Chili in eccesso e pseudotumor cerebri

di Cristina Caruso
L’ipertensione endocranica idiopatica/benigna o pseudotumor cerebri consiste in un innalzamento della pressione all’interno della cavità cranica, in assenza di masse neoformate o di altre cause identificabili di ipertensione liquorale. Compare di solito in donne obese (20 casi su 10.000) ed è correlata direttamente con il livello di ormoni estrogeni. Si ipotizza, quale probabile causa, un’aumentata produzione di liquor o un diminuito riassorbimento che causano stasi venosa e aumento pressorio.
Condizioni favorevoli sono i trattamenti con estrogeni, tetracicline, vitamina A ad alte dosi e corticosteroidi. Ed è stato riscontrato in pazienti che assumono l’ormone della crescita ricombinante (rhGH). Fra i sintomi e i segni clinici più frequenti: cefalea dovuta all’elevata pressione, papilledema, diplopia, offuscamento e altri disturbi visivi sino alla completa cecità. Il trattamento è farmacologico: si somministrano diuretici come l’acetazolamide.
Uno studio svolto negli USA ha analizzato l’incidenza dell’ipertensione endocranica idiopatica (IIH – idiopatic intracranial hypertension) in relazione all’aumento di peso corporeo. E i risultati hanno confermato che pazienti affette da IIH presentavano un BMI ( body mass index) più alto. Il Wilcoxon rank sum test ha messo a confronto i valori di BMI e la percentuale di variazione dei peso tra pazienti con e senza recidiva. I pazienti provenivano da due Università americane e, tra il 1993 e il 2009, sono stati affette una o più volte da IIH. I dati inoltre sono stati confrontati in più tempi durante lo studio. Hanno partecipato ben 50 donne con ipertensione endocranica: 26 con recidiva e 24 senza. Quelle del primo gruppo presentavano un BMI più alto al momento della recidiva rispetto a quello della diagnosi (p= 0.02, signed-rank test), accompagnato da un maggiore aumento del peso corporeo nel tempo (BMI +2.0 kg/m2; range -1.5 – 10.8) rispetto alle pazienti del secondo gruppo (-0.75 kg/m2; range -35 – 3.6; p=0.0009, Wilcoxon rank sum test). Il peso era pressoché stabile nelle pazienti senza recidive contro un incremento di circa il 6 % delle altre pazienti.
In conclusione, data la documentata connessione tra oscillazione dell’ago della bilancia e IIH, a pazienti con pregressa ipertensione endocranica è stato consigliato di evitare aumenti di peso, quale fattore di rischio di recidive.
Fonte: http://www.neurology.org/content/76/18/1564