Unioni civili, fiducia in Senato. Ma niente stepchild

“La giornata di oggi resterà nella cronaca di questa legislatura. E nella storia del nostro paese”. Così Matteo Renzi dopo la fiducia sul Maxiemendamento relativo al testo sulle Unioni civili al Senato. “Abbiamo legato la permanenza in vita del governo a una battaglia per i diritti, mettendo la fiducia” -ha poi continuato. “Non era accaduto prima, non è stato facile adesso. Ma era giusto farlo. Leggo critiche, accuse, insulti. Rispetto tutti e ciascuno, dal profondo del cuore. Ma quel che conta è che stasera tanti cittadini italiani si sentiranno meno soli, più comunità. Ha vinto la speranza contro la paura. Ha vinto il coraggio contro la discriminazione. Ha vinto l’amore”.
COSA PREVEDE IL TESTO
Avrà vinto l’amore, come sottolinea il Premier, ma intanto la senatrice Monica Cirinnà parla di “vittoria con un buco nel cuore”. Infatti il suo disegno di legge originario (approvato oggi con 173 e 71 contrari) ha perso la componente più controversa, quella cioè relativa alla stepchild adoption, che è stata interamente stralciata, con la possibilità però per i giudici di giudicare caso per caso se concedere l’adozione del “figlio del partner”.
Oltre alla stepchild, il Maxiemendamento ha escluso anche l’obbligo di fedeltà, di cui si era discusso in questi giorni ma resta il mantenimento in caso di cessazione dell’unione. Viene prevista la separazione ‘lampo’, da fare davanti all’ufficiale di stato civile.
L’AULA
In Senato erano presenti 245 senatori e 244 votanti. Hanno votato insieme alla Maggioranza a favore il gruppo Ala, mentre prima della chiama il Movimento 5 stelle è uscito dall’aula gridando al “Governo Renzi-Verdini”. La replica ai grillini arriva dal capogruppo Pd Luigi Zanda: “Da Ala solo voti aggiuntivi”, anche se Verdini giudica “essenziale” il contributo del suo gruppo (non erano essenziali poiché il M5s uscendo dall’Aula ha abbassato il coefficente di voti necessari).
Nella maggioranza non hanno partecipato al voto i senatori del Pd, Felice Casson e Luigi Manconi, e i senatori di Ap Aldo Di Biagio, Roberto Formigoni, Giuseppe Marinello, e Maurizio Sacconi.
Contrari i gruppi Cor, Lega, Gal (con la ‘dissidenza’ di Riccardo Villari) e Sel. Tra i senatori a vita hanno votato a favore Mario Monti e Giorgio Napolitano.
LGBT IN PIAZZA IL 5 MARZO
“E’ un primo passo, una vittoria con un buco nel cuore”- ha dichiarato la Cirinnà. “Questa -ha detto-è una legge importantissima ma penso anche ai figli di tanti amici. Ora dobbiamo fare un secondo passo, siamo a metà della scala”: è stato questo il primo commento della senatrice Cirinnà al voto di fiducia.
Ma intanto il movimento Lgbti conferma la manifestazione di protesta del 5 marzo a Roma, in piazza del Popolo, contro le scelte del governo e del Parlamento. “Oggi il Senato si appresta a scrivere una brutta pagina nella storia dei diritti civili nel nostro paese – dichiarano le associazioni in una nota congiunta – approvando una legge sulle unioni civili che, caso rarissimo nell’intera Europa ed unico tra i paesi fondatori, ignora completamente l’esistenza e le esigenze dei figli e delle figlie di coppie omosessuali, chiedendo alla magistratura di sbrigare da sola questo incredibile vulnus della nostra legislazione. Ponzio Pilato non sarebbe riuscito a fare di meglio”.