Fuori dalle mappe

Mi sono fermata un attimo a pensare quando ho sentito il nome di una via che non mi era familiare. Non era una via della città, era piuttosto una via di una zona esterna al raccordo. Avrei potuto impiegare molto per tornare in città, non sapevo neppure se convenisse la pena. Eppure d’un tratto mi è sembrato di prendere una boccata d’aria fresca, un leggero break dal caos romano, un piacevole ristoro come un caffè in una mattinata piena d’impegni.
“Andiamo”? sento esclamare con una certa fretta. “Certo”! rispondo io. Non mi posso lasciar scappare una tratta così appetibile e l’ignoto mi mette una certa curiosità che rende tutto più avvincente anche in momenti lavorativi. Durante il tragitto cerco di capire cosa rende il mio lavoro così particolare.. forse è questa fame di avventura o il fatto che capitare in posti nuovi mi fa scoprire pezzi di storia e di vissuto che meritano di essere incontrati. Dopo circa quaranta minuti di strada entro in una via stretta e sterrata e mi accerto che sia la direzione giusta.
“E’ un po’ più avanti, ma va bene anche qui!”. Per me invece non va bene lì e intendo proseguire perché dalla vegetazione in fondo alla piccola strada in cui mi sono inerpicata spunta qualcosa che ha catturato la mia attenzione. Dopo la procedura di sbarco, proseguo un po’ più avanti di qualche metro, parcheggio
l’auto e scendo per sgranchirmi le gambe. Ne approfitto per dare un’occhiata a quel tetto strano e mezzo diroccato che spicca in mezzo ad alberi e cespugli. E’ il profilo di una chiesa.
Siamo a Rignano Flaminio e davanti a me ho la chiesa dei Santi Abbondio e Abbondanzio. Capisco subito che la storia mi ha rapita e non solo a me, anche a quello che rimane di questo edificio. Mi sento fortunata ad essere capitata lì per caso, è un posto che va cercato con testardaggine e io l’ho trovato, immerso nel verde, lì davanti a me. I santi a cui è dedicata la chiesa medievale sono due martiri cristiani vittime della grande persecuzione di Diocleziano. Come si legge sui pannelli che delimitano l’entrata, all’interno è conservata una potente visione dell’apocalisse. Tutto questo ha dell’affascinante e mi porta a pensare al tempo, alla storia, al fatto che nulla è eterno.
Risalgo in macchina e mi avvio per rientrare in città ma un pensiero mi tocca: non capirò mai perché certi beni preziosi non vengano valorizzati.. voglio dire.. nel mio taxi salgono turisti da ogni parte del mondo e a volte li vedo intenti a fotografare i sampietrini delle strade del centro, rimarrebbero sbalorditi e senza parole nell’ammirare ciò che ho visto io oggi. Basta solo capitarci!