Gli Aedi Storytellers ci raccontano la loro storia
Un linguaggio intriso di metafore, la musica elettronica che incontra un rap pacato e introspettivo, conosciamo gli Aedi Storytellers.
Ciao Cristian, Ciao Sasha, benvenuti su Fiori di Cemento. Siete agli inizi della vostra carriera, da dove nascono gli Aedi Storytellers?
Siamo un fulmine a ciel sereno, siamo nati per caso, non ce lo aspettavamo neanche noi. Un noiosa serata di lavoro, per gioco, bum, abbiamo pagato il biglietto e siamo saliti su una giostra così bella che vogliamo non si fermi più.
Chiacchierando Cristian mi ha confessato di ispirarsi ad artisti come Mecna, Ghemon e ha rivelato un’ammirazione di Sasha per i Subsonica. Cosa scaturisce da questa particolare unione?
La nostra unione nasce appunto mescolando e testando generi che hanno accompagnato le nostre vite, siamo una sorta di esperimento, se riuscito o no sarà il tempo a rivelarlo. A nostro parere, anche se è presto per dirlo, siamo sulla buona strada. Curiamo ogni singolo dettaglio della nostra musica in maniera maniacale, vogliamo che il nostro grido s’imponga, è il nostro obiettivo.
Cosa rappresenta l’aedo nel vostro concept artistico?
La cosa che ci ha catturato della figura dell’aedo è che, oltre a narrare storie, era considerato idealmente cieco, affinché durante le esibizioni non venisse distratto da nulla ed entrasse in sintonia con le divinità attraverso l’anima. Qui la scintilla. Decidemmo di indossare delle bende, in modo che nessuna distrazione da qui in avanti intralciasse il nostro percorso per arrivare al grado massimo a cui un’artista possa aspirare.
Gli Aedi Storytellers come gruppo hanno qualche punto di riferimento?
Il nostro punto di riferimento è la poesia. La vera essenza della vita. Jesto scrisse in un pezzo dedicato al padre: ‘Combatto sto mondo usando la poesia.’. Noi facciamo lo stesso, vogliamo trasformare poesie in storie, e storie in musica. Le parole sono il nostro scudo e la musica un’arma che, invece di uccidere, colpisce in fondo ma non reca dolore.
Su YouTube è fuori “Non ci crediamo mai”, il vostro primo singolo. Presto uscirà dell’altro? Cosa dobbiamo aspettarci?
Prestissimo usciranno pezzi nuovi. Sotto il punto di vista musicale il lavoro non manca, la nostra testa è in continuo movimento, noi cerchiamo di farci trovare pronti. Siamo ricchi di materiale, però ci vuole tempo perché appunto teniamo a far uscire pezzi curati che soddisfino noi e il pubblico. Incrociamo le dita per un futuro roseo, noi possiamo assicurare che stiamo realizzando un album unico nel suo genere, che speriamo di ultimare in primavera. Stiamo buttando giù idee per costruire uno spettacolo che resti impresso più nel cuore che nella mente delle persone