Nell’immaginario collettivo la crociera resta sempre una vacanza da sogno, il non plus ultra del relax, un lusso vacanziero ora finalmente accessibile a tutti. Prima però di imbarcarti in questa specie di avventura, è bene interrogarti su te stesso e sul tuo stile di vita. Se poi nessun dubbio può farti desistere dalla scelta della crociera, ebbene parti… Allo sbarco, deciderai se ripetere l’esperienza alla luce dei suoi aspetti positivi e negativi.
Se è una nave italiana, non farti il segno della croce! Di Schettino ce n’è uno solo. Se scegli una nave straniera, trovi un altro pianeta.
L’imbarco di migliaia di persone è già un’operazione lunga ed estenuante. Già prima di prendere possesso della cabina, le organizzazioni crocieristiche più serie impongono, ai fini della sicurezza, il raduno su un determinato ponte di tutti i partecipanti per le istruzioni… di salvataggio, in gruppi suddivisi nelle varie lingue. Nella confusione non riesci a capirci granchè, gli occhi fissi su una sola cosa: il salvagente!
Quando finalmente riesci a raggiungere la cabina è il primo grande traguardo, sempre che non ti abbiano trattenuto la valigia al deposito per contenuto sospetto ( magari un qualche aggeggio elettrico). Ti permetteranno poi di prelevare la valigia, lasciando al deposito l’oggetto proibito che potrai riavere solo prima dello sbarco. Quindi, la mattina della partenza, dovrai scapicollarti un’ora prima per metterti in fila e riavere l’oggetto incriminato, risalire in cabina, riscendere giù ed affrontare l’ultima, snervante fila per uscire dalla pancia del mostro.
Al “chek in” di entrata ti consegneranno una “card” plastificata, la tua carta di credito sulla nave dalla quale non dovrai mai separarti come il tuo ‘alter ego’, valida per fare spese e per uscire ed entrare dalla nave stessa.
Ogni ponte è un dedalo di corridoi, accessi , salottini, biblioteche, di ascensori supersonici a poppa e prua, che se hai la cabina più vicina alla prua e confondi l’orientamento degli ascensori prendendo quello che ti scende a poppa, te la vedrai con l’attraversamento dei lunghissimi corridoi da poppa a prua o da prua a poppa.
L’importante è fissare bene in mente le cartine della nave affisse ovunque, una mappa dettagliata di tutti i ponti da lambiccarsi il cervello. Vale a dire la google map di una piccola città architettata in verticale. Un esempio: se vuoi raggiungere dai ponti superiori il ristorante per la cena situato di solito ai ponti inferiori, non devi andare direttamente a quel ponte ma al superiore, da dove scendere un’ampia scala , attraversare poi tutta una vasta area in una certa direzione per non ritrovarti ancora davanti la scala in salita. Non la salire! Vedi piuttosto di virare a sinistra dietro il bar e, se hai fortuna, sei davanti al ristorante.
Vuoi andare la sera al Casinò, o al piano-bar, o al night, situati ai primi ponti? Idem. E’ d’obbligo l’attraversamento del “corso” centrale della nave con tutti i suoi negozi tentatori, alla fine del quale trovi lo scalone che ti apre il mondo fantastico del Casinò… un vasto salone di luci accecanti e stroboscopiche, non come Las Vegas ma in copia conforme, il pavimento trasparente simile a uno scrigno contenente favolosi tesori pirateschi, tutt’intorno fino al soffitto decorazioni coloratissime del kitch più fiabesco.
Il fattore sorpresa è tuttavia quello più divertente. Non vuoi farti la sauna? Ed eccotela davanti durante una ricognizione ai ponti superiori. Né tantomeno vuoi sottoporti a un intervento di lifting ad opera di un giovane chirurgo giapponese? Senza cercarlo, è lì sorridente, alla ricerca di clienti . Un pour parler, molti sorrisi, un accenno di inchino….(non quello di Schettino!). No grazie, vorrei tornare a casa con tutti i difetti che mi porto addosso da sempre.
Insomma, quando hai imparato a girare la nave in completa autonomia, a ritrovare la tua cabina nella direzione giusta , il ristorante per la cena senza esitazioni (quello per il pranzo è ai ponti superiori, un self-service liberatorio e allettante), allora sei pronto…. per lo sbarco!
