Dredge – Una perla in mezzo al mare o un titolo sopravvalutato?

Guardando il trailer di Dredge per la prima volta mi sono chiesto: chissà cosa si nasconde sotto il velo oscuro ed imperscrutabile del mare aperto? In quella distesa d’acqua apparentemente tranquilla e silenziosa, dove ogni cosa sembra perdersi e ritrovarsi allo stesso tempo.
Ed è proprio da questo punto che lo studio neozelandese Black Salt Games ha iniziato lo sviluppo del suo Dredge, pubblicato successivamente dal Team17. Un’avventura dove il protagonista è il mare e dove il giocatore verrà spinto a cercare di risolvere, o quantomeno a provarci, alcuni misteri apparentemente inspiegabili ed incredibili.
Una sorta di simulatore di pesca con diversi elementi da gestionale, ma capace di tenere incollato il giocatore allo schermo grazie al suo modo di raccontare una storia ricca di orrore velato e dubbi a cui trovare una risposta. Siete quindi pronti a salpare per conoscere Dredge?
Dredge, dalla pesca al mistero
L’avventura di Dredge inizia anch’essa in mare. Il nostro protagonista si troverà a vagare per un arcipelago durante una notte tempestosa e quando la luce del faro non riuscirà più a fargli da guida, si scaglierà contro le rocce vicine naufragando.
La meta del suo viaggio era una cittadina situata in quelle zone dove avrebbe dovuto iniziare a lavorare come nuovo pescatore.
Fortunatamente il tutto avviene nei pressi di Midolla Minore, una cittadina portuale di pochi abitanti situata al centro di un agglomerato di isole, la stessa che il nostro protagonista stava cercando. Il sindaco e gli abitanti non se la passano troppo bene dopo la prematura scomparsa dell’ex pescatore, ma decidono comunque di aiutare il povero malcapitato fornendogli un imbarcazione e chiedendo in cambio una parte dei profitti della pesca per ridare vita alla città.
Si partirà così alla volta del mare aperto, calando le lenze per pescare i pesci della baia lì vicino con il solo monito di non restare in mare aperto durante la notte, perché in quelle acque succedono cose strane.
Una svista sull’orologio, l’aver contato male il tempo di rientro al molo oppure la semplice curiosità faranno il resto. Il giocatore si troverà presto in balia dell’oscurità del mare di Dredge, dove inizierà a vedere strane figure in lontananza o sentire rumori provenienti da luoghi remoti, talvolta di altre imbarcazioni che non appariranno mai in mare, alimentando la curiosità di andare sempre più lontano in quel mare nero e chiedendo sempre più informazioni agli abitanti del villaggio.
Un viaggio alla scoperta dei misteri dell’arcipelago che, seppure partendo da una base narrativa molto semplice e poco articolata, riuscirà a guidare il giocatore per ore ed ore in un’esplorazione mirata del mare, tra racconti misteriosi degli abitanti, leggente, enigmi da svelare o con la semplice curiosità di scoprire di più su quel mare apparentemente innocuo.

Un gestionale fatto di mistero
Se la narrazione di Dredge è affidata ai misteri ed all’esplorazione del mare per riuscire a trovare la verità tra quelle onde, il gameplay dietro questo perenne pellegrinaggio in barca sarà quello di un gestionale votato all’ottimizzazione di risorse e tempo.
Stare in mare aperto di notte ha i suoi rischi ed i suoi misteri, che vi lascio scoprire giocando il titolo, quindi la maggior parte del tempo di gioco sarà incentrata sullo sfruttare le ore di sole per pescare pesce e materiali e per potenziare lo scafo per riuscire a resistere sempre maggiormente alle tempestose notti all’aperto.
Pescare e vendere il prodotto della propria fatica sarà l’attività principale di Dredge, che nella pratica si trasformerà in una gestione dello spazio sullo scafo ottimizzata in base alle dimensioni del pesce, per poter portare al pescivendolo il maggior numero di esemplari nel minor tempo possibile e poter sfruttare le ore diurne per fare anche altre attività.
Ma il pesce non è l’unica risorsa che si troverà in mare, infatti per aumentare la resistenza dello scafo, la sua capienza ed installare nuove attrezzature per migliorare la propria attività di pesca, sarà necessario dragare il fondo del mare, raccogliendo materiali come legna, stoffe e ferraglia.
Sia l’attività della pesca che il dragaggio del fondale saranno, in termini di gameplay, trasformati in piccoli giochi di abilità simili a quicktime event, dove l’abilità del giocatore nel premere i tasti al momento giusto farà risparmiare al pescatore ore preziose nella sua giornata in mare, aumentando il senso di realismo e la suggestione che ne consegue durante le ore del tramonto o della notte.
Durante queste attività si incapperà in alcuni pesci deformi e strani, o si raccoglieranno dal fondale alcuni oggetti misteriosi, che alimenteranno il fuoco del mistero che già in partenza aleggiava nel porto di Dredge, spingendo il giocatore a fare sempre più domande agli abitanti di quel mare e a spingersi sempre più avanti in questa esplorazione misteriosa.

