Vacanze brevi anche per le soap

E’ crisi anche per i dispensatori di tempo libero sul piccolo schermo. Le produzioni delle soap italiane più gettonate si sono allineate quest’anno ai calendari standard delle ferie della categoria commerciale: i negozi chiudono infatti, variabilmente, dal 10 al 25 agosto e così stanno facendo le soap. Prendiamo “ Un posto al sole”, quella più seguita da milioni di italiani. Gli anni scorsi non abbandonava i suoi fans, concedendo uno “speciale” estivo anche nel mese di agosto. Quest’anno fa uno stop di due settimane, avendo peraltro anticipato l’atmosfera sole-mare nelle puntate di luglio con gags dalle intenzioni esilaranti e gratificazioni di “tette” al solleone: scemenzuole da spiaggia sciacquate col sapone ad uso e consumo del target familiare di ascolto.
Stanchi delle diatribe politiche, gli italiani amano ritemprarsi all’ora di cena con questo genere di spettacolo scacciapensieri, i serial televisivi, salvo poi a saperli guardare con quello spirito critico che serve a tenere sveglia la mente dal rimbambimento soporifero. Tant’è, seguire una soap è di per sé restare aggiogati a una sorta di seduzione. Vista una volta, non te ne stacchi più… ogni puntata viene interrotta sul punto più focale per indurti la sera dopo a vederne l’epilogo. Anche personaggi intellettuali, checché ne dicano, fanno prima o poi scoprire segreti approcci televisivi nell’intimità serale della famiglia, moglie e figlie femmine paraninfe.
“Un posto al sole” sopravvive nelle sue fortune televisive dal 1996, questa soap tutta italiana, anzi napoletana doc, girata tra un condominio di Posillipo, privilegiata zona residenziale partenopea, e i quartieri malfamati covo di malaffare. E’ perciò variegato l’intreccio di storie personali che fanno della soap dal gusto un po’ kitsch un affresco di carattere sociale ad ampio raggio. Non mancano gli scivolamenti sdolcinati, d’altronde appartenenti alla cultura sentimentale della migliore tradizione popolare partenopea, come non mancano i temi caldi relativi a camorra, droga, malagiustizia, malasanità, attuali non solo in quel territorio. Il tutto condito da situazioni le più divertenti per merito di consumati attori di lungo corso e di giovani assai promettenti.
Vorremmo soffermarci anche su una delle soap opere più gradite dal pubblico femminile non solo italiano, quella “Tempesta d’amore” ( Sturm der Liebe), il cui titolo è tutto un programma. Anche questa sta subendo uno stop estivo, che si traduce nella riesumazione delle vecchie puntate. Iniziata in Italia nel giugno del 2005, la telenovela è divisa in “stagioni” che ne vedono. l’ottava quasi al termine col … trionfo dell’amore tra la dolce Marlene e l’aitante Konstantin. Per chi non lo sapesse, si tratta di una produzione tedesca, girata interamente in Baviera nell’immaginario Hotel Furstenhof, realmente esistente per essere un castello settecentesco ristrutturato dagli attuali proprietari, contornato da laghetti, cascatelle, boschi e paesaggi lussureggianti.
In questa cornice idilliaca, che cambia scenario dall’esplosione dei colori estivi alle candide innevature invernali, si inseriscono le vicende piuttosto avventurose dei protagonisti in quest’albergo di lusso, contornato da improbabili statue ricostruite in una pesante maniera neoclassica, con gli interni interamente arredati Ikea e profusione di addobbi floreali (esclusivamente freschi!). Le situazioni che vi si dipanano spesso rasentano una certa, necessaria ingenuità, come nelle commedie della tipica filmografia nostrana ed estera. C’è anche la storia inquietante del prete e della giardiniera forosetta, presa in prestito di sana pianta da “Uccelli di rovo”. Le belle storie d’amore che vedono ad ogni stagione due differenti protagonisti, appassionano comunque, calate in intricate vicende di odi e segreti familiari, di donne diaboliche e morti misteriose, di camerierine seducenti, di personaggi spassosi nei classici clichès della tradizione bavarese. Abiti tirolesi col grembiulino ( i “Dirndl”) e birra a gogò, non ci si annoia davvero.
Il cast è di volta in volta composto da attori di provata professionalità, provenienti dal teatro o dal cinema tedeschi, gli stessi che fanno il giro delle varie produzioni televisive nord europee, tipo i filmetti seriali e zuccherosi alla “Rosamunde Pilcher”. In questo genere d’evasione trovano sfogo e appello i sogni assopiti degli spettatori più anziani o i sogni in itinere di ragazze speranzose oppure quelli frustrati delle “ Desperate Housewives” (casalinghe disperate) non solo di hollywoodiana memoria.
Messaggi sbagliati? Almeno le soap non ci regalano le volgarità gratuite dei cine-panettoni. Ma non indaghiamo a Ferragosto…
Angela Grazia Arcuri
Roma, 14 agosto 2013.