In crociera sulle navi di questo tipo è tutta questione di organizzazione, di tempismo. Ma di tempo a sufficienza non ce n’è, è sempre una corsa. Al mattino, dai una rapida occhiata al programma giornaliero ( che gli assistenti di cabina ti fanno trovare fin dalla sera prima sul cuscino) e cerchi di raccapezzarti sull’ampia possibilità di scelta: escursione, teatro, corso di piegamento artistico dei tovaglioli, lezione di ginnastica acquatica, arrampicamento sulla parete dell’ultimo ponte .
Alla fine, opti per la cosa migliore: aspetti che tutta la massa scenda a terra per l’escursione, optional più costoso in relazione al viaggio stesso, e ti ritrovi finalmente padrone delle piscine , semivuote! Quelle stesse piscine, poco più grandi di una grande vasca da bagno, pullulanti di gente chè non trovi uno sdraio libero , un ammasso di carne umana, un assai probabile concentrato di microbi.
Il mare è lì sotto, se ne sta per conto suo, non lo tocchi né quasi lo vedi. Se vuoi un rendez-vous col mare, dirgli che sei lì proprio per lui, che la crociera è “mare”, dimentica gli allettamenti del programma, dimentica di guardare dentro la nave e spazia lo sguardo verso l’orizzonte, nutrendoti di azzurro in basso e in alto. Un bagno di bleu.…. ma resti asciutto perchè l’acqua è un miraggio.
Scendi per una boccata di terra, per avere sotto i piedi quella terraferma che ti fa sentire ancorato come a un grembo materno, al sicuro da probabili e temuti “pericoli”. Cerchi il nuovo, i volti di un’altra terra, di un’altra cultura, ansioso di scoprire qualcosa che non c’è , diversa. Infatti, non c’è. La nave ti deposita nel regno consueto del consumismo turistico, nella visita “ mordi e fuggi “ di un caratteristico porticciolo , assaliti dalle bancarelle in infinita teoria, nella via principale, nei vicoli a destra e a manca, in attesa spasmodica dello sbarco di clienti che possano dare un respiro all’asfittica economia del luogo. D’altronde, nella logica della crociera è in primo piano lo scambio turistico e commerciale.
Un consiglio alle coppie giovani: i neonati meglio lasciarli a casa coi nonni. Un consiglio ai nonni: i nipoti meglio lasciarli a casa con gli zii. Le coppie giovani, pentite, sacrificheranno tutta la loro vacanza per rimanere dopo cena chiusi in cabina col neonato. Idem per i nonni , che vorrebbero ancora divertirsi, ma che vedranno il loro nipote di dieci anni, all’ora di cena, cadere letteralmente bocconi sul secondo piatto di portata, colto dalla mosca tse-tse dopo una giornata di sfrenato divertimento sugli scivoli della piscina. Quasi impossibile svegliarlo e trascinarlo in cabina, dove nipote e nonni resteranno chiusi fino alla mattina dopo.
Ricordati di chiudere i conti delle tue spese sulla nave la sera prima della partenza. Non farlo all’ultimo momento, meglio nel pomeriggio, per evitare la lunghissima fila del dopocena. Quindi, già ti giochi l’ultimo pomeriggio o la serata in fila indiana. Non sognarti di fare altre spese dopo tale operazione, perché sorgerebbero altre fastidiose complicazioni per la contabilizzazione interna che deve chiudere la sera prima dello sbarco.
Se, nonostante questi problemini, sei deciso per la crociera, vai. E’ comunque un’esperienza da ricordare, l’incontro con tanta gente che vive assai lontana da te ma che scopri simile a te. Ricordati però di fare i conti con te stesso. Se già in città ti tieni alla larga dal centro commerciale brulicante di gente, se desideri che la tua vacanza sia una parentesi di vero riposo, salire a bordo di un pachiderma marino è un costante appuntamento con l’orologio, uno stressante saliscendi, uno sgomitare continuo. Insomma, una completa immersione nella pazza pazza folla metropolitana.
Angela Grazia Arcuri
Roma, 7 settembre 2012