanto utile ed efficiente per chi vuole giocare Unicorn Overlord al massimo delle sue potenzialità.
Nonostante tutto questo, con un minimo di impegno il gioco risulta abbastanza facile (specialmente nelle fasi iniziali, quasi triviali) da essere giocato pressoché da chiunque, complice anche l’assenza del permadeath dei personaggi: perdere un’unità in battaglia significa solo non averla disponibile fino a quella successiva.
Per coloro che vogliono un’esperienza più realistica, invece, il permadeath diventa disponibile attraverso il livello di difficoltà più alto (che viene sbloccato al termine della prima run).
Un altro pregio del gioco è senza ombra di dubbio la varietà di livelli all’interno delle missioni principali e della libertà di approccio a essi. Fra eventi scriptati, nemici convertiti ad amici, balestre, catapulte e trappole sparse per i livelli, modi diversi di affrontare le varie situazioni critiche, innumerevoli composizioni di unità possibili… Ce n’è davvero per tutti i gusti e anche di più!
In alcuni momenti sarà addirittura disponibile la scelta di affrontare battaglie estremamente più difficili rispetto al livello attuale del giocatore (previo avviso da parte del gioco, fortunatamente). Ipoteticamente, il giocatore potrebbe decidere di affrontare il combattimento finale poche ore dopo l’inizio, anche se dubito riuscirebbe ad arrivare molto lontano.
Infine, parliamo del lato artistico del gioco. Dal punto di vista estetico e grafico, Unicorn Overlord è un piacere per gli occhi. Gli sfondi, i personaggi, persino gli sprite in pixel art dei personaggi nel mondo di gioco sono gradevolissimi. Anche il comparto sonoro è davvero pregevole, perfettamente in grado di accompagnare sia i momenti più tesi che quelli più epici del titolo!
Forse non un cult, ma nondimeno un titolo valido!
Nel momento in cui ho concluso il mio playthrough avevo giocato una media di 5 ore al giorno sin dall’uscita del titolo. Pensavo di aver corso più del necessario per poter stilare la mia recensione il prima possibile, salvo poi scoprire che l’achievement inerente al finale era già stato sbloccato da oltre il 60% dei giocatori, dimostrando che il titolo è sicuramente stato apprezzato da buona parte del pubblico!
Per quanto, come già detto nei capitoli precedenti, la complessità e la profondità di Unicorn Overlord sia chiaramente molto elevata, c’è da dire che il gioco è comunque accessibile da chiunque sia interessato a scoprire ogni sua sfaccettatura.
Mi rendo conto di aver parlato fin troppo dei lati negativi, ma la verità è che nonostante questi mi sono goduto davvero molto l’esperienza di gioco e anche quando non stavo giocando la voglia di riprendere il pad in mano era quasi sempre presente.
Unicorn Overlor, tutto sommato, è un titolo adatto a chiunque cerchi un’esperienza interessante e diverso rispetto alle altre opere più famose del suo genere, che tenta a suo modo di innovare e cambiare lo standard anche se non sempre con ottimi risultati. Al di fuori dei suoi difetti, però, rimane comunque un gioco divertente e che è in grado di accattivare i giocatori sia hardcore che novizi!