Cosa rende Dredge così accattivante?
Spesso durante le ore passate su Dredge mi è capitato di parlare con amici e colleghi del gioco ed ogni volta che volevo sottolineare il punto di forza del titolo mi veniva da paragonarlo a titoli del calibro di Stardew Valley. Non tanto per la struttura da gestionale, quanto più per la narrazione passiva che questi giochi hanno.
Il punto di forza maggiore di Dredge a mio avviso, è quello di riuscire ad incollare il giocatore allo schermo per ore senza raccontare effettivamente nulla di chiaro e lineare, ma spingendo ad esplorare quel mare apparentemente sconfinato grazie a leggende, voci di paese o semplici indizi che sembrano apparire per caso.
La stessa esplorazione del mare è lasciata totalmente libera e in mano al giocatore. Alcuni personaggi non giocanti che si incontreranno segneranno sulla mappa del pescatore i punti di interesse, ma starà al giocatore stesso trovare il punto esatto tramite uno sguardo sulla mappa nell’inventario ed orientandosi solo grazie alla bussola posta in alto nella schermata di gioco. Ed anche quando si ritroveranno punti di interesse nuovi e non esplorati si procederà per enigmi, quasi si stesse giocando ad un libro game.
Quella che si rivelerà essere la main quest del gioco verrà rilasciata al giocatore quasi per caso durante una sua esplorazione, o almeno questo è il senso che si avrà in quell’istante, rischiando quasi di confonderla tra le varie missioni.
Ovviamente successivamente è facile intuire che quella è la retta via, soprattutto perchè darà al giocatore diverse abilità uniche per la barca che serviranno per riuscire ad esplorare le zone successive, ma è proprio il senso di smarrimento e questo enorme mistero che avvolge ogni azione del giocatore ad essere il vero motore di tutto, passando dall’essere un punto negativo per la narrazione, ad essere un vero e proprio punto di forza.
Non ci si stancherà mai, fino alla fine, di scoprire zone nuove o misteri nuovi, si avrà sempre la voglia di capire il perchè di alcuni personaggi e di scoprire cosa succede nel portare a termine una missione secondaria, alcune delle quali aggiungeranno davvero molto mistero alla narrazione complessiva.
Tutto questo senza mai dare troppe spiegazioni al giocatore, lasciando alla logica ed al senso investigativo di quest’ultimo il potere di indirizzare alcune missioni, anche quando apparentemente sembra che ci sia solo una strada da seguire.

Dredge, un capolavoro o un prodotto sopravvalutato?
Per rispondere anche al titolo di questo articolo, credo che Dredge sia uno dei titoli più interessanti da scoprire tra le ultime uscite videoludiche. Un racconto fatto di mistero, che si sposa perfettamente con un gameplay gestionale a tratti ostico ma molto accessibile e che sa trattenere il giocatore davanti allo schermo per ore raccontando le sue vicende solo in modo velato e nascosto.
Una narrazione fatta di mistero che si racconta tramite enigmi e frasi mezze dette, facendo perdere al giocatore la bussola tra realtà e fantasia, giocando con stimoli visivi e sonori in pieno stile H.P. Lovecraft dove ogni cosa sembra allo stesso tempo normale e distorta.
Dall’inizio alla fine di Dredge il giocare sarà rapito da questa atmosfera che, come le onde del mare in cui è ambientato, sarà un continuo sali e scendi di misteri e paure, lasciando ampio spazio alla calma apparente di giornate di sole, indirizzandolo alla scoperta di nuovi tesori o ingannandolo alla volta di un arcipelago senza risorse, facendo perdere tempo e preziose ore di sole.
In conclusione se questo tipo di narrazione fatta di mistero e dubbi vi intriga, Dredge sarà sicuramente un titolo che non potrete non amare, complice anche una scelta stilistica basa su una colonna sonora semplice ed a tratti assente, sostituita magistralmente dal suono del mare o da misteriosi richiami dalle profondità. Il suono di una barca in lontananza, una luce che appare e poi scompare, una roccia dove prima c’era mare aperto.
Suggestioni visive e sonore capaci di inquietare ed ammaliare allo stesso tempo, facendo perdere il giocatore tra quelle onde, alla costante ricerca di una verità che forse, non è mai stata scoperta.
