Segale a colazione? Si, grazie!

di Cristina Caruso
È noto a molti che una colazione a base di fibre dà una maggior senso di sazietà nel corso dell’intera giornata. Uno studio pubblicato recentemente su Nutriotional Journal lo conferma.
Era stato già dimostrato che i prodotti a base di segale riducono la richiesta di insulina e determinano un lento e prolungato abbassamento della glicemia e delle infiammazioni subcliniche. Possono inoltre favorire una riduzione dell’obesità, del diabete mellito tipo 2 e delle malattie cardiovascolari.
A 10 individui perfettamente in salute è stato richiesto di far colazione con pane di segale, pane di grano duro o pane bianco, secondo un criterio randomizzato. In fase postprandiale si è valutata la concentrazione plasmatica di glucosio, grelina (ormone oressizzante), insulina, acidi grassi liberi – FFA, idrogeno emesso all’espirazione (breath test), e il livello di sazietà soggettiva. 270 minuti dopo la colazione, potevano mangiare liberamente e son state misurate le calorie introdotte.
Tutti i prodotti a base di semi di segale o grano duro inducevano un calo degli indici di insulina. Un più basso picco insulinico dopo colazione è correlato ad una minore quantità di calorie assunte a pranzo (r=0.38). Valori di insulina più bassi a loro volta danno maggiore sazietà immediatamente dopo il pasto (pienezza AUC 0-60 min, r=0.36). La farina di segale determina una risposta glicemica maggiore rispetto a quella di grano duro o bianca (doppio 00). Ciò è connesso con un calo del “desiderio di cibo” prima di pranzo (AUC 210-270) e meno grelina nel sangue 270 minuti dopo colazione (r=-0.29), che favorisce una riduzione delle calorie introdotte volontariamente a pranzo (r= 0.43 e 0.33). Una colazione a base di segale nello specifico migliora il senso di sazietà ad un’ora dal pasto, confrontata con una a base di farina bianca, e le calorie assunte a pranzo diminuiscono così del 16 %. Fibre poco digeribili assunte a colazione danno un maggior senso di sazietà dopo 60 minuti (r=0.68) e una maggior quantità di idrogeno espirata al breath test dopo 120-270 min. e 270-390 min. dopo il pasto (r= 0.46 e 0.70). La quantità di H2 è connessa con una minor assunzione di cibo a pranzo (r=-0.34) e con l’attività dei batteri residenti nel colon. Nessuna relazione è stata rilevata con la variazione dei livelli di adiponectina.
Il meccanismo in grado di spiegare queste relazioni è che i cereali, e la segale in particolare, favoriscono la fermentazione da parte della flora intestinale, il rilasciamento della muscolatura gastrica e il rallentamento dello svuotamento gastrico. Il minor senso di pienezza dunque è da riferire alla fermentazione a livello del colon, oltre che alla stimolazione della GLP-1.
In conclusione, possiamo affermare che i prodotti derivati dalla segale, soprattutto i semi, favoriscono una riduzione dell’appetito immediatamente e tardivamente dopo colazione e delle calorie introdotte a pranzo ad libitum. Inoltre fibre più o meno digeribili unite alla segale danno un maggiore senso di sazietà subito dopo il pasto a causa dell’accumulo dato che hanno una digestione più lenta, e dopo 270 minuti per via dei metaboliti derivati dalla fermentazione da parte della flora intestinale. Questo regola anche la glicemia.
Le fibre proteggono dall’obesità e da tutte le complicanze ad essa correlate, sempre più diffuse all’interno della nostra società dei consumi, con un’incidenza in aumento nella popolazione più giovane a causa di uno stile di vita troppo sedentario e del surplus calorico introdotto quotidianamente.
Fonte: http://www.nutritionj.com/content/10/1/7